Rivista_di_Meccanica-178 - page 43

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maggio 2014
ruolodelloStatoedell’amministrazionepubblica: il 74,4%
ritiene critica la burocrazia, il 65,6% gli aspetti fiscali, il
55,9% l’incertezza normativa, il 52,4% i tempi della giu-
stizia, mentre il 50,4% teme la concorrenza del mercato.
Destano invece meno preoccupazione, nonostante siano
aspetti fondamentali per le imprese, il costo della forza
lavoro (39,9%), il recupero dei crediti (31,8%) e l’accesso
al credito (22,3%).
Infatti, l’Eurostat smentisce il luogo comune chenel nostro
Paese il peso delle retribuzioni, oneri sociali e tasse sia al
top inEuropa. Un’ora lavorativa costadanoi 28,1euro, nel
2013, contro i 28,4di Eurolandia. L’Italiaèampiamente su-
perata da diversi Paesi: Svezia (40 euro), Danimarca (38,4),
Belgio (38), Lussemburgo (35,7), Francia (34,3), Olanda
(33,2), Austria e Finlandia (31,4), Germania (31,3) e Irlanda
(29). Siamo invecequarti nella classificadel cuneo fiscale. In
questa classifica sarebbe fuorviante paragonare altri Paesi
comeBulgaria, conun costoorariodi 3,7euro, oLituaniae
Lettonia, di poco sopraai 6euro. Le statistiche si riferiscono
alle imprese con almeno dieci dipendenti.
Positivo l’inizio 2014.
Sempre secondo l’indagine l’an-
damento aziendale attuale risulta complessivamente sod-
disfacente per le imprese del comparto della meccanica e
della subfornitura, conoltre lametàdegli imprenditori che
parla di performance aziendale particolarmente positiva
e il 37,2% che si dice mediamente appagato; solo l’11,5%
è contrariato. Soddisfazione che si può in parte spiegare
guardando in prima battuta all’andamento del 2013 e
all’aperturadel 2014. Rispettoa treanni fa, infatti, il 43,8%
delle aziende ha registrato una crescita del proprio fattu-
ratomentre il 26,8%dichiara stabilità. Rimane comunque
uno zoccolo duro di aziende (29,4%) che ha indicato un
calo di fatturato. Sul fronte occupazione, il numero di
addetti nel 2013 rispetto al 2010 si è mantenuto complessi-
vamente stabile (lo afferma il 57,4% delle aziende) contro
soloun17,7%chehadovuto ridurre i propri dipendenti. Per
quanto riguarda l’esercizio in corso, il 2014 si è aperto per il
58,8%delle imprese con un portfolio ordini giudicato ‘ade-
guato’ ai propri livelli di sostenibilità finanziaria (contro un
35,8%per cui è insufficiente). Guardando alle attese di fine
anno sotto il profilo del fatturato, il 46,2%si aspetta di chiu-
dere con una crescita, il 46,1% si aspetta stabilità, mentre si
prospetta un calo solo per il 7,7% delle imprese. Stesso an-
damento anche per l’occupazione: nei prossimi dodici mesi,
ben l’80,1%dichiara di volermantenere stabile il numero di
addetti, controun16,3%cheprospetta incrementi e soloun
3,5%che prevede cali.
I
l futuro.
Non ci sono dubbi anche sul futuro del mercato
in cui si trovano a operare le singole aziende: per il triennio
2014-2016, solo il 13,6% si aspetta una contrazione del mer-
cato controun46%apertamente convintodel suo sviluppoe
un 40,5%che crede non ci saranno grosse variazioni rispetto
all’andamento attuale. Sul fronte dell’export, circa sette
imprese su dieci dichiarano di esportare i propri prodotti e
servizi, con un’incidenza variabile. Se il 24,3%dichiara di re-
alizzare all’estero meno del 10% del proprio fatturato, c’è
comunque un 17,1% che supera il 46%. Chi esporta punta
versogli Stati dell’EuropaCentro-Occidentale (85,7%), seguiti
da quelli dell’Europa dell’Est (41%). Circa il 18,1% esporta in
Russia, mentre il Nord America è un mercato per il 23,8%,
l’Asiaper il 21,9%, ilMedioOrienteper il 19%, il SudAmerica
per il 17,1%, l’Oceaniaper il 10,5%, l’AfricaSettentrionaleper
il 10,5%e l’AfricaMeridionale per il 5,7%. L’indagine è stata
condottadaGRSRicercae Strategia. Secondo l’organizzatore
l’edizione 2014 ha visto oltre 30.000 presenze. Il prossimo
annoMecSpe si svolgerà a Parma dal 26 al 28marzo.
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