Barometro
a cura di
rmo
ottobre 2014
20
Il
sentiero
è ancora in
salita
La ripresa dell’economia italiana resta
debole: la produzione industriale ha re-
gistrato una crescita nulla nei primi sette
mesi dell’anno ed il suo livello è ancora
oltre il 25% sotto il livello pre-crisi (prima-
vera 2008). In Germania, invece, l’indice
della produzione industriale è ormai tor-
nata al livello registrato prima della Grande
Recessione. Questa diversa velocità di recu-
pero (dopo che nel 2009 le due economie
si erano contratte nella stessa misura) è at-
tribuibile sia alla componente delle espor-
tazioni nette che a quella della domanda
interna.
Nel periodo 2008-2013 il PIL italiano è
sceso di ben l 8,5%, perdendo oltre 125
miliardi di euro in sei anni. A questo risul-
tato le esportazioni nette hanno dato un
contributo positivo di +45 miliardi di euro.
Un analisi più dettagliata tuttavia, rivela
che il commercio estero netto ha registrato
il segno più solo perché le esportazioni ita-
liane sono scese meno di quanto siano ca-
late le importazioni: l export della nostra
industria è infatti diminuito di 13 miliardi
di euro negli ultimi sei anni, ma l import è
crollato di quasi 60 miliardi. Tuttavia è la
componente interna che mostra le mag-
giori difficoltà, con un calo dei consumi
privati di circa 66 miliardi ed una vera e
propria debacle degli investimenti (84 mi-
liardi di euro persi dal 2008 al 2013).
Il nodo cruciale per il nostro Pil è costitu-
ito proprio dagli investimenti: nei primi sei
mesi di quest’anno quelli in macchinari ed
attrezzature sono scesi dell’1,6% rispetto
allo stesso periodo del 2013. Finché i con-
sumi privati non riprenderanno con mag-
gior vigore, la produzione industriale nel
suo complesso non crescerà abbastanza
mentre solo le imprese prevalentemente
export-oriented avranno interesse ad inve-
stire.
La ripresa dell’economia italiana sta pro-
seguendo a passo ridotto nel 2014 anche
a causa della debolezza della domanda in-
terna: la crescita dei consumi è ostacolata
dalle perduranti difficoltà che il mercato
del lavoro incontra sia nel mantenere i
posti di lavoro a basso valore aggiunto, sia
nel produrne di nuovi nei settori a più alto
valore aggiunto. I ritardi che l economia
italiana sta accumulando in questi settori
rischiano di comprometterne stabilmente
le capacità di sviluppo nel medio e lungo
periodo. Questo declino rischia di essere
ancor più rapido se gli investimenti con-
tinueranno a ristagnare. Del resto, se essi
sono limitati ai settori tradizionali, è pre-
vedibile che non aumenteranno in misura
significativa dato lo scarso utilizzo attuale
degli impianti e dei macchinari già presenti
nelle aziende (il tasso di utilizzo della ca-
pacità produttiva si trova ancora ben al di
sotto dei livelli pre-crisi).
Non si può certo pensare che la nostra eco-
nomia possa uscire dal pantano puntando
unicamente sulle esportazioni perché non
può esserci crescita significativa senza che si
creino le condizioni interne per un rilancio
della domanda. Soprattutto in questo mo-
mento di difficili tensioni geopolitiche che
minacciano sempre di più la solidità della
componente estera.