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rmo

settembre 2016

2014 contro lo 0,6% del 2013), pari in valore asso-

luto a 2,2 milioni di b/g, è da attribuirsi al ciclo di in-

vestimenti realizzato negli anni scorsi, a fronte degli

alti prezzi del petrolio, e in particolare agli sviluppi

della tecnologia di estrazione di greggio non con-

venzionale negli Stati Uniti, che ha messo in diffi-

coltà l’Opec. Per la prima volta, infatti, quest’ultima

organizzazione ha visto ridurre la richiesta dei suoi

greggi (-0,7%).

L’aumento di produzione registrato nell’area ameri-

cana ha segnato, a livello annuale, un +9,9%, valore

ancora più alto del già significativo +8,2% registrato

lo scorso anno.

Si è così andato progressivamente sviluppando un

surplus, accentuato dall’atteggiamento dell’Opec,

che ha abdicato dal tradizionale ruolo di regolatore

del mercato a causa delle difficoltà, anche di tipo po-

litico, a trovare un accordo per un controllo dei livelli

produttivi, ma anche a stabilizzare i prezzi in un con-

testo dove ogni taglio appariva facilmente compen-

sabile da altre produzioni.

Domanda di gas naturale.

La domanda mondiale

di gas naturale ha registrato nel 2014 una contra-

zione (-2%), dovuta in particolare al forte calo degli

impieghi in Europa, che ha sopravanzato le positive

tendenze registrate in altre parti del mondo.

La domanda degli Stati Uniti ha conosciuto un au-

mento ancora più vivace rispetto all’anno precedente

(+2,6% nel 2014), grazie al buon andamento dell’eco-

nomia e all’abbondanza di offerta.

Nell’area Ocse Asia-Oceania la domanda è aumentata

dell’1,6%, con il Giappone che ha registrato una va-

riazione positiva dell’1,3% e l’Australia che ha avuto

un aumento del 19,9%.

Il clima economico ha anche inciso sulla crescita della

domanda di gas della Cina, salita del 5,6%, un ritmo

rallentato rispetto agli anni precedenti, ma comun-

que significativo del potenziale di crescita per que-

sta fonte energetica, in un sistema ancora dominato

dal carbone. Al contrario la zona dell’Ocse Europa è

stata contraddistinta da un netto calo dei consumi

del 10%. Spicca in particolare il crollo dei consumi

nell’Unione Europea (-12%).

Tutti i Paesi europei, a causa della limitata crescita

economica e delle condizioni meteorologiche non

particolarmente severe, hanno registrato cali signi-

ficativi. Anche la crescita contenuta della domanda

elettrica ha inciso sulla domanda di gas, soggetta, tra

l’altro, anche alla forte concorrenza delle fonti rinno-

vabili. Tra i principali Paesi, Italia e Germania hanno

presentato riduzioni a due cifre, rispettivamente

-13% e -14%; riduzioni significative anche per Regno

Unito e Spagna, entrambi con un -9%.

Nonostante le difficoltà, le prospettive di sviluppo

della domanda di gas naturale a livello mondiale ri-

mangono favorevoli, soprattutto in virtù del suo basso

impatto ambientale e alla possibilità di sviluppo in

nuovi settori di utilizzo, attraverso l’impiego di tecno-

logie innovative quali quella dell’utilizzo diretto del

gas naturale nel settore dei trasporti terrestri e navali.

In tutti gli scenari considerati dall’Agenzia internazio-

nale dell’energia, la domanda di gas naturale è previ-

sta in espansione nel medio-lungo termine, anche se

a ritmi differenziati.

Il carbone e il nucleare.

Il 2014 non è stato un anno

facile per il carbone: il rallentamento della crescita in

Cina e in altri Paesi emergenti ha portato a un arre-

sto del trend di crescita di questa fonte energetica,

che comunque occupa un posto di grande rilievo nel

soddisfacimento della domanda mondiale di energia.

In Cina, dove il carbone svolge ancora un ruolo di pri-

missimo piano, dal 2014 si è osservata, una riduzione

dei consumi della produzione interna, delle esporta-

zioni e delle importazioni, per la prima volta dopo 14

anni. Per contro, sono aumentati significativamente

gli impieghi di prodotti petroliferi e di gas naturale.

Tutto ciò ha suscitato forti preoccupazioni nel

mondo dell’industria carbonifera, che ha intravisto

la prospettiva a scadenza ravvicinata del raggiungi-

mento di una sorta di ‘limite’ dopo anni di espan-

sioni a tassi accelerati.

L’energia nucleare anche nel 2014 ha contribuito in mi-

sura determi-nante al soddisfacimento della domanda

di energia, in particolare di quella di energia elettrica.

Nonostante gli sforzi molto rilevanti per la costruzione

di nuove centrali nei Paesi in rapido sviluppo, a partire

da quelli dell’Asia, la produzione di elettricità da fonte

nucleare è ancora concentrata nell’area Ocse.