progettare
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OTTOBRE
2017
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Un cambiamento radicale
“L’ambiente in cui viviamo e lavoriamo cambierà radicalmente con l’avvento delle nuove
tecnologie, ma noi tutti saremo in grado di trovare un ruolo diverso e le nostre vite si
arricchiranno di nuovi obiettivi ed esperienze”, dichiara Minoru Usui, presidente di Epson.
“L’attuale preoccupazione legata al progresso tecnologico è del tutto comprensibile ma la
tecnologia offre enormi opportunità, se gestita in maniera corretta. Indipendentemente dalla
nostra attuale situazione lavorativa, essa è destinata a cambiare in futuro e, come evidenziato
anche dai risultati dello studio, occorre intensificare il dialogo tra la Pubblica Amministra-
zione, le aziende e la società in generale affinché tutti possano acquisire le conoscenze e
le competenze necessarie per assumere nuovi ruoli e sfide. Le modalità con cui gestiremo
l’evoluzione determineranno il nostro ruolo lavorativo - e non solo - per i prossimi 10 o 20
anni - aggiunge Usui -. La tecnologia apre la porta a nuove possibilità. Come azienda, Epson
promuove il cambiamento tecnologico sviluppando soluzioni in grado di aumentare l’efficienza
e la produttività di dipendenti e collaboratori. Le tecnologie Epson - dispositivi indossabili,
robot, stampanti, soluzioni di visual imaging - sono il risultato di una progettazione bilanciata
che ha l’obiettivo di offrire e supportare una visione positiva del futuro che ci aspetta”.
che la tecnologia rivoluzionerà set-
tori e modelli aziendali. Soprattutto
il 6% degli intervistati in Europa (e
il 4% in Italia) crede che nel futuro
la propria mansione non esisterà
più: una previsione che stando ai
modelli attuali potrebbe anche ave-
re un impatto sociale significativo,
considerato che si parla di una
possibile riduzione dei livelli di
occupazione in Europa al 64%, un
valore inferiore a quello registrato
nel 2005. Ciò nonostante, chi lavora
mostra di essere cittadino a pieno
titolo della learning society e gli
italiani (86%) si dichiarano ancora
una volta più ottimisti degli euro-
pei (72%), con il 63% disposto ad
aggiornare le proprie conoscenze
per poter svolgere nuove mansioni.
L’approccio delle aziende
Questo ottimismo potrebbe esse-
re vanificato dal fatto che, nelle
opinioni dei dipendenti, le azien-
de sembrano non voler trarre il
massimo vantaggio dalle nuove
tecnologie: infatti solo il 15% dei
lavoratori italiani considera la pro-
pria organizzazione ‘eccellente’ nel
monitorare i nuovi sviluppi tecno-
logici e meno di un terzo (27%) la
ritiene particolarmente abile quan-
do si tratta di implementare nuo-
ve tecnologie. In questo scenario,
sostanzialmente allineato ai valori
europei, rimane quindi una certa
sfiducia da parte dei lavoratori sulla
capacità o volontà delle organiz-
zazioni circa l’implementazione e
l’utilizzo delle nuove tecnologie. Lo
studio che ha messo a confronto
le opinioni fornite da 17 esperti di
vari settori con quelle di oltre 7.000
dipendenti e manager nelle cin-
que principali economie europee,
evidenzia come singoli individui,
datori di lavoro e istituzioni debba-
no affrontare scelte non facili circa
l’adozione delle nuove tecnologie.
Emerge come di fronte a tali scelte,
che potrebbero avere implicazioni
in termini di occupazione, risultati
aziendali e competitività a livello
mondiale, le opinioni siano con-
trastanti sia sui potenziali vantaggi
che sulle possibili minacce circa
l’avvento dell’innovazione tecnolo-
gica nei vari settori e nelle diverse
economie.
Aumento o diminuzione dell’occu-
pazione?
Stando alle risposte fornite, il 75%
dei lavoratori europei (e il 78% degli
italiani) ritiene che l’utilizzo di nuo-
ve tecnologie potrebbe comportare
una riduzione del numero di dipen-
denti nell’azienda. A tale riguardo,
i più preoccupati sono gli spagnoli
(80%) seguiti a ruota dagli italiani
(78%), mentre i tedeschi (67%) lo
sono molto meno. A sorpresa, il
settore manifatturiero si è rivela-
to particolarmente ottimista: qui il
75% prevede il passaggio a un mo-
dello di produzione più localizzato,
con il 55% degli intervistati (57% in
Italia) concorde sul fatto che i livelli
di occupazione rimarranno invariati
o aumenteranno. Nel settore del-