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progettare

414

MAGGIO

2018

73

Stando alla fisica, il sistema Nor-

sepower è piuttosto inusuale, nel

senso che non opera come una tur-

bina eolica, o una vela, sottoposta

alla spinta dal vento. Per generare

il moto rotatorio, infatti, ci vuole

l’energia elettrica, mentre il vento

produce una condizione di mag-

giore-minore pressione che induce

la spinta. Secondo Riski, il sistema

di Norsepower può essere adottato

sulla maggior parte delle imbarca-

zioni, tranne che sulle navi contai-

ner. Sulle navi cisterna e su quelle

per carichi solidi che dispongono di

un idoneo spazio ponte, l’installa-

zione può avvenire in pochi giorni.

Una tecnologia riscoperta

Il principio su cui si basa il dispo-

sitivo Norsepower è noto come

‘Effetto Magnus’ dal nome del fisico

tedesco Heinrich Gustav Magnus,

che nel 1852, per primo, descrisse

matematicamente la spinta creata

all’interno di un flusso d’aria da un

corpo rotante, come una pallina da

tennis. La forza prodotta dall’effetto

Magnus creato da rotori, noti oggi

come rotori Flettner, venne impie-

gata come principale sistema di

propulsione sulla nave Buckau, che

nel 1926 solcò l’Atlantico. A questa

tecnologia ha contribuito anche

l’ingegnere finlandese Sigurd Sa-

vonius, che nel 1924 sviluppò un

rotore con un cilindro aperto, detto

appunto turbina Savonius.

Riski spiega come l’avvento dei mo-

tori diesel economici abbia di fatto

frenato lo sviluppo di questa tecno-

logia, divenuta commercialmente

attuabile solo oggi. “Se fossimo

nell’industria automobilistica, la so-

luzione sarebbe arrivata nel giro di

una notte. Per renderla appetibile

agli occhi degli operatori navali,

abbiamo reso il suo impiego il più

economico e il più facile possibile”.

Il sistema Norsepower permette di

attivare i cilindri e arrestare i motori

principali semplicemente premen-

do un pulsante. In questo modo si

riducono le emissioni e il consumo

di carburante, pur garantendo la

potenza che permette di rispettare

i tempi.

I cilindri eolici servono esclusiva-

mente come forza propulsiva ausi-

liaria al fine di ridurre i consumi di

combustibili fossili e le emissioni. Il

ritorno dell’investimento nel lungo

termine si ha, secondo Riski, in

quattro anni. All’ottima reputazione

di cui Norsepower ora gode hanno

in parte contribuito i numerosi rico-

noscimenti per l’innovazione tecno-

logica. “Siamo una piccola squadra

con una rete di fornitori globale

- commenta Riski -. Il nostro obiet-

tivo principale è commercializzare

velocemente questa tecnologia”.

La soluzione SKF in cima

I cilindri rotanti Norsepower ruotano

a circa 200 giri/min. In condizioni di

vento favorevole, l’involucro ester-

no in composito ruota a una velocità

periferica di circa 170 km/h. Un si-

stema di cuscinetti orientabili a rulli

SKF installato in cima alla colonna

provvede a trasmettere le forze as-

siali alla nave. La parte inferiore

della colonna è equipaggiata con

rulli guida muniti di cuscinetti SKF.

Il sistema è inoltre equipaggiato con

le tenute e i sistemi di lubrificazione

SKF, i quali devono reggere il moto

costante e le forze della natura in

un ambiente gravoso. “Molte nuove

start up ci contattano ben prima di

avere un progetto commerciale. In

questi casi, siamo lieti di essere

d’aiuto con la nostra competenza

ingegneristica - dice Tommi Pitkaa-

ho, key account manager di SKF

Finland, che ha iniziato a lavorare

per Norsepower nel 2013 -. Con

Norsepower, i tempi di innovazione

sono stati molto rapidi”.

L’Effetto Magnus: il flusso dell’aria che circonda un oggetto in rotazione.

Tuomas Riski, CEO di Norsepower.