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progettare
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MARZO
2018
maniera ottimale o, al contrario,
errata: “Si tratta di mettere in re-
lazione il singolo elemento con la
visione d’insieme. Solo così è pos-
sibile individuare eventuali punti
deboli e correggerli, e realizzare
un risparmio di energia effettivo e
intelligente”. Grazie al cloud, non è
più necessario acquistare strumenti
sovradimensionati per un’impresa,
la potenza di calcolo può essere
solamente noleggiata.
Gabriele Grassi, di Elettric80, con
una serie di interventi stimolanti,
ha spostato l’attenzione sul vero
protagonista della nuova rivolu-
zione industriale: l’uomo. “La vera
sfida non è diventare Industry 4.0,
ma restarlo nel tempo – ha detto
- per questo motivo è necessario
allenarsi al cambiamento e inve-
stire in conoscenza e formazione,
così da essere sempre in grado di
sfruttare al meglio le innovazio-
ni tecnologiche e convertirsi alla
flessibilità”.
Un sistema 4.0 che mette l’uomo
al centro deve essere user-friendly,
oltre che funzionale: “Non serve a
nulla progettare applicazioni tecno-
logicamente complesse se poi ci si
dimentica di chi deve utilizzarle sul
campo. Pensare il cambiamento in
termini di smart factory non è suf-
ficiente; occorre puntare alla smart
evolution, perché solo fornendo
alle persone gli strumenti e le com-
petenze si potranno raggiungere i
risultati desiderati. Macchine che
affrontano problemi verticali vanno
sorvegliate da persone che abbiano
una visione orizzontale”.
L’innovazione come prassi
Marco Ghirardello ha eviden-
ziato come la teoria di Industria
4.0 sia già da tempo prassi negli
stabilimenti produttivi Fanuc in
Giappone, vere e proprie fabbri-
che interconnesse completamen-
te automatizzate dove tutto viene
registrato e analizzato per finalità
di controllo qualità e tracciabilità:
“Il personale delle nostre fabbriche
è costituito per il 60% da addetti
adibiti a ricerca e sviluppo e per
il 30% assistenza, il resto sono
amministrativi, supervisori e un
numero davvero esiguo di operai,
segno che l’automazione delle fab-
briche è non solo auspicabile, ma
realmente possibile”.
Un tipo di produzione così avan-
zata richiede ovviamente il ripen-
samento in chiave ‘lean’ di tutta la
struttura aziendale, poiché a nulla
serve avere a disposizione dati e
valori se poi non esistono né il
personale né gli strumenti in grado
di interpretarli.
“Fanuc sta investendo sulla dif-
fusione nelle aziende della cono-
scenza dell’intelligenza artificiale
– ha spiegato Ghirardello -, ci sono
diversi livelli di AI implementabili,
ma vogliamo dimostrare che non
si tratta di fantascienza: la ma-
nutenzione predittiva ad esempio
costituisce il primo passo ed è
già da subito alla portata di tutti,
perché attraverso la programma-
zione ragionata di interventi di
manutenzione si possono ridurre
i tempi di fermo, ottimizzare l’uso
dei componenti e la loro vita, e di
conseguenza risparmiare tempo,
energia e denaro e aumentare la
competitività. Il machine learning
e il deep learning sono passi altret-
tanto importanti ma successivi”.
Fanuc sostiene l’introduzione del-
le nuove tecnologie nelle aziende
attraverso l’implementazione della
piattaforma IIoT Fanuc Field, e delle
applicazioni MT-Linki (che attiva il
collegamento in rete di macchine e
dispositivi, anche di terze parti, per
scopi di manutenzione preventiva)
e Zero Down Time ZDT (servizio
integrato nei robot Fanuc che ne
attiva il monitoraggio da remoto
via cloud).
Open house Fanuc: un’occasione per toccare con mano varie soluzioni e confrontare opinioni ed esperienze.
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