progettare
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MARZO
2018
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Danimarca e Spagna (5%) e Regno
Unito (4%). Grazie anche alle scelte
ambientali delle imprese: ad esempio
siamo leader europei nell’impiego di
legno riciclato nella produzione di pan-
nelli truciolari, con una quota del 90%
di materia da riciclo.
Con 57,7 miliardi di dollari di surplus,
l’industria italiana del machinery si
conferma nel gruppo di testa della
graduatoria internazionale per saldo
della bilancia commerciale, preceduta
dai competitor tedeschi (104,2miliardi),
cinesi (83,6 miliardi) e giapponesi (70
miliardi).
Design e fashion
Il design rappresenta in Italia un set-
tore strategico.Tra le grandi economie
europee il nostro Paese è secondo,
dietro al Regno Unito (0,17%), per
incidenza del fatturato del design sul
totale dell’economia: 0,15%, quasi il
doppio della media dell’Unione Euro-
pea (0,09%), molto più della Germania
(0,06%) e di Francia e Spagna (0,05%).
Inoltre l’Italia, con quasi 10.000 pro-
getti, si conferma seconda potenza
dell’Unione Europea per numero di
disegni registrati.
Alla filiera della bellezza l’Italia deve
89,9 miliardi di dollari, il 6% della ric-
chezza prodotta nel Paese nel 2016.
Questi quasi 90 miliardi ne mettono in
moto altri 160 nel resto dell’economia:
1,78 euro per ogni euro prodotto dalla
cultura. Si arriva così a 250miliardi pro-
dotti dall’interafiliera culturale (il 16,7%
del PIL), col turismo come principale
beneficiario di questo effetto volano.
Culturaecreativitàdanno inoltre lavoro
al 6,1%del totaledegli occupati in Italia,
1,5 mln di persone.
Grazieancheallescelteambientali delle
imprese, nell’industria del fashion l’I-
talia ha reagito meglio degli altri Paesi
europei alla crisi degli anni recenti, raf-
forzando la sua posizione di leadership
internazionale. Siamo infatti il secondo
Paese al mondo per quote di mercato
(6,6%), dopo la Cina (40,4%) e davanti
a India (4,7%), Germania (4,7%), Hong
Kong (3,9%).
Efficienza energetica
Il sistema produttivo italiano si con-
ferma tra i più innovativi in ambien-
tale grazie all’utilizzo più efficiente di
energia e materia. Secondo Eurostat,
in tema di impiego di materia prima
per unità di prodotto, la penisola si
posiziona seconda ancora una volta
dietro al Regno Unito (223,4 tonnellate
per milione di euro di output), con un
utilizzo di 256,3 tonnellate di materia
per milione di euro, valore di gran
lunga inferiore aquellodi Francia (340),
Spagna (356,7) e Germania (423,6). Il
dato italiano è quasi dimezzato rispetto
al 2008 (493,4).
A parità di prodotto le imprese Made
in Italy consumano meno energia: con
13,7 tonnellate equivalenti di petrolio
per milione di euro prodotto, tra i Big5
UE solo le imprese dellaGranBretagna
(cha ha però un’economia più legata
alla finanza) fanno meglio (8,3 TEP).
Mentre siamo più efficienti di francesi
(14,4TEP), spagnoli (15TEP) e tedeschi
(17,1TEP), facendo molto meglio della
media comunitaria (16,6).
L’agricoltura Made in Italy è prima tra i
grandi Paesi europei per riduzionedelle
emissioni climalteranti: con678 tonnel-
late di CO
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equivalente per milione di
euro prodotto facciamo molto meglio
di Spagna (912), Francia (1.060), Ger-
mania (1.355), Gran Bretagna (1.412) e
dellamediaUE (1.073). Siamo efficienti
anche nell’uso di energia, terzi tra i big
europei con 46 tonnellate di petrolio
equivalente per milione di euro pro-
dotto, dopo Gran Bretagna e Spagna.
I green job
I benefici del lavoroverde va al di làdel-
le statistiche e trova applicazione con-
creta. Alla green economy si devono in
Italia già 2milioni 964mila (ultimo dato
disponibile, anno 2016) occupati che
applicano competenze ‘verdi’: il 13,1%
dell’occupazionecomplessivanaziona-
le. Nel 2017 sono state previste quasi
320milanuoveassunzioni di green job.
Nelle aree aziendali della progettazio-
ne e della ricerca e sviluppo è green
quasi il 60% delle figure professionali:
conferma del fatto che l’innovazione
costituisceun tratto fondamentaledella
green economy. Queste figure, tra l’al-
tro, si caratterizzano per una maggiore
stabilità contrattuale rispetto ad altri:
le assunzioni a tempo indeterminato
sono più del 46% contro il meno del
30% in altri contesti.
@lurossi_71