progettare
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SETTEMBRE
2016
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nel caso di valvole e rubinetti, impianti
termici, turbine e pompe.
Il secondomercato di destinazione per
la nostra meccanica è rappresentato
dalla Germania che, dal 2011 al 2014,
ha registrato un leggero calo recupe-
rato di slancio nel 2015 con un + 9%
rispetto al 2014.Terza posizione per la
Francia, verso la quale, negli ultimi 5
anni, si è progressivamente ridotto il
valore complessivo del nostro export
passando da 2,3 miliardi di euro a
poco più di 2,1 miliardi di euro. Per
quanto riguarda l’Asia e i Paesi Extra
UE, sono da notare l’Arabia Saudita
e la Russia, legati entrambi al prezzo
del petrolio e all’instabilità politica del
Medio Oriente. L’Arabia Saudita è un
esempio di partner commerciale delle
nostre imprese che negli anni hanno
visto la richiesta di meccanica italiana
passaredai 582milioni di euronel 2011
ai 937 milioni di euro nel 2015 ma che
oggi rischia di rallentare bruscamente
questa crescita. Lo stesso si può dire
per la Russia, che è passata dagli
1,25 miliardi di euro di fatturato nel
2013 agli 859 milioni di euro, anche
a causa delle sanzioni verso la UE
oltre che della crisi valutaria vissuta
nello stesso periodo. La conferma
delle sanzioni a partire dal 1 luglio
2016 certamente non migliorerà la
situazione per l’export italiano verso
l’importante mercato russo.
@
lurossi_71
Effetti Brexit e sanzioni
Potenzialmente la definizione del Ttip,
il trattato di libero scambio tra USA ed
UE, potrebbe portare ulteriori vantaggi
per le imprese italiane che, a fronte di
una probabile riduzione dell’export in
UK, facilmente immaginabile dopo il
voto Brexit, troverebbero ulteriori op-
portunità e spazi di crescita verso un
mercato anglosassone, in realtà ben
più grande di quello inglese. Il Regno
Unito è il quarto Paese di destinazione
dell’export della meccanica italiana,
con scambi pari a 1,2 miliardi di euro
nel 2015. Il risultatodel referendumnon
lascerà invariata la situazione. L’ipotesi
di dazi doganali e di barriere all’in-
gresso, oltre al deprezzamento della
sterlina, hanno già messo in guardia
le imprese manifatturiere che vantano
l’UK tra i mercati di riferimento come
sportato circa 26 miliardi di euro in
tecnologia italiana registrando un +2%
rispetto all’annoprecedente. Per il 2016
è previsto un +1,6% pari a 26,3 miliardi
di euro. Secondo i dati dell’Ufficio studi
Anima su elaborazioni Istat, il 40%
dell’export italiano è targato UE28,
registrando un +5% nel 2015. L’Asia ha
richiesto il 24% dei nostri prodotti con
un +10% sul 2014, mentre l’America
settentrionale ha assorbito circa il 10%
dell’offerta per un +14% sull’anno pre-
cedente. “L’industria italiana, e in parti-
colarequellameccanica, si conferma lo
specchio dei cambiamenti geo-politici
mondiali - dichiaraAlbertoCaprari -. Fa-
re impresa oggi significa anche essere
pronti a considerare l’imprevedibilità
e la dinamicità di fattori legati alla po-
litica e al contesto internazionali, più
che all’effettiva capacità commerciale
delle imprese. Soprattutto, è neces-
sario fare sistema tra aziende dello
stesso Paese e tra Governo e imprese,
perché sempre più in questi anni le
politiche commerciali edesteredevono
essere forti e legate indissolubilmente
fra loro. Per potersi aiutare a vicenda,
difendendo un unicoMade in Italy”. Gli
USAsi confermanoprimadestinazione
dell’export di meccanica Made in Italy
con una performance difficilmente ri-
petibile nei prossimi anni. Il fatturato
dal 2011 al 2015 è, infatti, quasi raddop-
piato passando da 1,5 miliardi di euro
a ben 2,7 miliardi di euro.
Alberto Caprari è il presidente di Anima.
Export dellameccanica italiana