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rmo

gennaio/febbraio 2015

alla massima apertura di vedute, ha fatto della famiglia

Haimer e della loro azienda un caso imprenditoriale vir-

tuoso”.

C’è però anche un altro esempio che la dice lunga sul

modo di concepire l’azienda di famiglia, ed è sempre

Massimo Amati a raccontarlo: ”Fino a qualche anno fa,

come azienda, realizzavamo prodotti anche per conto

terzi ma la cosa ci portava per forza di cose a dover fare,

alle volte, dei compromessi pur di soddisfare certe esi-

genze di mercato. Poi, a un certo punto, la signora Hai-

mer prese una decisione drastica e coraggiosa: da quel

momento in avanti avremmo fatto e venduto solo pro-

dotti nostri. Quella scelta significava dover rinunciare al

40% del nostro fatturato! Ma così fu. E oggi non c’è più

sul mercato un nostro prodotto che non sia marchiato

Haimer. Inutile dire che i risultati economici finirono

per confermare alla grande quella mossa che fu dettata

dalla fiducia piena nella bontà dei nostri prodotti… del

resto il motto aziendale di Haimer è proprio ‘La qualità

vince’.

Naturalmente, soprattutto in un mercato come quello

italiano, puntare tutto sulla qualità, con il conseguente

discorso di avere dei prezzi a un certo livello, può anche

avere dei risvolti non positivi…

Infatti Amati non nasconde che un certo tipo di clienti

fa fatica ad accettare di primo acchito un prodotto come

quello Haimer.

“All’inizio si fa un po’ fatica a convincere alcuni clienti a

spendere qualcosa in più di quello che vorrebbero, ma

quando uno di loro prova un nostro prodotto poi non lo

lascia più. Preferiamo magari vendere due mandrini in

zione di stampi. Franz ha la passione per la meccanica e

quando ha bisogno di una particolare attrezzatura se la

costruisce da solo: realizza soluzioni efficaci che utilizza

immediatamente per il suo lavoro e questo attira l’at-

tenzione di altre grandi aziende che cominciano ad ac-

quistare i suoi manufatti. L’imprenditore dopo qualche

tempo decide per la svolta: abbandona a poco a poco gli

stampi e si mette a costruire e a vendere solo attrezza-

ture che col tempo diventano sempre più sofisticate. Gli

anni successivi sono un crescendo inarrestabile che porta

la Haimer a essere, e siamo tornati all’oggi, una realtà di

400 dipendenti che poggia 12.000m2 di impianti coperti

su un’aerea di 45.000 m2, in un sito a poche centinaia di

metri da quello in cui tutto incominciò. Adesso ci sono

tredici filiali Haimer sparse per il mondo: l’Italia è la pe-

nultima in ordine temporale, seguita dalla Turchia.

Un’azienda familiare.

A fianco di Franz c’è la moglie

Claudia che ha sviluppato una rete commerciale diffusa

globalmente e che attualmente è anche presidente di

Haimer Italia. I tre figli, Andreas, Kathrin e Franz Joseph

ricoprono funzioni di responsabilità all’interno dell’a-

zienda.

“La Haimer è un’azienda familiare che vuole ferma-

mente continuare a esserlo - spiega Amati - mante-

nendo nel tempo uno stile rigoroso a difesa del marchio

e della serietà che rappresenta. A spiegare questo stile

può valere proprio l’esempio dei figli più di tante pa-

role. Essi infatti sono stati, fin da subito, dopo gli studi,

instradati nella vita aziendale passando per la gavetta e

apprendendo sul campo il mestiere. Questo rigore, unito

Sopra,inpiedi,MassimoAmati;adestra

JavierFernandezMartinez,business

developmentmanagerdiHaimer.