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di successo… se creo, se innovo,
allora l’azienda vale e devo bre-
vettare. Rispetto al passato sono
cambiate molte cose: anni fa la
tendenza era a brevettare ogni
tanto singole e particolarmente
significative idee ma oggi si può
brevettare ad esempio anche l’u-
tilizzo nuovo e creativo di ciò che
magari è già esistente”. Daniela
Mainini sottolinea anche come
sia fondamentale cercare di pre-
venire le contraffazioni, dato che
poi, quando il furto del proprio
lavoro si è già consumato, il pro-
blema da affrontare è molto più
grande. A maggior ragione in
Italia dove ci sono tantissime PMI
con forte connotazione innovativa
che hanno un grande patrimonio
immateriale, e questo, volendo,
è anche un valore che potreb-
be essere acquistato magari da
grandi aziende. Questo significa
che le imprese devono mettere
anche un costo a budget per ogni
evenienza. E quando le aziende
si vedono sottratto un proprio
patrimonio devono fare la propria
parte denunciando senza esitazio-
ne ciò che è avvenuto. “Dobbiamo
tenere presente - prosegue Mai-
nini - che il Made in Italy è già di
per sé un valore, sul mercato un
prodotto ha un plus solo per il
fatto di essere italiano; e qui apro
una parentesi: il Made in Italy
non vuol dire solo moda e lusso,
abbiamo voluto nel Cnac (Consi-
glio nazionale anti contraffazione
[n.d.r.]) un tavolo apposito per la
meccanica proprio perché questo
comparto rappresenta una enor-
me ricchezza ed è la prima voce
delle nostre esportazioni. Allora,
quando esponiamo in una fiera,
quando esportiamo un prodotto,
quando andiamo a produrre in
un altro Paese (magari in Asia)
dobbiamo già sapere che siamo
esposti e che la spia rossa è già
accesa. Là fuori c’è un mondo
globalizzato e c’è un mercato non
sempre leale al 100%, in cui si
aggirano potenziali ‘copiatori’.
Ecco che allora bisogna essere
già pronti con tutte le precauzioni
possibili: nel caso di produzioni
delocalizzate è buona norma ave-
re scelto imprenditori seri con cui
collaborare, mettendo in essere
contratti cogenti che preveda-
no penali nei casi critici e avere
stretto accordi vincolanti alla se-
gretezza, alla tutela del know-how
ecc. Pronti ad agire anche su quel
territorio”.
Uno sguardo al problema della
contraffazione visto da un punto
di vista molto originale è quello di
Andrea Barazzoni, presidente Fiac
(Associazione fabbricanti italiani
articoli casalinghi) e presidente
Comitato anticontraffazione A-
nima, il quale dice:”Nel settore
degli articoli casalinghi il pro-
blema principale è l’introduzione
sul mercato di prodotti che non
rispettano le regole vigenti sulla
qualità dei prodotti stessi, sul
contatto con gli alimenti, sull’ap-
partenenza alla lista positiva degli
acciai.
Questa è una forma di concor-
renza sleale subdola e pericolosa
perché va a discapito della salute
dei consumatori”.
INCHIESTA
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progettare 381
GIUGNO
2014
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