TPA_Italia_2014 - page 63

la tecnologia riesca ad emulare i
comportamenti più curiosi della
natura.Ècosì per l’idrofobicitàdella
foglia di loto, come per l’autoripa-
rabilità dei tessuti cutanei o per la
fotovoltaicità organica. Stimolante
ma non unico. Nuovi materiali, in
generale a base polimerica caricata
con fibre di varia natura, mostrano
proprietà meccaniche eccellenti, e-
levata stabilità termica e resistenza
alla corrosione. La loro applicazio-
ne come elementi strutturali offre
grandi possibilità per migliorare la
distribuzione dei pesi nelle mac-
chine, e per riuscire a generare
strutture di protezione in caso di
ribaltamento o di caduta di oggetti
di nuova concezione, leggere e
resistenti, che consentano anche di
superare l’ormai annoso problema
delladifficileconvivenzadi strutture
diprotezioneabbattibili con l’eleva-
ta semplicità di loro dispiegamento,
eventualmente anche automatico.
Poi, perché no?, potremo anche
prima o poi vederli applicati nell’o-
leodinamica di potenza.
Sicurezza non solo passiva
Molto si sente dire e si scrive sulla
sicurezza, soprattutto con la pubbli-
cazione delle normative specifiche
che in questi ultimi anni tentano di
coprire lenecessitànatecon l’avven-
to di sistemi elettronici evoluti, che
fanno pensare a macchine comple-
tamente autonome. Se dal punto di
vista delle strutture di protezione le
aziende sono tutte allo stato dell’ar-
te, altrettanto non si può dire per
la sicurezza funzionale. L’adozione
Effetto di
superidrofobicità su
una foglia di loto. La
nanostrutturazione
della superficie
consente
il fenomeno.
Materiale
autoriparante. A fronte
di un danneggiamento
vengono rilasciate
sostanze incluse in
microcapsule che
riparano la superficie.
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TPA
ITALIA
APRILE 2014
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zature in ambienti particolarmente
‘sporchi’. In alcuni casi potrebbero
essere impiegati per migliorare ca-
ratteristiche fluidodinamiche nella
trasmissione di potenza a bordo
macchina. Rivestimenti organici
concaratteristiche fotovoltaichepo-
trebbero contribuire al risparmio
energetico generando una parte
dell’energianecessariaallamacchina
per funzionare. Utopia? No, tutte
quelle indicate non sono illusioni
basate sui primi risultati di alcuni
esperimenti di laboratorio,ma pro-
getti reali che stanno raggiungendo
la fase prototipale, e che prima o
poi vedremonellenostremacchine.
Leprospettive indicate appartengo-
no tutte a quel filone ingegneristico
che va sotto il nome di biomimica,
in cui si cerca di fare in modo che
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