progettare
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MARZO
2017
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aziende manifatturiere e società in-
gegneristiche interrogate al riguardo,
anche se solo il 10% è in grado di
descrivere spontaneamente le ca-
ratteristiche di quest’area. Maggiori
efficienza, produttività e riduzione del
time to market sono i vantaggi che
gli intervistati si aspettano soprat-
tutto dalla rivoluzione della fabbrica
intelligente; per contro si temono i
costi del passaggio, e ci si preoccu-
pa per la mancanza di competenze
interne all’azienda per il suo svilup-
po. L’importanza dell’industria 4.0 è
tuttavia per molti ancora non chiara:
il 46% delle aziende intervistate non
la ritiene necessaria, e il 48% la ri-
tiene un’evoluzione indispensabile
solo per alcune tipologie produttive;
una quota del 7% indica che tutti la
dovrebbero adottare, e che non se ne
potrà fare a meno.
Il 2% oggi ha già implementato so-
luzioni di industria 4.0, e ben l’8%
sta valutando questa ipotesi. Sia le
aziende che dichiarano di avere già
intrapreso la strada 4.0, sia quante
stanno valutando tale ipotesi, so-
no soprattutto aziende di maggiori
dimensioni; tra le piccole aziende
l’eventualità non viene al momento
presa in considerazione.
Il 3D printing è stato adottato dal 4%
delle aziendemanifatturiere intervista-
te, e il 3%ne sta valutando l’utilizzoper
i prossimi tre anni. Le piccole aziende
mostrano una particolare dinamicità
rispetto al 3D printing, poiché l’han-
no già acquisito in misura superiore
rispetto alle medie e grandi aziende;
sono queste ultime tuttavia che hanno
avviato riflessioni per la sua imple-
mentazione in futuro.
Big data
Nell’ambito della digitalizzazione l’a-
rea dei big data mostra una generale
forte sensibilità da parte delle aziende
italiane, e ampi margini di crescita.
Il 26% delle aziende intervistate di-
chiara di raccogliere e conservare big
data; più alta la quota tra le utility e
soprattutto le aziende del terziario.
Oggi sono raccolti soprattutto dati
relativi a transazioni commerciali e
transazioni finanziarie; i dati produt-
tivi ed energetici sono al momento
appannaggio di pochi. I big data han-
no la funzione prevalente di aiutare
la programmazione delle scelte azien-
dali, e di migliorare l’efficienza delle
attività svolte; per quasi un quarto
delle aziende le informazioni raccolte
servono invece per la manutenzione
degli impianti di produzione.
I principali problemi che oggi devo-
no affrontare le aziende che raccol-
gono big data sono la necessità di
software adatti e unificati, problemi
di sicurezza, e per un terzo le non
elevate competenze del personale
interno. Il 10% delle aziende italiane
ha effettuato investimenti nei big data
negli ultimi tre anni, soprattutto tra le
aziende manifatturiere e del terziario,
e altrettante aziende pensano di farlo
nel futuro, con propensioni rilevate in
tutti i settori analizzati. Anche negli
investimenti nell’area dei big data
osserviamo l’utilizzo prevalente di
mezzi propri, o finanziamenti privati
di medio-lungo periodo. Poco più del
10% ha partner tecnici, con quote più
alte tra le utility, e rilevanza di consu-
lenti specializzati e fornitori.
Investimenti per l’Industria 4.0.
L’area dei big data mostra una generale forte sensibilità.