Table of Contents Table of Contents
Previous Page  71 / 102 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 71 / 102 Next Page
Page Background

71

rmo

marzo 2017

applicazioni, che è la macchina virtuale Java, ha un

interfaccia web, per cui collegandosi all’indirizzo IP di

quest’oggetto si ha accesso ai suoi servizi e ci si può col-

legare a essa con qualunque cosa, da un dispositivo mo-

bile a un laptop a un jTerm. Ha un sistema di gestione

dati, un hard disk allo stato solido che quando si rompe

consente comunque di leggere i dati memorizzati al suo

interno, non perdendo alcuna informazione.

Prevede un sistema di messaggeria verso protocolli

open: questi oggetti ‘parlano’ con i protocolli aperti di-

sponibili sul mercato.

Infine la piattaforma possiede un sistema di gestione

remota: attraverso un comando è possibile far connet-

tere quest’oggetto alla piattaforma cloud, al server di

assistenza e, aprendo una connessione, è possibile fare

diagnosi non solo sul jNode, ad esempio per installare

aggiornamenti, ma anche sull’impianto usandolo come

veicolo virtuale.

Supervisione accurata.

InMCM si sta lavorando a una

forma sperimentale di jNode che prevede una scheda

con un sistema operativo ‘real time’ e una porta per

la connessione al bus di campo, attraverso la quale si

possono leggere a 10 ms, ovvero 100 Hz, i segnali della

macchina, i sensori di posizione e tutta una serie di in-

formazioni correlate.

Dal 2000 l’azienda legge e raccoglie informazioni dalle

macchine installate; ad esempio tutte le volte che cam-

Organizzare il flusso dati.

Secondo lo schema di In-

dustry 4.0, le macchine hanno di base una serie di dispo-

sitivi sensorizzati, operazione semplice con software e

processori esistenti, ma quello che manca è come orga-

nizzare il flusso di dati provenienti da questi sensori per

farli diventare informazioni significative ed elaborabili

in una modalità finalizzata alla generazione dei servizi.

Trent’anni fa MCM, attraverso la sua divisione infor-

matica MCE, ha iniziato a lavorare in questa direzione,

progettando software per le macchine. Ha costruito un

modello di dati che partono dai sensori, diventano dei

dispositivi - cambi utensili, mandrini, cambi pallet, na-

vette, posti operatore - e si trasformano in unità - la

macchina utensile, il centro di lavoro, il trasportatore

- che poi vengono organizzati in ‘work area’ e interi

impianti controllati da un supervisore jFMX.

Il modello così costruito è la struttura attraverso la quale

fluisce l’informazione: tutto parte dai sensori che de-

terminano se la macchina è in attesa o è in allarme o

sta lavorando. Il gateway rende disponibile un’infor-

mazione aggregata di alto valore aggiunto: dato che,

attraverso il gateway, in ottica IoT un intero impianto

può diventare un device individuale, composto da tanti

elementi, i cui dati possono essere pubblicati verso una

piattaforma di Industry 4.0.

Il jNode è una piattaforma a tutti i livelli perché con-

tiene tutto ciò che la caratterizza: ha un suo sistema

operativo, che è Linux dal 2002, ha un contenitore di

Le macchine MCM nascono predisposte per avvalersi del software aziendale di supervisione, grazie al quale sono connettibili e integrabili.