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settembre 2017
luto 146,1); decisamente positivo l’indice ordini interni
cresciuto del 24,8% rispetto ai primi sei mesi del 2016,
per un valore assoluto pari a 208,4.
Un trend positivo.
Queste prospettive non fanno che
rinforzare il trend positivo registrato dal 2014 e docu-
mentato nel bilancio 2016, analizzato da Ucimu, che ha
registrato incrementi per tutti i principali indicatori eco-
nomici, ad eccezione dell’export.
Mentre nel 2016 la produzione mondiale di macchine
utensili è diminuita (-1,3%, a poco più di 71.600 milioni
di euro) e in un contesto generale non favorevole, l’I-
talia ha visto crescere la produzione. Quinta tra i pro-
duttori, dopo la revisione della serie storica dei dati,
effettuata dall’associazione statunitense, l’Italia si è con-
fermata terza tra gli esportatori, alle spalle di Giappone
e Germania, e ha guadagnato un posto nella classifica di
consumo dove si è posizionata quinta, a testimonianza
della vivacità della domanda locale.
In particolare, nel 2016, la produzione, cresciuta del
6,4%, si è attestata a 5.552 milioni di euro. Il risultato è
stato determinato dal positivo andamento delle conse-
gne sul mercato interno dei costruttori salite, del 25,7%,
a 2.300 milioni. L’export ha invece subito una battuta
d’arresto. Sceso del 4% a 3.252 milioni di euro, il valore
delle esportazioni si è riportato sul livello del 2014, an-
nullando del tutto l’incremento messo a segno nel 2015.
La manifattura al centro
All’annuale assemblea dei soci Ucimu-
Sistemi per produrre, svoltasi a Milano
il 6 luglio scorso, assieme al presidente
Massimo Carboniero sono intervenuti
il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, in videoconferenza interattiva da Roma, e il
vicepresidente di Confindustria nazionale con delega alla politica industriale Giulio Pedrollo.
“In un contesto di generale arretramento dell’industria mondiale di settore - ha affermato Carboniero -
l’Italia ha mostrato di avere fiato e gambe per crescere”. Nonostante le previsioni lusinghiere tuttavia,
neanche alla fine del 2017 avremo recuperato tutto il terreno perso. “Il rilancio della competitività
delle PMI manifatturiere è appena avviato, occorre tempo perché esse recepiscano i provvedimenti
e avviino i piani di investimento. Per questo potrebbe essere utile trasformare il superammortamento
in provvedimento strutturale, anche per adeguare gli attuali coefficienti di ammortamento che non
corrispondono più alla reale durata dei beni. Inoltre, a fronte di un grande interesse delle aziende a
impegnarsi nella propria riorganizzazione in chiave digitale, sarebbe opportuno valutare l’inserimento
dell’iperammortamento anche nella prossima legge di bilancio, prolungandone l’operatività di un anno
rispetto agli attuali termini fissati”.
Il ministro Calenda ha sottolineato che “il piano Industria 4.0 è frutto di una strategia che vede in
Italia la manifattura rientrare al centro dell’agenda della politica” e che ciò deve avvenire anche in
Europa. Il piano peraltro “è un piano di politica industriale, non è occasionale e se non è prolungato
nel tempo non serve a nulla”; da qui l’invito a tutti per “sfruttare il potenziale delle misure messe in
atto quest’anno”. Senza anticipare impegni concreti per la prossima legge finanziaria, Calenda ha
dichiarato l’intenzione di “allungare il periodo di esecuzione dell’investimento: il rischio è che non ci
sia la possibilità di avere macchinari installati entro la prima metà del 2018”.