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finanziaria o materiale. Condivisione dei

proventi: le imprese possono condividere

gli utili o i proventi futuri con il pubblico

in cambio di un ritorno sul finanziamento

effettuato in precedenza. Crowdfunding

con titoli di debito. I privati investono in

un titolo di debito emesso dall’impresa,

come ad esempio un’obbligazione. Mo-

delli ibridi. Offrono alle imprese l’oppor-

tunità di combinare elementi di più tipi di

Crowdfunding.

La situazione in Italia

In base alla recente ricerca ‘Report 2015’

dell’Università Cattolica, il valore dei pro-

getti finanziati con la raccolta fondi online

è salito dell’85% rispetto a maggio 2014.

Report 2015 è una ricerca frutto di una

elaborazione dei risultati di un questiona-

rio online rivolto agli amministratori delle

piattaforme di Crowdfunding nel settem-

bre - ottobre 2015. All’indagine hanno

risposto 51 piattaforme, il 62% del totale.

In Italia si contano attualmente 82 piatta-

forme di Crowdfunding. Di queste 69 sono

attive (al 21 ottobre 2015) e 13 sono in fa-

se di lancio. Rispetto all’ultima mappatura

delle piattaforme di Crowdfunding, (mag-

gio 2014), si nota un forte incremento, si

contavano 41 piattaforme attive, oggi so-

no cresciute del 68%.

La parte rilevante delle piattaforme di

Crowdfunding, pari a 26, è collocata nell’I-

talia settentrionale; un ruolo di rilievo ri-

copre la città di Milano, sede legale di 16

piattaforme e sede operativa di 18. Nel

Centro Italia sono collocate 7 sedi legali e

9 sedi operative; nel Sud Italia si registrano

5 sedi legali e 3 sedi operative. Si stima che

il valore dei progetti finanziati sia di 56,8

milioni di euro, grazie a circa 858 mila do-

natori/finanziatori.

Dal punto di vista quantitativo emerge un

fenomeno di modeste dimensioni assolu-

te ma in forte espansione. Le piattaforme

occupano circa 250 dipendenti e per tre su

quattro il mercato di riferimento è quello

Among the new words that have been

coined in recent years, one in particular

is by now well-known to everyone, not

only digital insiders. We’re talking about

crowdfunding, an online fundraising

practice that allows people to ask for

funding from a mass of investors. The

media channel used for the direct funding

of a project is the Internet, and has

its origins in Australia and the USA,

and has quickly become a widespread

phenomenon in Europe and Italy as well.

Perhaps not everyone knows how it works

in detail, nor that our country was the

first to introduce legislation governing

crowdfunding, which is used mostly by

start-ups or companies in expansion as a

means of accessing alternative financing.

An important role is played by online

crowdfunding platforms, which is to

say websites that enable the interaction

between those looking for funds and a

wider audience. Generally speaking, the

platforms operate according to an ‘all or

nothing’ model, which means that if you

reach your pre-established fundraising

goal, you receive the money; if you fall

short, everyone gets back the money they

committed. What do businesses think

about crowdfunding? Companies have

growing expectations for the coming years

and appear confident with respect to

the prospects for market growth. At the

same time there exist various problems:

the excess of constraints and regulations,

overly rigid rules for equity crowdfunding,

international competition, lack of

resources, the excessive diffusion of generic

platforms, the lack of knowledge of the

instrument by potential users, the limited

awareness of the culture of donation, an

unevolved digital culture and the limited

forms of electronic payment.

Funding from the web

nazionale. La media è di 5,7 lavoratori per

piattaforma. Le piattaforme che hanno

personale dipendente rappresentano il

50% del totale, quelle che si avvalgono di

collaboratori stabili sono il 64% e il 66%

ricorre a collaboratori occasionali. Media-

mente, all’interno delle piattaforme lavo-

rano 1,5 dipendenti, 2,1 collaboratori sta-

bili e 2,1 collaboratori occasionali.

Solo un progetto su cinque riesce a inse-

rirsi on-line (altri selezionati sono respinti)

e in media la raccolta fondi a progetto si

aggira sui 10mila euro.

Il 40% dei progetti finanziati non riguarda

le classiche piattaforme di ricompense o di

equity, ma le piattaforme di debito, che al

momento in Italia sono solo tre ma sono

il vero business: Fintech (tecnologia appli-

cata alla finanza), la startup Prestiamoci,

primo marketplace del credito in Italia che

mette in contatto coloro che hanno biso-

gno di un prestito personale con coloro

che hanno un capitale da investire, o come

Smartika, nella quale richiedenti e di pre-

statori interagiscono direttamente tra loro

senza ricorrere a intermediari.

Le più diffuse sono però quelle basate su

ricompense, cioè che prevedono piccole

ricompense per ciascuna donazione, ma

sono in crescita anche quelle di equity, in

base alle quali il finanziatore ottiene in

cambio quote azionarie della società fi-

nanziata.

Le piattaforme

Fra le 69 piattaforme attive, 31 (pari al

45%) sono basate su Ricompense, 13 (il

19%) su Donazioni, 13 (19%) sono piatta-

forme Equity e 3 (il 4%) si fondano sul De-

bito (tra cui la start-up Prestiamoci, che si

occupa di prestito tra privati). Nel 90% dei

casi, gli imprenditori hanno avuto la possi-

bilità di maturare competenze in posizioni

lavorative precedenti. Inoltre, il 67% dei

fondatori svolge attività professionali ul-

teriori rispetto alla piattaforma; si tratta

prevalentemente di consulenti, manager o

novembre 2016

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