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luglio/agosto 2014
Oggi Atla ha due serbatoi di ossigeno da 10 mila litri,
uno di argon da 10 mila litri e uno di azoto da 6 mila
litri.
Collaborazione duratura.
“Figure come quella di
Franco Sodaro fanno la differenza per noi - commenta
Gandini, seconda generazione a capodi Atla - quando
si pongono dei problemi, avere un referente unico e
un’organizzazione tecnica in grado di risolvere im-
mediatamente ogni criticità, è un altissimo valore ag-
giunto”. Anche Flavio Contran, responsabile dell’area
manutenzioni di Atla, esprime lo stesso parere: “Co-
nosco Franco Sodaro e Siad da oltre 25 anni - spiega -
quindi sono state innumerevoli le volte in cui abbiamo
dovuto far fronte, in maniera operativa, alle criticità
dello stabilimento”.
Nell’arco di quasi sette lustri Siad ha, infatti, più volte
collaborato al revamping dell’area produttiva del vec-
chio stabilimento. “Ricordo ancora quando abbiamo
tolto i serbatoi polmone, dai forni di trattamento
termico - prosegue Contran - un’operazione molto
complessa, che abbiamo dovuto gestire in maniera
impeccabile”.
Nel nuovo sito produttivo, Siad gestisce inoltre in re-
moto l’impianto di rilevazione fughe di gas, monito-
rando le valvole di blocco sui serbatoi, la pressione e il
livello delle cisterne. “Un sabato mattina facciamo un
intervento di controllo generale su tutto il sistema di
sicurezza - prosegue Contran - per il quale dobbiamo
staccare la corrente elettrica. Ebbene, dopo tre minuti
riceviamo la chiamata dalla centrale di monitoraggio
Siad che ci avvisa che siamo senza corrente. Un sistema
di sicurezza che, mettendoci al riparo da eventuali per-
dite, ci fa dormire sonni tranquilli”. È presente, inoltre,
una valvola generale, collegata all’impianto antincen-
dio, che intervienebloccando ilmacchinario interessato
dalla fugadi gas. Un sistema ‘studiatoneiminimi detta-
gli, che fa di Atla un luogo sicuro dove lavorare’.
“Abbiamopresentatounprogetto iniziale, che è stato
sviluppato da Siad in piena autonomia - spiega Gan-
dini - questo è statomolto importante per noi, perché
nei mesi concitati della costruzione dello stabilimento,
dovevamo seguire innumerevoli progetti. Il fatto che
Siad abbia gestito l’impiantistica dei gas, seguendo le
nostre esigenze, inmaniera del tutto autonoma, ci ha
sollevato da un ulteriore gravoso impegno”.
Una sfida avvincente.
Franco Sodaro, coordinatore
commerciale zona nord dell’area ovest di Siad, ha col-
laborato in prima persona al progetto, coordinandosi
con C. Nunciato, responsabile dell’assistenza tecnica di
Area. “Una sfida avvincente - commenta - perché ab-
biamo dovuto seguire le richieste del cliente, che desi-
deravamantenere, ancheall’internodello stabilimento,
un design pulito e razionale. Tutto questo ha richiesto
perizia e una buona dose di flessibilità operativa”.
Uno dei lavori più complessi a cui Siad ha dovuto far
fronte, è il passaggio di tutte le tubazioni gas (dal dia-
metro di tre pollici per argon e azoto, di due pollici per
ossigeno) all’interno dell’area produttiva, per non de-
turpare la facciata esterna dello stabilimento.
A oltre sette metri d’altezza, sovrastando i finestroni
del ‘reparto trattamento termico, laser e rivestimento’,
sono stati fatti passare centinaia di metri di tubazioni,
piegate e saldate ad hoc per superare gli angoli interni
dello stabilimento. Un lavoro studiato millimetrica-
mente, realizzato grazie all’estro creativo e alla flessi-
bilitàoperativadegli impiantisti oppuredei tecnici Siad.
“Abbiamo inoltre avuto la possibilità di intervenire sul
progetto - prosegue Sodaro - consigliando di modifi-
care parte dei parametri previsti dai loro tecnici, inma-
nierada aumentaregli standarddi sicurezza all’interno
dell’azienda”.
Le best practices e le normative per una gestione sicura
dei gas, non sempre conosciute dai non addetti ai la-
vori, hanno richiesto l’utilizzo di serbatoi più grandi.
Siad collabora con Atla dal 1979. La collaborazione si è concretizzata anche nei nuovi impianti.
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