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progettare

400

SETTEMBRE

2016

37

ritari spicca come indispensabile la

cablatura delle aree a forte presenza

industriale. Il punto di partenza sareb-

be quello di assicurare all’85% della

popolazione la connessione ad almeno

100 mbps entro il 2020. Ma questo è

solo il punto di partenza per recuperare

il ritardo rispetto ad altri competitor.

L’Italia punta anche sullo sviluppo delle

reti wireless e sul 5G, su reti elettriche

intelligenti. Secondo la strategia go-

vernativa occorre creare diversi Digital

Innovation Hub: ecosistemi nei quali

operinoastrettocontattoR&D, imprese

innovative, grandi imprese, start-up e

investitori. Anche la Pubblica ammini-

strazione ricoprirà un ruolo importante

nel processo di digitalizzazione, non

solo per modernizzare i processi am-

ministrativi ma anche per una funzione

di stimolo di processi innovativi nel

pubblico e nel privato.

Nel compartodella formazione l’obiet-

tivo è colmare il gap, con la riquali-

ficazione del personale che svolge

attività a rischio di obsolescenza e nel

recupero della cosidetta generazione

Neet. Lo stesso sistema scolastico

dovrà al contempo colmare i suoi

ritardi sia nei contenuti trasversali sia

nelle competenze.

Ultimo tassello del piano governati-

vo riguarda la presenza di un digital

single market europeo, un paradigma

fondamentale per garantire un siste-

ma aperto e interoperabile.

@lurossi_71

cogliere risultati concreti evitando al

contempo di subire iniziative altrui.

Tra i fattori critici, la Commissione se-

gnala la difficoltà ad acquisire cultura

manageriale e personale qualificato

nelle gestione dell’impresa e nella

R&D: un aspetto che riguarda il siste-

ma formativo giudicato ancora non

pienamente in grado di incrociare la

domanda delle imprese. in merito a

questo tema, laCommissione aggiun-

ge anche la difficoltà del nostro Paese

a trattenere le alte professionalità cre-

ate dal suo sistema formativo e non

è in grado di attirare professionalità

dall’estero a causa di una domanda

ancora insufficiente e remunerazioni

giudicate non adeguate.

Altro aspetto critico è la limitatezza

della dimensione delle nostre impre-

se, e per ovviare a questo la Com-

missione suggerisce di ‘fare rete’,

individuando anche strumenti di fi-

nanziamento innovativi, orientandoli

in particolare al sostegno di start-

up. Per un processo così complesso,

conclude la Commissione nella sua

relazione, serve una governance asso-

ciata che possa orientare e indirizzare

il sistema.

Il piano del Governo

Il Governo instituiràuna cabinadi regia

che si muoverà con finalità analoghe

a quella creata in Germania, con una

struttura però più snella e flessibile.

Per il Governo, tra gli obiettivi prio-

innovazione quotidiana ma anche

radicale, adeguando le politiche del

lavoro, la formazione delle compe-

tenze e creando standard aperti: sono

le conclusioni del documento sulla

rivoluzione digitale dell’industria ma-

nifatturiera presentato dalla Commis-

sione. Sono insomma i cinque pilastri

sui quali, secondo l’organo parlamen-

tare, si dovrebbe basare la via italiana

a Industria 4.0. Il lavoro è il frutto di

diverse audizioni parlamentari con

i principali attori di questa catena

del valore: imprenditori, associazioni

di categoria, sindacati, Università e

centri di ricerca. Secondo la relazione,

la trasformazione del sistema è una

necessità più che una opportunità

perché il nostro sistema manifattu-

riero continui a rimanere competitivo.

Cinque dunque sono i pilastri della

via italiana a Industria 4.0: una gover-

nance chiara, infrastrutture abilitanti,

poter contare su competenze digitali,

spazio alla ricerca e all’innovazione

che sia però open. La Commissione

Attività Produttive della Camera se-

gnala anche i punti di forza italiani che

vanno valorizzati, e tra questi il piano

per la banda ultralarga del Governo. A

fianco a questo, devono essere anche

esaltate le competenze del nostro Pa-

ese. Il nostro manifatturiero, segnala

laCommissione, non comprende però

player di sistema di dimensione glo-

bale e software vendor nazionali, per

questomotivo servono delle piattafor-

me e degli standard aperti per poter