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INCHIESTA

la formazione l’ottimismo è meno

diffuso: mancanza di finanziamenti,

formazione degli insegnanti e tec-

nologie obsolete vengono indicate

come le principali minacce per il

futuro della formazione. Il 61% a

livello europeo (68% in Italia) degli

intervistati, inoltre, ritiene che gli

insegnanti non dispongano delle

conoscenze necessarie per utilizza-

re le nuove tecnologie nei prossimi

10 anni, con conseguenti difficoltà

nell’impartire lezioni agli studenti.

Aspettative e timori

Oltre i tre quarti degli intervistati

hanno dichiarato che la tecnologia

potrebbe aumentare i profitti delle

aziende e offrire nuove opportunità

di crescita.Tuttavia, per le realtà che

vogliono investire sulle nuove tec-

nologie con l’obiettivo di mantenere

la loro competitività e trarre vantag-

gio dal cambiamento, lo studio ha

evidenziato tre tendenze principali

che non devono essere trascurate.

I maggiori timori di perdere il posto

di lavoro provengono dai giovani e

dai top manage. Mentre in media so-

lo il 6% dei dipendenti ha dichiarato

di voler fermare o impedire di pro-

posito l’introduzione della tecnologia

qualora questa rappresentasse una

minaccia per la mansione svolta, sor-

prendentemente questa percentuale

aumenta tra i Millennials (giovani

tra 18 e 29 anni) con il 12% e tra i

dirigenti, con addirittura il 17%. Le

nuove tecnologie esercitano un forte

fascino, ma sono poche conosciute.

In media, gli intervistati sono affasci-

nati dalle tecnologie emergenti co-

me l’intelligenza artificiale, la realtà

aumentata, i dispositivi indossabili,

le tecnologie per la collaborazio-

ne e la robotica, ma la loro cono-

scenza è piuttosto limitata. Grande

disponibilità a ‘rimettersi in gioco’

per acquisire nuove competenze.

Quasi un terzo degli intervistati ri-

tiene che la propria azienda non

comunichi in maniera efficace quale

possa essere l’impatto generato dai

cambiamenti tecnologici sulle varie

mansioni. Inoltre, benché il 65% (63%

in Italia) degli intervistati ritenga che

la propria azienda abbia la possibilità

di formare i dipendenti nell’utilizzo

di nuove tecnologie, crede anche

che i datori di lavoro siano molto

più propensi ad assumere nuovo

personale già competente anziché

formare e riallocare i dipendenti po-

tenzialmente in esubero. Di questi,

solo il 47% valuta positivamente

la capacità del proprio datore di

lavoro nel ricollocare i dipendenti

in esubero. Ciò nonostante, ben il

72% degli italiani (il valore più alto

registrato, con una media europea

del 65%) si dichiara disposto ad ac-

quisire nuove conoscenze per poter

svolgere mansioni diverse qualora

il proprio ruolo fosse minacciato: un

risultato forse inaspettatoma di certo

molto interessante, che le aziende

dovrebbero considerare come una

ulteriore opportunità di crescita e

cambiamento.

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progettare

409

OTTOBRE

2017