progettare
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MAGGIO
2018
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Stando alla fisica, il sistema Nor-
sepower è piuttosto inusuale, nel
senso che non opera come una tur-
bina eolica, o una vela, sottoposta
alla spinta dal vento. Per generare
il moto rotatorio, infatti, ci vuole
l’energia elettrica, mentre il vento
produce una condizione di mag-
giore-minore pressione che induce
la spinta. Secondo Riski, il sistema
di Norsepower può essere adottato
sulla maggior parte delle imbarca-
zioni, tranne che sulle navi contai-
ner. Sulle navi cisterna e su quelle
per carichi solidi che dispongono di
un idoneo spazio ponte, l’installa-
zione può avvenire in pochi giorni.
Una tecnologia riscoperta
Il principio su cui si basa il dispo-
sitivo Norsepower è noto come
‘Effetto Magnus’ dal nome del fisico
tedesco Heinrich Gustav Magnus,
che nel 1852, per primo, descrisse
matematicamente la spinta creata
all’interno di un flusso d’aria da un
corpo rotante, come una pallina da
tennis. La forza prodotta dall’effetto
Magnus creato da rotori, noti oggi
come rotori Flettner, venne impie-
gata come principale sistema di
propulsione sulla nave Buckau, che
nel 1926 solcò l’Atlantico. A questa
tecnologia ha contribuito anche
l’ingegnere finlandese Sigurd Sa-
vonius, che nel 1924 sviluppò un
rotore con un cilindro aperto, detto
appunto turbina Savonius.
Riski spiega come l’avvento dei mo-
tori diesel economici abbia di fatto
frenato lo sviluppo di questa tecno-
logia, divenuta commercialmente
attuabile solo oggi. “Se fossimo
nell’industria automobilistica, la so-
luzione sarebbe arrivata nel giro di
una notte. Per renderla appetibile
agli occhi degli operatori navali,
abbiamo reso il suo impiego il più
economico e il più facile possibile”.
Il sistema Norsepower permette di
attivare i cilindri e arrestare i motori
principali semplicemente premen-
do un pulsante. In questo modo si
riducono le emissioni e il consumo
di carburante, pur garantendo la
potenza che permette di rispettare
i tempi.
I cilindri eolici servono esclusiva-
mente come forza propulsiva ausi-
liaria al fine di ridurre i consumi di
combustibili fossili e le emissioni. Il
ritorno dell’investimento nel lungo
termine si ha, secondo Riski, in
quattro anni. All’ottima reputazione
di cui Norsepower ora gode hanno
in parte contribuito i numerosi rico-
noscimenti per l’innovazione tecno-
logica. “Siamo una piccola squadra
con una rete di fornitori globale
- commenta Riski -. Il nostro obiet-
tivo principale è commercializzare
velocemente questa tecnologia”.
La soluzione SKF in cima
I cilindri rotanti Norsepower ruotano
a circa 200 giri/min. In condizioni di
vento favorevole, l’involucro ester-
no in composito ruota a una velocità
periferica di circa 170 km/h. Un si-
stema di cuscinetti orientabili a rulli
SKF installato in cima alla colonna
provvede a trasmettere le forze as-
siali alla nave. La parte inferiore
della colonna è equipaggiata con
rulli guida muniti di cuscinetti SKF.
Il sistema è inoltre equipaggiato con
le tenute e i sistemi di lubrificazione
SKF, i quali devono reggere il moto
costante e le forze della natura in
un ambiente gravoso. “Molte nuove
start up ci contattano ben prima di
avere un progetto commerciale. In
questi casi, siamo lieti di essere
d’aiuto con la nostra competenza
ingegneristica - dice Tommi Pitkaa-
ho, key account manager di SKF
Finland, che ha iniziato a lavorare
per Norsepower nel 2013 -. Con
Norsepower, i tempi di innovazione
sono stati molto rapidi”.
L’Effetto Magnus: il flusso dell’aria che circonda un oggetto in rotazione.
Tuomas Riski, CEO di Norsepower.