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sponsabile del ‘Desk anticontraf-
fazione’ di Anima, mette prima
di tutto l’accento sulla necessità
che l’impresa abbia uno sguardo
lucido dei propri beni immateriali.
“Un buon manager - dice Mainini
- deve avere una visione strate-
gica del proprio ‘intangible’ che
è a tutti gli effetti un patrimonio
anche economico da tutelare. In
certi casi si può anche decidere
se tutelarsi o no: può essere i-
nutile e dispendioso brevettare
tutto comunque; l’importante è
intervenire solo su ciò che costi-
tuisce a tutti gli effetti un fattore
progettare 381
GIUGNO
2014
29
I PROTAGONISTI
DANIELA MAININI, presidente ‘Centro studi
anticontraffazione’ e responsabile del ‘Desk
anticontraffazione’ di Anima: ”Fare sistema,
fare rete è fondamentale, un conto è difen-
dere i diritti di uno solo, un conto quelli di
un intero comparto. Tutelarsi nel mondo con
brevetti è costosissimo (si tenga presente ad
esempio che non è prevista alcuna incen-
tivazione fiscale per le società che brevet-
tano). Uno degli sviluppi che vedo in un
prossimo futuro riguarderà senz’altro una
difesa del Made in Italy basata su iniziative
di class-action”.
“In una società globale è impensabile che
sia la singola azienda che da sola possa
tutelare e difendere le proprie ragioni - af-
ferma ANDREA BARAZZONI, presidente Fiac
(Associazione fabbricanti italiani articoli
casalinghi) e presidente Comitato anticon-
traffazione Anima - servirebbe da una parte
un sistema di controllo e di repressione degli
abusi che funzionasse e dall’altra favorire
e agevolare la possibilità di realizzare
brevetti e di renderli efficaci a livello inter-
nazionale (pratica estremamente costosa)”.
“La volontà e la determinazione di singole
aziende non bastano di certo - dice UGO
PETTINAROLI, presidente AVR (Associazione
italiana costruttori valvole e rubinetteria) - i
nostri vertici e i nostri ‘past presidents’ di
AVR, come Maurizio Brancaleoni e anche il
nostro attuale presidente di Anima, Sandro
Bonomi, se ne sono occupati in passato e se
ne stanno ancora occupando oggi. Sicura-
mente anche io, come neo presidente AVR
intendo dare il mio contributo a favore di
questa battaglia, legata anche al ‘Made in’
con azioni efficaci”.
La contraffazione è un grave fe-
nomeno che colpisce duramente
gli assetti produttivi della nostra
economia; e lo fa in tutti i settori
con particolare virulenza. Natu-
ralmente il settore della mecca-
nica non fa eccezione, data la
sua intrinseca ricchezza di idee
innovative, soluzioni avanzate e
altissimi contenuti tecnologici e,
non ultimo, il suo rilevantissimo
giro d’affari.
Non bisogna poi dimenticare che
questo comparto occupa la prima
posizione nell’export italiano e
tutti gli attacchi che esso subisce
si traducono automaticamente in
gravi danni al nostro sistema e-
conomico (si calcola che in un
anno i pezzi contraffatti di cui si
riesce ad avere notizia siano circa
3 milioni).
E il danno si estende ulterior-
mente se consideriamo la serie
degli avvenimenti concatenati
che derivano da una contraffa-
zione. Ecco infatti che abbiamo
componenti fasulli e scadenti che
vanno a inficiare le prestazioni di
una macchina la quale spesso di-
venta anche meno sicura e meno
pulita (con gli inconvenienti che
possiamo immaginare); per non
parlare del danno di immagine
che subisce un costruttore nel
vedere il suo marchio accostato
a prestazioni non conformi agli
standard preposti.
Quali sono i temi più scottanti che
riguardano questo fenomeno? E
come è possibile intervenire per
cercare di arginarlo al meglio?
Ne abbiamo parlato con esperti
e addetti ai lavori per raccogliere
in queste pagine una serie di ele-
menti utili e di spunti stimolanti.
L’importanza della prevenzione
Daniela Mainini, presidente ‘Cen-
tro studi anticontraffazione’ e re-
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