Table of Contents Table of Contents
Previous Page  39 / 100 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 39 / 100 Next Page
Page Background

progettare

412

MARZO

2018

39

Danimarca e Spagna (5%) e Regno

Unito (4%). Grazie anche alle scelte

ambientali delle imprese: ad esempio

siamo leader europei nell’impiego di

legno riciclato nella produzione di pan-

nelli truciolari, con una quota del 90%

di materia da riciclo.

Con 57,7 miliardi di dollari di surplus,

l’industria italiana del machinery si

conferma nel gruppo di testa della

graduatoria internazionale per saldo

della bilancia commerciale, preceduta

dai competitor tedeschi (104,2miliardi),

cinesi (83,6 miliardi) e giapponesi (70

miliardi).

Design e fashion

Il design rappresenta in Italia un set-

tore strategico.Tra le grandi economie

europee il nostro Paese è secondo,

dietro al Regno Unito (0,17%), per

incidenza del fatturato del design sul

totale dell’economia: 0,15%, quasi il

doppio della media dell’Unione Euro-

pea (0,09%), molto più della Germania

(0,06%) e di Francia e Spagna (0,05%).

Inoltre l’Italia, con quasi 10.000 pro-

getti, si conferma seconda potenza

dell’Unione Europea per numero di

disegni registrati.

Alla filiera della bellezza l’Italia deve

89,9 miliardi di dollari, il 6% della ric-

chezza prodotta nel Paese nel 2016.

Questi quasi 90 miliardi ne mettono in

moto altri 160 nel resto dell’economia:

1,78 euro per ogni euro prodotto dalla

cultura. Si arriva così a 250miliardi pro-

dotti dall’interafiliera culturale (il 16,7%

del PIL), col turismo come principale

beneficiario di questo effetto volano.

Culturaecreativitàdanno inoltre lavoro

al 6,1%del totaledegli occupati in Italia,

1,5 mln di persone.

Grazieancheallescelteambientali delle

imprese, nell’industria del fashion l’I-

talia ha reagito meglio degli altri Paesi

europei alla crisi degli anni recenti, raf-

forzando la sua posizione di leadership

internazionale. Siamo infatti il secondo

Paese al mondo per quote di mercato

(6,6%), dopo la Cina (40,4%) e davanti

a India (4,7%), Germania (4,7%), Hong

Kong (3,9%).

Efficienza energetica

Il sistema produttivo italiano si con-

ferma tra i più innovativi in ambien-

tale grazie all’utilizzo più efficiente di

energia e materia. Secondo Eurostat,

in tema di impiego di materia prima

per unità di prodotto, la penisola si

posiziona seconda ancora una volta

dietro al Regno Unito (223,4 tonnellate

per milione di euro di output), con un

utilizzo di 256,3 tonnellate di materia

per milione di euro, valore di gran

lunga inferiore aquellodi Francia (340),

Spagna (356,7) e Germania (423,6). Il

dato italiano è quasi dimezzato rispetto

al 2008 (493,4).

A parità di prodotto le imprese Made

in Italy consumano meno energia: con

13,7 tonnellate equivalenti di petrolio

per milione di euro prodotto, tra i Big5

UE solo le imprese dellaGranBretagna

(cha ha però un’economia più legata

alla finanza) fanno meglio (8,3 TEP).

Mentre siamo più efficienti di francesi

(14,4TEP), spagnoli (15TEP) e tedeschi

(17,1TEP), facendo molto meglio della

media comunitaria (16,6).

L’agricoltura Made in Italy è prima tra i

grandi Paesi europei per riduzionedelle

emissioni climalteranti: con678 tonnel-

late di CO

2

equivalente per milione di

euro prodotto facciamo molto meglio

di Spagna (912), Francia (1.060), Ger-

mania (1.355), Gran Bretagna (1.412) e

dellamediaUE (1.073). Siamo efficienti

anche nell’uso di energia, terzi tra i big

europei con 46 tonnellate di petrolio

equivalente per milione di euro pro-

dotto, dopo Gran Bretagna e Spagna.

I green job

I benefici del lavoroverde va al di làdel-

le statistiche e trova applicazione con-

creta. Alla green economy si devono in

Italia già 2milioni 964mila (ultimo dato

disponibile, anno 2016) occupati che

applicano competenze ‘verdi’: il 13,1%

dell’occupazionecomplessivanaziona-

le. Nel 2017 sono state previste quasi

320milanuoveassunzioni di green job.

Nelle aree aziendali della progettazio-

ne e della ricerca e sviluppo è green

quasi il 60% delle figure professionali:

conferma del fatto che l’innovazione

costituisceun tratto fondamentaledella

green economy. Queste figure, tra l’al-

tro, si caratterizzano per una maggiore

stabilità contrattuale rispetto ad altri:

le assunzioni a tempo indeterminato

sono più del 46% contro il meno del

30% in altri contesti.

@lurossi_71