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rmo

aprile 2016

È partito l’iter per la possibile concessione alla Cina dello status di economia di mercato.

La siderurgia europea protesta perché teme che l’ingresso di Pechino nell’Organizzazione

Mondiale del Commercio porterà all’allentamento delle difese comunitarie contro prodotti

a basso costo. L’attuale sovraproduzione cinese si riverserebbe nell’UE col rischio di un

crollo della produzione e dei posti di lavoro

La

siderurgia

contro il

dumping

dalla Cina

E

ntro fine anno l’UE dovrà pronunciarsi sull’ingresso

della Cina nell’Organizzazione Mondiale del Com-

mercio. Ossia se concedere al Paese del Dragone lo sta-

tus di economia di mercato. Il protocollo con la richiesta

d’ingresso del colosso asiatico risale al 2001 e prevede

che i Paesi partner abbiano tempo 15 anni per valutarne

la fattibilità. In questi mesi è partito l’iter della Commis-

sione Europea, a cui spetta di fare una proposta da sotto-

porre al Consiglio Europeo e al Parlamento Europeo che

avranno poi l’onere di dare l’eventuale via libera. La con-

cessione dello status di mercato a Pechino comporterebbe

giuridicamente un allentamento delle difese commerciali

europee nei confronti dei prodotti cinesi che godono

anche di aiuti statali. E il timore dei produttori del Vecchio

Continente è che l’Europa possa essere invasa da prodotti

a basso costo, nel timore di undepotenziamentodellemi-

sure protezionistiche a favore. A rischiare è soprattutto

il comparto siderurgico. Per questo, lo scorso febbraio,

quasi 5.000 addetti del settore siderurgico europeo si

sono dati appuntamento a Bruxelles per fare sentire non

solo la loro protesta ma anche tutti i loro timori. Italia,

Francia e Germania sono in prima fila.

I timori della siderurgia.

Secondo una ricerca dell’E-

conomic Policy Institute la concessione dello status di

economia di mercato alla Cina comporterebbe per le

imprese europee, per circa venticinque settori del ma-

nifatturiero, una perdita di 1,7-3,5 milioni di posti di

lavoro nell’arco di trentacinque anni. I dati dimostrano

come già oggi l’attivo commerciale cinese è destinato

a crescere enormemente nei prossimi anni. In sostanza,

il Paese del Dragone starebbe esportando disoccupa-

di Luca Rossi

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