taforme open source, quindi un’integrazione, rispetto
al panorama del mercato, più flessibile. All’evento
hanno partecipato circa 150 persone. I relatori che si
sono alternati sul palco dell’autitorium Bosch rappre-
sentavano aziende di primo piano: Tenute Ruffino,
Panificio Cremona Italia, Automobili Lamborghini,
RCF, Vhit, Bosch (stabilimento di Bari), Aresi e Warrant
Group. Si tratta di imprese che hanno iniziato la loro
trasformazione secondo i paradigmi dell’industria 4.0.
Pensare in grande, ma iniziare in piccolo deve essere
il mantra di ogni imprenditore che vuole fare il salto
nella manifattura del futuro.
Fondamentale la formazione.
L’integrazione
dell’information technology con le tecnologie più
classiche di produzione aprono orizzonti nuovi, non
tanto nelle performance di macchina, quanto di ot-
timizzazione del processo e di massimizzazione del
valore lungo l’intera catena. La vera rivoluzione è
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rmo
settembre 2017
Industry 4.0 secondo Bosch Rexroth
Se l’economia nazionale si consoliderà, la ripresa
dell’industria e del suo indotto dovrebbero essere positive.
L’automazione di fabbrica, in questi ultimi anni, sta
correndo e le prospettive sono ancora positive. Insomma,
la fabbrica 4.0 è un argomento di grande interesse tra gli
operatori del settore. Abbiamo chiesto l’opinione a Marino
Crippa, head of digital factory di Bosch Rexroth (in foto).
“Investire nell’innovazione è assolutamente necessario per
l’industria manifatturiera. Innovazione non solo di prodotto,
ma anche di processo e, magari, anche modello di business.
Oggi è necessario trasformare l’industria tradizionale nel manifatturiero digitale. Tra cinque/sette anni, ma
forse prima visto la velocità di questo trend, la digitalizzazione sarà la caratteristica principale dei processi
industriali”. E continua: “Sottolineo l’importanza dell’innovazione non solo tecnologica ma soprattutto di
processo. Investire esclusivamente in tecnologia, anche grazie agli incentivi governativi, sarebbe un errore.
È necessario pensare a processi innovativi che possano rendere l’azienda più competitiva sul mercato e che
sfruttino al massimo il potenziale tecnologico. Solo a questo punto è importante utilizzare la tecnologia per
abilitare queste idee declinate nei processi, prodotti o servizi innovativi”.
Qual è allora il punto di partenza per innovare la fabbrica in ottica 4.0? “Non esiste un’unica ricetta -
prosegue Crippa - ma possiamo individuare qualche regole, la prima è il buon senso dell’imprenditore
o del dirigente di fabbrica. Non è necessario rivoluzionare l’azienda. Si deve pensare in grande, ma
iniziare da piccoli progetti controllati con una logica evolutiva di ciò che si sta creando. Non sono
necessari investimenti importanti. Insomma, l’industria 4.0 è un concetto universale ed è per tutti. È una
rivoluzione democratica. Non è relegata a una nicchia di aziende privilegiate.
La fabbrica intelligente deve essere pensata secondo logiche modulari. Si inizia da un singolo dato
per poi analizzare sistemi più complessi in un’unica piattaforma: dal robot, alle reti digitali, big data
e macchine che imparano da sole”. Si va verso il trasferimento delle attività umane alle macchine.
Quale sarà l’impatto sociale che l’industria intelligente avrà nel mondo del lavoro; porterà più o meno
occupazione? “Industria 4.0 è un processo di cambiamento epocale che dovrà essere governato sia
dalle imprese sia dalle Istituzioni. Penso che ci sarà una maggiore occupazione in senso assoluto,
quando la trasformazione dell’industria sarà completata. Le competenze saranno differenti rispetto ad
oggi. È prevedibile un periodo di sovrapposizione tra competenze storiche e nuove professionalità.
Ecco allora la necessità che prevedano misure per la gestione di questa fase”.
utilizzare la tecnologia per ridisegnare i processi pro-
duttivi con l’obiettivo di guadagnare un vantaggio
competitivo sul mercato. La possibilità di raccogliere
ed elaborare dati macchina e di ridurre i tempi di de-
cisione per produzioni più efficienti sono i veri obiet-
tivi da perseguire. Per questi motivi è necessario la
presenza di personale qualificato.
Con la propria scuola di formazione TEC, Bosch mette
a disposizione la propria esperienza tecnologica attra-
verso un’ampia gamma di corsi di alto profilo tecnico
e innovativo dedicati all’Industry 4.0. TEC crede nella
formazione quale strumento concreto di crescita per
un’azienda ed è nata per rispondere alle esigenze di
formazione manageriale e tecnologica di collaboratori
e utilizzatori. Il valore aggiunto di TEC è la capacità di
costruire percorsi formativi con la concretezza e la qua-
lità che da sempre contraddistinguono il marchio Bosch
nel mondo. Grazie alle esperienze capitalizzate in que-
sto contesto, la scuola di formazione vanta un’elevata