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progettare

404

MARZO

2017

37

aziende manifatturiere e società in-

gegneristiche interrogate al riguardo,

anche se solo il 10% è in grado di

descrivere spontaneamente le ca-

ratteristiche di quest’area. Maggiori

efficienza, produttività e riduzione del

time to market sono i vantaggi che

gli intervistati si aspettano soprat-

tutto dalla rivoluzione della fabbrica

intelligente; per contro si temono i

costi del passaggio, e ci si preoccu-

pa per la mancanza di competenze

interne all’azienda per il suo svilup-

po. L’importanza dell’industria 4.0 è

tuttavia per molti ancora non chiara:

il 46% delle aziende intervistate non

la ritiene necessaria, e il 48% la ri-

tiene un’evoluzione indispensabile

solo per alcune tipologie produttive;

una quota del 7% indica che tutti la

dovrebbero adottare, e che non se ne

potrà fare a meno.

Il 2% oggi ha già implementato so-

luzioni di industria 4.0, e ben l’8%

sta valutando questa ipotesi. Sia le

aziende che dichiarano di avere già

intrapreso la strada 4.0, sia quante

stanno valutando tale ipotesi, so-

no soprattutto aziende di maggiori

dimensioni; tra le piccole aziende

l’eventualità non viene al momento

presa in considerazione.

Il 3D printing è stato adottato dal 4%

delle aziendemanifatturiere intervista-

te, e il 3%ne sta valutando l’utilizzoper

i prossimi tre anni. Le piccole aziende

mostrano una particolare dinamicità

rispetto al 3D printing, poiché l’han-

no già acquisito in misura superiore

rispetto alle medie e grandi aziende;

sono queste ultime tuttavia che hanno

avviato riflessioni per la sua imple-

mentazione in futuro.

Big data

Nell’ambito della digitalizzazione l’a-

rea dei big data mostra una generale

forte sensibilità da parte delle aziende

italiane, e ampi margini di crescita.

Il 26% delle aziende intervistate di-

chiara di raccogliere e conservare big

data; più alta la quota tra le utility e

soprattutto le aziende del terziario.

Oggi sono raccolti soprattutto dati

relativi a transazioni commerciali e

transazioni finanziarie; i dati produt-

tivi ed energetici sono al momento

appannaggio di pochi. I big data han-

no la funzione prevalente di aiutare

la programmazione delle scelte azien-

dali, e di migliorare l’efficienza delle

attività svolte; per quasi un quarto

delle aziende le informazioni raccolte

servono invece per la manutenzione

degli impianti di produzione.

I principali problemi che oggi devo-

no affrontare le aziende che raccol-

gono big data sono la necessità di

software adatti e unificati, problemi

di sicurezza, e per un terzo le non

elevate competenze del personale

interno. Il 10% delle aziende italiane

ha effettuato investimenti nei big data

negli ultimi tre anni, soprattutto tra le

aziende manifatturiere e del terziario,

e altrettante aziende pensano di farlo

nel futuro, con propensioni rilevate in

tutti i settori analizzati. Anche negli

investimenti nell’area dei big data

osserviamo l’utilizzo prevalente di

mezzi propri, o finanziamenti privati

di medio-lungo periodo. Poco più del

10% ha partner tecnici, con quote più

alte tra le utility, e rilevanza di consu-

lenti specializzati e fornitori.

Investimenti per l’Industria 4.0.

L’area dei big data mostra una generale forte sensibilità.