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rmo
settembre 2015
N
on creerà lavoro ma lo renderà più flessibile,
più moderno e con costi certi. L’introduzione
del JobsAct ridurrà l’utilizzo dei contratti atipici e
darà un po’ di stabilità non solo economica ma
anche psicologica ai numerosi lavoratori che si ve-
dranno trasformare il proprio contratto da tempo
determinato in indeterminato. Già con i soli sgravi
fiscali introdotti con la Legge di Stabilità, l’aumento
dei contratti a tempo indeterminato nei primi due
mesi del 2015 è stato del 34%. L’applicazione del
regime delle tutele crescenti partita nel mese di
marzo dovrebbe incrementare ulteriormente la
stabilizzazione dei rapporti di lavoro. Il rammarico
degli esperti è che non sia stato applicato anche al
settore del pubblico impiego e ancora qualche area
di dubbio permane sulle piccole imprese.
Quali gli effetti.
Ma vediamo da vicino i nuovi
effetti del JobsAct. Con le assunzioni a tempo
indeterminato effettuate a partire dal 7 marzo
2015 e fino al 31 dicembre 2015, i datori di lavoro
potranno cumulare due agevolazioni: quella pre-
vista dalla Legge delega 183/2014, e cioè l’applica-
zione del regime delle tutele crescenti, e l’esonero
contributivo introdotto dalla Legge di Stabilità
2015 (massimo 8.060 euro all’anno per tre anni).
di Giovanna Goi
Il
JobsAct
e le
tutele
crescenti
L’introduzione del JobsAct contribuisce a dare maggiore flessibilità alle dinamiche
del lavoro. Partita nel mese di marzo, l’applicazione del regime delle tutele crescenti
dovrebbe incrementare ulteriormente la stabilizzazione dei rapporti di lavoro. Ne
parliamo con un esperto del settore
Inchiesta