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gennaio/febbraio 2015
duzione è cresciuta a 4.695 milioni di euro, segnando un
incrementodel4,6%rispettoall’annoprecedente.Leespor-
tazioni si sono confermate sul livello del 2013, attestandosi
a 3.360 milioni di euro, -0,7%, penalizzate dalla generale
riduzione del commercio mondiale e, in particolare, dalla
decisione dell’Unione Europea di limitare l’export di mac-
chine utensili verso la Russa a seguito delle tensioni tra la
Federazione e l’Ucraina.
Secondo l’elaborazione Ucimu sui dati Istat, nei primi nove
mesi dell’anno, i principali Paesi di destinazionedelMade in
Italydi settore sono risultati: Cina (-18,6%) 264milioni euro,
Stati Uniti (-8,4%) 258 milioni, Germania (+0,2%) 231 mi-
lioni, Russia (-16%) 110milioni, Francia (+0,8%) 102milioni,
Turchia (+0,6%) 81 milioni, Polonia (+17,1%) 71 milioni,
India (-35,5%) 62milioni,Messico (+11%) 61milioni, Brasile
(-37,3%) 60milioni.
Italia: cresce il consumo.
Molto significativa è la crescita
del consumo italiano che, tornato di segno positivo, si è at-
testato a un valore di 2.420 milioni di euro, il 18,2% in più
rispetto al 2013, evidenziando la ripresa degli investimenti
del manifatturiero italiano in sistemi di produzione.
Di questo trend hanno beneficiato principalmente i co-
struttori, le cui consegne sul mercato interno sono salite,
del 21,1%, a 1.335 milioni di euro. Le importazioni hanno
invece registrato un incremento più contenuto (+14,9%),
attestandosi a 1.085milioni di euro.
Dopo sei anni di crescita, scende il rapporto export/produ-
zione,fermandosial71,6%,inragionedellaripresadelmer-
cato interno verso il quale i costruttori italiani hanno subito
ri-orientato parte della propria offerta.
Luigi Galdabini, presidente Ucimu-Sistemi per produrre, ha
così commentatoi risultati dello studio: “La ripresaavviataa
fine del 2013 si è concretizzata nel 2014. Tra tutti gli indica-
tori, il datocertamentepiùrilevanteèquellorelativoal con-
sumodomesticocheètornatofinalmentedisegnopositivo,
dimostrando una nuova disponibilità a investire da parte
degli utilizzatori italiani. Questa tendenza, insieme alle po-
sitive previsioni per il 2015, è di ottimo auspicio per quanti
parteciperanno a EMOMilano 2015, lamondiale di settore
in scena a Fieramilano dal 5 al 10 ottobre prossimi. D’altra
parte - ha aggiunto il presidente - non possiamo nascondere
il fatto che l’incremento della domanda italiana di sistemi di
produzione sia stato stimolato dall’introduzione della ‘nuova
Sabatini’ che nei suoi primi otto mesi di operatività ha finan-
ziatoacquisti (non solodimacchineutensili) per 2,3miliardi di
euro. Proprio il successo di questo strumento - ha proseguito
Galdabini -, capace di assicurare finanziamenti a tassi agevo-
lati,dimostracomeladomandadisistemidiproduzioneesista
anche, e ancora, in Italia. Il problema semmai è la mancanza
di liquidità per le imprese che vorrebbero investire ma non
hanno disponibilità di risorse. Proprio la validità della misura,
capace come poche altre di iniettare una buona dose di otti-
mismo sul mercato, ha spinto Ucimu a battersi per ottenere
il rifinanziamento anche per il prossimo anno: per il 2015, la
‘nuova Sabatini’ è stata rifinanziata per soli 12milioni di euro
ma la dote salirà a 31,6 milioni nel 2016 e a 46,6 milioni nel
2017”.
Necessarie nuove misure.
Luigi Galdabini ha voluto ri-
badire la necessità di misure specifiche capaci di sostenere,
in modo strutturato, il rilancio del mercato domestico e del
manifatturiero italiano che, a oggi, sta operando con sistemi
di produzione spessoobsoleti. Secondo il presidente, comple-
mentare alla ‘nuova Sabatini’ dovrebbe essere la liberalizza-
zione degli ammortamenti dei beni strumentali acquistati e
larevisionedei coefficienti di calcolodegli stessi, fermi al 1988.
“D’altro canto - ha conclusoGaldabini - la ripresadei consumi
di macchine utensili in Italia non è tema di interesse per i soli
costruttori ma, al contrario, è e deve essere sempre di più tra
le priorità del Paese, la cui industriamanifatturiera opera con
tecnologie di produzione sempre più datate e meno per-
formanti. Per evitare la perdita di competitività del nostro
sistema, occorre pensare a un programma di incentivi alla
sostituzionedeimacchinari obsoleti. Il provvedimento, cheha
accolto il favore del viceministro Calenda, potrebbe eviden-
temente dare una scossa al consumo di macchinari ma so-
prattutto favorirebbe l’ormai necessario ammodernamento
degli impianti produttivi in risposta alle esigenze di maggiore
produttività delle imprese e di adeguamento alle normative
semprepiù stringenti inmateriadi risparmioenergeticoemi-
glioramento degli standard di sicurezza sul lavoro”.