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novembre/dicembre 2017
ritardo rispetto al resto delle regioni meridionali, esce
nel 2016 dalla fase recessiva e riprende a respirare, ot-
tenendo per la prima volta un aumento del PIL (+0,6%)
dopo l’andamento negativo del prodotto sia nel 2014
sia nel 2015. Ciò grazie soprattutto all’industria.
Riparte l’occupazione.
Nella media del 2016 gli
occupati aumentano rispetto al 2015 al Sud di 101
mila unità, pari a +1,7%, ma restano comunque di
circa 380 mila al di sotto del livello del 2008. L’au-
mento dei dipendenti a tempo indeterminato in
termini relativi è più accentuato nel Mezzogiorno,
grazie al prolungamento della decontribuzione. Ma
l’incremento degli occupati anziani e del part time
contribuisce a determinare una preoccupante ride-
finizione della struttura e qualità dell’occupazione.
La riduzione dell’orario di lavoro, facendo crescere
l’incidenza dei dipendenti a bassa retribuzione, de-
prime i redditi complessivi. Il dato più eclatante è il
formarsi e consolidarsi di un drammatico dualismo
generazionale: in Italia rispetto al 2008 sono ancora
un milione 900 mila i giovani occupati in meno. Nel
2016 aumenta l’occupazione nell’industria (+2,4%).
Il Sud non è più un’area giovane, né tanto meno il
serbatoio di nascite del resto d’Italia: negli ultimi 15
anni, al netto degli stranieri, la popolazione meridio-
nale è diminuita di 393 mila unità, mentre è aumen-
tata di 274 mila nel Nord. Nel 2016 la popolazione del
Sud è diminuita di 62 mila unità, calo determinato da
una flessione di oltre 96 mila italiani e da una crescita
di 34 mila stranieri. Nel Centro Nord il calo di popo-
lazione è stato meno intenso: -14 mila unità. Negli
ultimi 15 anni sono emigrati dal Sud 1,7 milioni di
persone, a fronte di un milione di rientri, con una per-
dita netta di 716 mila: nel 72,4% sono giovani entro i
34 anni, 198 mila sono laureati.
@lurossi_71
INCHIESTA
trainante l’ha svolto l’industria, grazie anche alla dif-
fusione di Contratti di Sviluppo, ma ha potuto altresì
beneficiare del rafforzamento del terziario nell’ultimo
anno. La Basilicata continua ad andare bene, è la se-
conda regione del Mezzogiorno e una delle prime
d’Italia, anche se rallenta la crescita (da più 5,4% del
2015 a +2,1% del 2016). Va notato che l’industria lu-
cana è in ripresa già dal 2014 e continua a tirare, sia
pure con intensità diverse nell’ultimo triennio. La Pu-
glia ha molto frenato (+0,7%) rispetto al positivo an-
damento del 2015 e l’industria, nonostante tutto, è
in ripresa rispetto alla caduta dell’anno precedente.
In Calabria, il cui PIL si è attestato su +0,9%, l’industria
ha registrato un andamento favorevole (+8,2%), con i
servizi (+0,7%) che confermano l’aumento positivo re-
gistrato nel biennio precedente. Nella Sicilia, che cresce
dello 0,3%, l’industria (-0,8%) stenta a invertire il trend,
mentre il settore dei servizi ha un andamento poco più
stazionario (+0,4%). Nell’Abruzzo, il cui PIL nel 2016 è
negativo (-0,2%), subisce una pesante battuta d’arre-
sto l’industria, attestandosi su -2,2%, il che denota una
severa contrazione della produzione industriale regio-
nale. Il Molise regge sostanzialmente il ritmo di crescita
dell’anno precedente (+1,6%). La Sardegna, pur se con