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rmo

marzo 2017

FOCUS

FABBRICA INTELLIGENTE

biano un utensile e lo portano in macchina, si registra

l’evento e, attraverso una delle applicazioni, il monito-

ring di livello 2, (passando per il gateway) il dato viene

storicizzato e salvato per sempre.

In una delle prime applicazioni di questo tipo, un cliente

aveva richiesto di calcolare l’uso degli utensili per pezzo.

MCM aveva già a disposizione i dati, quindi sono stati

estratti, elaborati con un modello di costo adeguato al

cliente e associato a ogni pezzo il suo costo in termini

di ‘consumables’. Questa applicazione è, di fatto, una

preziosa tipologia di servizio che ci si può aspettare di

ottenere dal cloud della manifattura, attraverso le tec-

nologie di Industry 4.0.

Un altro valore aggiunto delle macchine MCM è rap-

presentato dal software di supervisione che gira all’in-

terno del jNode, ovvero il jFMX, installato già a partire

dal 1985.

Il supervisore jFMX consente la gestione completa di un

sistema di produzione flessibile: esegue la produzione,

coordina l’automazione, gestisce i pallet, le operazioni

carico/scarico pezzi, gestisce gli utensili e ne monitora lo

stato di utilizzo, gestisce i programmi, calcola la lavora-

bilità e formula report di efficienza.

MCM fornisce anche un pacchetto servizi applicativi

di livello 2, divisi in machining, monitoring, planning,

production, quality and maintenance, che incanalano,

elaborano e aggregano ad altre informazioni i dati

provenienti dalle macchine, per ricavare indici di presta-

zione, come l’indice di saturazione delle macchine, i ren-

dimenti operativi o la ‘overall efficiency’ della macchina.

Il jFMX permette anche di sapere quanta energia si

consuma: aggiungendo solo alcuni sensori poco costosi

sulle macchine e andando poi a incanalare, elaborare

e aggregare questi dati con altre informazioni, si può

avere sotto controllo una buona percentuale del costo

di produzione.

Tutto è connesso.

Per quanto riguarda i dati più ‘fini’,

invece, che generano grossi volumi, come i dati di po-

sizionamento e di potenza assorbita mentre l’utensile

sta lavorando, il sistema dev’essere equipaggiato in

modo adeguato, per questo in molti impianti viene in-

stallato come standard un sistema di presa dati in cui si

va a gestire questa grande quantità di dati in streaming

per immagazzinarli in un archivio remoto e far sì che il

jNode non si saturi. Ciò è possibile attraverso un’appli-

cazione che estrae i dati dal tampone da 2 Gb quando

raggiunge il limite di memoria e li registra.

Questa è l’applicazione che MCM fa di Industry 4.0:

sfrutta internet per accedere alla piattaforma cloud

di servizi, alla quale ci si può connettere in ogni mo-

mento via web, per vedere quali sono i jNode collegati

nel mondo - quelli per i quali il cliente ha scelto di fare

questa connessione - ed eventualmente entrarci per ag-

giornarli, correggerli e sfruttarli per fare diagnosi anche

sulla work area, le unit e i device che sono connessi al

Jnode stesso.

Laddove molti si limitano a utilizzare le macchine do-

tate di solo CN e PLC, cercando di renderle Industry

4.0 ready, dicono i tecnici aziendali, MCM offre una

possibilità di livello superiore: correda le sue macchine

del jNode, un ponte di comunicazione tra la macchina

e il cloud, all’interno del quale è installato il software

di supervisione jFMX, che genera, registra e gestisce i

dati provenienti dall’impianto e fornisce una serie di

applicazioni software per elaborare, aggregare e tra-

sformare i dati in informazioni ad alto valore aggiunto

per il cliente.

MCM può contare su MCE, la sua divisione informatica, che si occupa dello sviluppo di sistemi software e servizi per le macchine utensili.