PERSONAGGIO DEL MESE
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rmo
aprile 2017
Germania ha dato un nome a una serie di tecnologie
che migliorano la connettività delle macchine con i
sistemi e che consentono di estrarre informazioni
dagli impianti per avere update costanti. Festo è in
prima linea nello sviluppo di questo percorso. In Italia
abbiamo tenuto due workshop lo scorso anno, per
spiegare da quali esigenze nasce Industria 4.0, per rac-
contare cosa sta accadendo e quali sono le tecnologie
abilitanti. Due altri workshop sono in programma
nel 2017, a Torino e Bologna. Il Gruppo è quindi im-
pegnato con Siemens, Deutsche Telekom e SAP nel
Comitato direttivo Industrie 4.0 per promuovere le
nuove tecnologie in collaborazione con il Governo
tedesco. Festo si propone infine come vetrina appli-
cativa dell’Industry 4.0: due anni fa abbiamo aperto
un’azienda vicino all’aeroporto di Stoccarda costruita
completamente in logica 4.0, dove realizziamo i nostri
componenti. Abbiamo quindi pensato di aprire l’a-
zienda ai clienti, organizzando dei tour per mostrare
loro in modo tangibile cosa sia la manifattura 4.0, e
abbiamo ottenuto dal Vdma l’autorizzazione per fare
assessment, recandoci nelle imprese per misurare il
loro livello di conformità a Industry 4.0, con la nostra
società di consulenza e formazione CTE”.
Le nuove tecnologie digitali prospettano cambi anche a
livello dei modelli di business?
“L’avvento del 4.0 appresta un cambiamento epo-
cale nei modelli di business, con il passaggio dalla
vendita di macchine e componenti a quella di perfor-
mance e produttività. Ci aspettiamo che un domani
il cliente chiederà che il prodotto non debba più es-
sere venduto ma noleggiato, come avviene già oggi
per le macchine. Le aziende devono essere pronte
a vendere performance, e quindi produttività, cam-
biando alla stessa velocità del mercato. E questo
vale per le macchine come per i componenti, per cui
in futuro si venderanno numeri di cicli, grazie alla
il Gruppo investe in ricerca e sviluppo il 7,5% del fat-
turato, che nel 2016 è stato pari a 3 miliardi di euro.
La ricerca viene fatta in tre continenti, in quanto di-
verse sono le esigenze dei rispettivi mercati. In Europa
l’Industria 4.0 ha innalzato moltissimo l’asticella della
competizione e dei livelli di automazione, creando
un nuovo tasting che caratterizzerà il futuro Made
in Europe, che ricomprenderà allargandolo anche il
concetto di Made in Italy. In Cina vi sono prerogative
e aspettativemolto diverse, soprattutto in ragione dei
diversi costi della manodopera. Gli Stati Uniti, infine,
da cui il Gruppo copre il mercato Nafta, sono molto
più attenti alle norme, per cui l’approccio cambia già
fin dall’idea e dalla progettazione. Crediamo che
un’azienda debba essere technology driven, e infatti
i clienti si aspettano che Festo anticipi i tempi indi-
cando loro quali saranno le tecnologie da impiegare
nel futuro. Allo stesso tempo, un’azienda deve anche
essere market driven, attenta a quello che i clienti
chiedono nei diversi mercati”.
Anche il concetto di Industria 4.0 risponde a una do-
manda del mercato? E come vi vede impegnati?
“Il concetto di Industria 4.0 non ha fatto che dare
un nome a qualcosa che nel mercato stava già acca-
dendo: chi utilizza macchinari negli ultimi anni ha al-
zato i livelli di competizione, seguendo la crescente
domanda di customizzazione in area consumer. I
costruttori di macchine hanno capito che la Industry
4.0 era qualcosa di reale quando i loro clienti hanno
iniziato a chiamarla così. Oggi il logo Industry 4.0 in
Application Center, l’area i4.0 dedicata alla formazione per
i clienti e partner dove Industry 4.0 da teoria diventa pratica.
Festo CTE organizza più di 1.000 giornate di formazione
interaziendale con un fatturato di 9 milioni di euro.