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Nel 2016, principali mercati di sbocco dell’offerta ita-

liana sono risultati: Germania (377 milioni + 1%), Stati

Uniti (352 milioni, -9,4%), Cina (315 milioni, -6,9%),

Francia (224 milioni + 23,2%), Polonia (137 milioni,

+7,2%), Spagna (116 milioni, +14%), Messico (99 mi-

lioni, +29,3%), Turchia (87 milioni -5,1%).

Decisamente positivo il risultato del consumo che ha

registrato, per il terzo anno consecutivo, un incre-

mento a doppia cifra, attestandosi a 3.859 milioni di

euro, il 15,3% in più rispetto al 2015. La performance

positiva dell’industria italiana del settore si è riflessa

sul livello di utilizzo della capacità produttiva la cui

media annua è cresciuta, dal 76,6% del 2015, al 79,1%.

ECONOMIA

Stabile il carnet ordini, che si è attestato a 5,9 mesi di

produzione assicurata, come l’anno precedente; men-

tre i prezzi delle macchine sono rimasti invariati.

Vicini ai clienti.

Quanto alla distribuzione geogra-

fica del settore, secondo i dati disponibili che sono

riferiti al 2015, la situazione è risultata coerente con

quella del sistema produttivo italiano, a conferma

che, per le imprese costruttrici di macchine utensili, è

necessario essere attigue a quelle clienti e fornitrici:

la maggior parte delle unità produttive del settore si

trova in Lombardia (42,9%), Triveneto (19,8%), Emilia

Romagna (19,8%) e Piemonte (12,1%). Alla composi-

zione del fatturato totale la Lombardia ha contribu-

ito per il 38,4%, il Piemonte per il 23,4%, il Triveneto

per il 21,1% e l’Emilia Romagna per il 15,8%. Le im-

prese del Triveneto vantano la più alta propensione

all’export (pari al 73% a fronte del 68,2% della media

di settore).

Sul fronte dell’utilizzo, bisogna dire che il principale

consumatore di macchine utensili è risultata l’industria

dei prodotti in metallo - che comprende produzione

e prima trasformazione dei metalli, contoterzisti, ele-

menti da costruzione, altri prodotti diversi dai macchi-

nari (32,3%) seguita da quella automobilistica (30,7%).

Si tratta ora di assicurare che tutti questi risultati pos-

sano continuare a manifestarsi, facendo leva anche sulle

misure previste dal Piano Nazionale Industria 4.0 che

dovrebbero avere il tempo utile per produrre gli effetti

desiderati e considerando che i processi di digitalizza-

zione e interconnessione appena avviati produrranno

nel medio e lungo periodo nuovi e continui investimenti

a tutto beneficio dell’economia del Paese e della com-

petitività del manifatturiero italiano.

@wonderscience

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rmo

settembre 2017