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progettare

412

MARZO

2018

maniera ottimale o, al contrario,

errata: “Si tratta di mettere in re-

lazione il singolo elemento con la

visione d’insieme. Solo così è pos-

sibile individuare eventuali punti

deboli e correggerli, e realizzare

un risparmio di energia effettivo e

intelligente”. Grazie al cloud, non è

più necessario acquistare strumenti

sovradimensionati per un’impresa,

la potenza di calcolo può essere

solamente noleggiata.

Gabriele Grassi, di Elettric80, con

una serie di interventi stimolanti,

ha spostato l’attenzione sul vero

protagonista della nuova rivolu-

zione industriale: l’uomo. “La vera

sfida non è diventare Industry 4.0,

ma restarlo nel tempo – ha detto

- per questo motivo è necessario

allenarsi al cambiamento e inve-

stire in conoscenza e formazione,

così da essere sempre in grado di

sfruttare al meglio le innovazio-

ni tecnologiche e convertirsi alla

flessibilità”.

Un sistema 4.0 che mette l’uomo

al centro deve essere user-friendly,

oltre che funzionale: “Non serve a

nulla progettare applicazioni tecno-

logicamente complesse se poi ci si

dimentica di chi deve utilizzarle sul

campo. Pensare il cambiamento in

termini di smart factory non è suf-

ficiente; occorre puntare alla smart

evolution, perché solo fornendo

alle persone gli strumenti e le com-

petenze si potranno raggiungere i

risultati desiderati. Macchine che

affrontano problemi verticali vanno

sorvegliate da persone che abbiano

una visione orizzontale”.

L’innovazione come prassi

Marco Ghirardello ha eviden-

ziato come la teoria di Industria

4.0 sia già da tempo prassi negli

stabilimenti produttivi Fanuc in

Giappone, vere e proprie fabbri-

che interconnesse completamen-

te automatizzate dove tutto viene

registrato e analizzato per finalità

di controllo qualità e tracciabilità:

“Il personale delle nostre fabbriche

è costituito per il 60% da addetti

adibiti a ricerca e sviluppo e per

il 30% assistenza, il resto sono

amministrativi, supervisori e un

numero davvero esiguo di operai,

segno che l’automazione delle fab-

briche è non solo auspicabile, ma

realmente possibile”.

Un tipo di produzione così avan-

zata richiede ovviamente il ripen-

samento in chiave ‘lean’ di tutta la

struttura aziendale, poiché a nulla

serve avere a disposizione dati e

valori se poi non esistono né il

personale né gli strumenti in grado

di interpretarli.

“Fanuc sta investendo sulla dif-

fusione nelle aziende della cono-

scenza dell’intelligenza artificiale

– ha spiegato Ghirardello -, ci sono

diversi livelli di AI implementabili,

ma vogliamo dimostrare che non

si tratta di fantascienza: la ma-

nutenzione predittiva ad esempio

costituisce il primo passo ed è

già da subito alla portata di tutti,

perché attraverso la programma-

zione ragionata di interventi di

manutenzione si possono ridurre

i tempi di fermo, ottimizzare l’uso

dei componenti e la loro vita, e di

conseguenza risparmiare tempo,

energia e denaro e aumentare la

competitività. Il machine learning

e il deep learning sono passi altret-

tanto importanti ma successivi”.

Fanuc sostiene l’introduzione del-

le nuove tecnologie nelle aziende

attraverso l’implementazione della

piattaforma IIoT Fanuc Field, e delle

applicazioni MT-Linki (che attiva il

collegamento in rete di macchine e

dispositivi, anche di terze parti, per

scopi di manutenzione preventiva)

e Zero Down Time ZDT (servizio

integrato nei robot Fanuc che ne

attiva il monitoraggio da remoto

via cloud).

Open house Fanuc: un’occasione per toccare con mano varie soluzioni e confrontare opinioni ed esperienze.

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