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giugno/luglio 2016
COVER STORY
La sede Monzesi di Nova
Milanese e quella della
filiale negli Stati Uniti.
Nel 2018, Monzesi
festeggerà il suo
centenario di attività.
80 le aziende meccaniche erano più nazionali perché
a livello internazionale si avvalevano di importatori e
distributori, poi con il graduale avvento delle tecnologie
di comunicazione, l’innalzamento medio della cultura
generale si è dovuto cambiare mentalità: personale
tecnico in officina, meno burocrazia e meno gestione
commerciale a distanza. I cambiamenti di mentalità
sono stati lenti e graduali fino a circa il 2008 poi, sia per
ragioni di crisi sia per un’elevata frenesia e instabilità
nel cambiamento, le aziende sono passate in pochis-
simi anni dal concetto di ‘industria’, vigente da diversi
decenni, fino al concetto di industria 4.0 cambiando i
parametri di riferimento per considerare un’azienda
in salute. Se fino al 2000 si parlava di ottimo prodotto,
bravi collaudatori e tecnici, oggi se non si ha un’ottima
gestione finanziaria e un rating adeguato, le aziende
fanno fatica a dialogare con le banche e di conseguenza
fare investimenti”, spiega Pessina. “Oggi le aziende si
trovano ad affrontare nuove regole e caratteristiche
finanziarie ma molti imprenditori non hanno avuto la
giusta e tempestiva preparazione”, spiega Rigamonti.
La burocrazia e le garanzie finanziarie.
“Le asso-
ciazioni di categoria hanno tardato nel preparare ade-
guatamente gli imprenditori e a fare scuola sul cambio
di mentalità da usare nell’approccio finanziario. Oggi
le cose stanno cambiando; il tecnicismo e le questioni
europee non sono solo ostative alla crescita ma biso-
gna darle la giusta importanza per poter creare e for-
mare aziende affidabili”, spiega Rigamonti. “Oggi non
basta più avere un buon prodotto per essere conside-
rati un’azienda seria, dobbiamo sempre prestare at-
tenzione alla gestione finanziaria, al rating assegnato
e alla trasparenza delle azioni svolte: la macchina
utensile è considerata un prodotto a medio lungo ter-
mine dovuto al ciclo produttivo mediamente di 6 mesi,
questo necessita di un fabbisogno finanziario elevato,
un adeguato patrimonio aziendale e un’oculata ge-
stione nell’insieme”, afferma Pessina. “Di più, la ne-
cessità di poter accedere al credito per gli investimenti
con il supporto della garanzia dello Stato, è facilitato
anche dall’ottenimento del rating di legalità da parte
del garante della concorrenza e del mercato, il quale
permette di avere migliori condizioni di concessione e
allo stesso tempo permette alla società di aggiungere
alla propria carta d’identità un attestato di serietà e
solidità. Monzesi ha ricevuto un rating molto alto, di
una stelletta e un più, fino al 2018”, spiega Rigamonti.
Internazionalizzazione 2.0.
Pessina spiega cheMonzesi
ha sempre avuto un carattere internazionale in quanto
era necessario sapere le lingue e trattare con l’estero,
quello che stava mancando in azienda era “la mentalità
nell’affrontare i Paesi nuovi e il fatto che gli stessi Paesi
emergenti sbarcassero in Italia e nelle nostre aziende con
una nuova mentalità. Mentre fino al 2000 le lingue servi-
vano per andare all’estero a vendere, commercializzare,
cercare persone che potessero redigere documenti in
lingua, oggi siamo noi che cerchiamo persone interna-
zionali che possano entrare in azienda e portare valore
aggiunto. Questo è il concetto di internazionalizzazione,
un concetto che parte dall’interno dell’azienda”, spiega