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rmo

aprile 2017

FOCUS

AEROSPACE

dalle prove di laboratorio di simili compositi in gra-

fene/resina epossidica/fibra di carbonio che si può

ottenere un miglioramento della conduttività sia

termica, sia elettrica. Sono proprietà che possono

essere sfruttate non solo per la protezione dai ful-

mini, ma anche per lo sbrinamento”.

Billy Beggs sottolinea la complessità della realizza-

zione del progetto: “Per poter produrre il materiale

infuso di grafene in nostri partner Haydale e Hunts-

man hanno dovuto superare numerosi problemi.

Sono stati prodotti numerosi prototipi prima di

arrivare a poter fornire un materiale con le carat-

teristiche corrette per poter essere fissato alla strut-

tura e volare. La copertura dell’ala ha causato molti

problemi, perché era in un unico, sottile strato e la

resina filtrava attraverso la superficie, ma siamo ri-

usciti a superarli. Prima delle prove di volo abbiamo

eseguito delle prove statiche per accertarci che l’ala

in grafene fosse effettivamente più robusta e con-

forme agli standard aeronautici”.

Dire addio al ghiaccio sulle ali.

In effetti, espe-

rimenti condotti dalla Rice University di Houston

hanno dimostrato che una copertura di nanonastri

di grafene può essere efficace nel fondere il ghiac-

cio formatosi sulla pala del rotore di un elicottero

(una tecnologia che, secondo un articolo pubblicato

su ACS Applied Materials and Interfaces, può essere

estesa ad aeroplani, turbine eoliche, linee elettri-

che e altre superfici esposte agli agenti atmosferici

invernali). Lo scioglimento del ghiaccio è stato ot-

tenuto attraverso l’effetto Joule, applicando una

debole tensione alla copertura per generare calore.

L’effetto è stato sufficiente per sbrinare uno strato

di ghiaccio spesso centimetri da un rotore statico a

una temperatura di -20 °C.

La scelta dei nanonastri è dovuta a un fattore di

economicità: possono essere prodotti attraverso

l’apertura di nanotubi di carbonio (attraverso una

tecnologia anch’essa sviluppata alla Rice University)

e, se usati per la copertura di una superficie, si con-

nettono tra loro e conducono elettricità attraverso

il materiale, richiedendo tensioni molto basse e a

un costo molto inferiore di quello che avrebbero

fogli interi di grafene. Negli esperimenti condotti

alla Rice i nanonastri di grafene costituivano solo il

5% del materiale; la copertura si è dimostrata re-

sistente anche a temperature superiori ai 300 °C.

I prossimi sviluppi.

Prospero è in realtà il se-

condo prototipo realizzato per studiare le possi-

bilità aerospaziali del grafene: il suo predecessore

è stato un drone che non utilizzava un materiale

composito, ma solo una copertura di polimero al

grafene applicata sulle ali. A quanto ci ha detto

Paul Wiper: “È allo studio un nuovo drone in cui

il grafene non verrà utilizzato soltanto all’interno

dei materiali compositi strutturali, ma sfrutterà le

sue proprietà anche all’interno dei sistemi elettro-

nici ed energetici”.

“Oltre a progettare Prospero 3, stiamo anche cer-

cando di avviare programmi di sviluppo all’interno

dell’industria che sfruttino le proprietà del grafene,

sia in volo, sia a terra” ha aggiunto Billy Beggs. “Il

tempo che trascorrerà prima che il grafene venga

impiegato nell’aeronautica commerciale dipende

sia dai benefici che potrà portare, sia da chi pa-

gherà per ottenerli. Attraverso Prospero, il grafene

è ormai volato fuori dai laboratori, e sta ai pro-

gettisti e all’industria far sì che le sue promesse si

realizzino”.

@Vanamonde65

Il grafene potrebbe essere usato come tecnologia nel comparto aerospace. L’industria europea potrebbe trarne dei vantaggi competitivi.