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progettare

414

MAGGIO

2018

55

australiana al 100% per proprietà e

gestione. Specializzata nello stam-

paggio ad iniezione di prodotti in

plastica conto terzi, l’azienda è una

realtà di piccole medie dimensioni,

impiegando 50 dipendenti, che dal

2014 ha effettuato scelte in termini

di automazione industriale, dotan-

dosi anche di robot collaborativi che

le hanno consentito miglioramenti

produttivi e notevoli risparmi eco-

nomici.

Affidabilità che nel corso degli anni

è stata garantita da una serie di o-

perazioni, tra cui l’etichettatura degli

stampati, svolte dal lavoro paziente

e preciso di alcuni operatori impie-

gati espressamente in questa fase di

lavoro. Proprio a partire dall’analisi

del lavoro svolto dai propri opera-

tori e da una successiva valutazione

in termini di produttività e costi,

l’azienda ha in seguito deciso di

valutare la strada dell’automazione

per ottenere prodotti di medesima

qualità, affidabili e per consentire

alle persone di svolgere compiti

meno ripetitivi.

La scelta è andata verso la robotizza-

zione e, espressamente, ad un robot

collaborativo di Universal Robots,

l’UR5, macchina dotata di payload di

5 kg e di sbraccio di 850 mm.

Produttività, risparmio, ergonomia

Prysm Industries ha introdotto il co-

bot UR5 proprio per automatizzare

la fase di etichettatura. Dopo una

prima fase di training svolta da un

partner locale, il robot è stato messo

in funzione nella linea e da subito

sono stati registrati dei notevoli

passi in avanti a livello produttivo,

in termini di riduzioni di scarti, di

fesa ed efficienza. Passi sostanziati

a livello economico in pochi gior-

ni. L’azienda, infatti, ha registrato

un risparmio di oltre 500 dollari al

giorno nelle voci di costo connesse

all’etichettatura, un risparmio che

ha consentito a Prysm di ripagarsi

interamente dell’investimento in ro-

botica in meno di un anno.

Al di là degli aspetti economici,

il cobot è diventato molto presto

un collega di lavoro per tutti gli

operatori grazie alla facilità di in-

stallazione, avviamento e utilizzo,

caratteristiche che si abbinano ad

una concreta flessibilità applicativa.

Prysm, oggi, usa il cobot in diverse

applicazioni, impiegando alle volte

solo pochi minuti per spostare la

macchina nel layout produttivo e

programmarla per le operazioni da

svolgere caso per caso.

Ulteriori funzioni che hanno favorito

il radicamento del robot nel proces-

so produttivo sono l’interfaccia di

programmazione decisamente intu-

itiva - fattore che consente un im-

mediata immersione dell’operatore

nella programmazione del robot UR

- e la funzione di manual guidance

e autoapprendimento che consente

all’operatore di switchare il robot

in modalità ‘free-drive’ e di for-

mare delle traiettorie punto-punto

da dover compiere e ripetere nelle

successive fasi. Il robot, dopo aver

ricevuto istruzioni ‘a mano’, è quindi

in grado di ripeterle consentendo

una reale programmazione drag-

and-drop da parte dell’operatore

anche per le routine più complesse.

L’introduzione del cobot ha dun-

que portato ad immediati e con-

creti vantaggi a livello produttivo,

economico e di organizzazione del

lavoro, consentendo agli operatori

di svolgere compiti diversi rispetto

all’etichettatura, meno ripetitivi e

noiosi.

DOSSIER

INDUSTRIA DEL PACKAGING

Prysm usa il cobot in diverse applicazioni, impiegando poco per spostare la macchina nel layout produttivo e programmarla per le operazioni da svolgere caso

per caso.