presente che il gradino viene collegato
ai montanti mediante rivetti a strappo:
questo collegamento è importante per-
ché, oltre a trasferire a taglio la reazione
verticaledelcaricoesterno,serveanchea
limitare le oscillazioni laterali. Dal punto
di vista della riparabilità a seguito di un
sovraccarico accidentale, per il cliente
è molto meglio aver a che fare con un
rivetto tranciato da sostituire che con un
foro ovalizzato: in altre parole, lo spesso-
redelleparticollegatedeveesseretaleda
produrre questo risultato: è un ulteriore
vincolo alla progettazione.
Dato il tipo di rivetto utilizzato, con sem-
plici calcoli si vede che lo spessore mi-
nimo del tubolare in magnesio dev’es-
sere almeno 1,7 mm. Con un leggero
incremento della dimensione maggiore
(45 mm anziché 40) e con spessore
del lato lungo pari a 1,2 mm si arriva
a condizioni di pari rigidezza con una
riduzione di peso a metro pari al 25%.
Con gli stessi criteri si può dimensionare
anche l’altro montante ottenendo, sem-
pre con un tubolare di 45 x 20 mm con
spessore costante e pari a 1,2 mm, una
riduzione di peso del 14%. Per quanto
riguarda il gradino, se si desidera avere
la stessa rigidezza di quello d’alluminio
gli spessori devono essere incrementati
nel rapporto dei moduli elastici, che
casualmente coincide con il rapportodei
pesi specifici. Non si conseguono perciò
risparmi di peso.
Da quanto detto il risparmio di peso
che si può stimare è complessivamente
di 1,3 kg (circa il 20%), quindi la scala
in magnesio peserà 4,7 kg. Ma quanto
vale questo risparmio in peso? In altre
parole, quanto è disposto a pagare in
più l’utilizzatore finale? Questo è il vero
problema.
Cosa dire
Ilveroproblemaècapirequantol’utilizza-
tore finale è disposto a pagare in più per
avere un oggetto di pari caratteristiche
ma di peso inferiore: in prima approssi-
mazione e trascurando altremotivazioni
di tipo commerciale si può supporre che
l’unica variabile sia il costo del materiale
di partenza e che rimangano invariati i
costi di trasformazione e di commer-
cializzazione. In concreto, il costo degli
estrusi di alluminio è pari a circa 13,5 €:
per l’equivalente soluzione inmagnesio
si può stimare a circa il doppio il prezzo
al chilo, per cui l’attuale prezzo della
scala salirebbe da 50 ad almeno 61 €. È
pensabile che un anziano pensionato o
semplicemente una persona pigra siano
disposti a sobbarcarsi questa maggiore
spesa? Probabilmente con un progetto
vero, maggiormente ottimizzato, si può
fare di più in termini di risparmio di peso
e quindi la soluzione in magnesio può
diventare più appetibile: in ogni caso,
perché non provarci?
Ringraziamenti dell’autore
.
Al prof. Fa-
brizio D’Errico del Politecnico di Milano,
al prof. Luca Tomesani dell’Università
di Bologna e all’ing. Marco Raggi di
Agusta-Westland per i suggerimenti e
per le informazioni fornite.