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57

DOSSIER

INDUSTRIA AUTOMOTIVE

progettare

399

GIUGNO

/

LUGLIO

2016

I progettisti di motori vengono conti-

nuamente spinti a creare motori più

efficienti per ridurre le emissioni e i

consumi. Per realizzare questi obiet-

tivi di progettazione, si propende a

progettare motori di dimensioni in-

feriori con rapporti di compressione

più elevati, al fine di incrementare

la potenza erogata. L’incremento

della potenza erogata, a sua volta,

aumenta le esigenze di gestione

termica; a loro volta, elevati carichi

termici generano stress termici che

potrebbero compromettere il fun-

zionamento o la durata del motore.

Oltre a dover soddisfare nuove e ri-

gorose normative, gli ingegneri de-

vono lavorare con cicli di sviluppo

abbreviati allo scopo di introdurre

in tempi più ristretti sul mercato

prodotti di qualità superiore.

I motori a scoppio generano calore

originato dalla combustione dall’at-

trito delle parti mobili del motore.

Una fase essenziale dello sviluppo

del progetto è come dissipare que-

sto calore. L’efficienza dei motori a

scoppio è di gran lunga minore in

condizioni di avviamento a freddo,

piuttosto che con le temperature di

esercizio in stato costante: un obiet-

tivo importante dello sviluppo dei

motori è pertanto la riduzione delle

dispersioni di energia assicurando

che i sistemi e i componenti rag-

giungano il loro intervallo d tempe-

ratura di esercizio il più rapidamente

possibile.

Metodi tradizionali e moderni

Tradizionalmente, la previsione

della dispersione del calore veniva

effettuata usando prototipi fisici e

appositi banchi di prova di disper-

sione termica. Il problema è che una

volta costruito un prototipo, risulta

costoso apportare modifiche e otti-

mizzare la progettazione del motore.

Idealmente, i problemi di dispersio-

ne del calore devono però essere

identificati nelle fasi iniziali del ciclo

misura definita Pressione effettiva

media indicata (Pemi) e un’altra det-

ta Pressione effettiva media al freno

(Pemf) che rappresenta la coppia

a livello del volano. Le due misu-

re vengono utilizzate per ricavare

l’attrito per l’intero motore, detto

Pressione effettiva media di attrito

(Pema). Un fattore che contribuisce

alla complessità e al costo è la ne-

cessità di applicare al motore una

testata dei cilindri espressamente

realizzata mediante colata e dotata

di strumentazione per ottenere que-

ste misurazioni.

Anche il motore prototipo è attrez-

zato con sensori di temperatura

(termocoppie) per monitorare le

temperature del motore. Ciò è im-

portante al fine di non danneggiare

il motore durante il funzionamento

sul banco di prova. Un ulteriore

problema è costituito dallo speciale

banco di prova necessario: la prova

di dispersione del calore richiede

infatti che il banco sia munito di

apparecchi di condizionamento per

l’olio motore e per il refrigerante,

di progettazione. Un nuovo meto-

do per prevedere la dispersione del

calore usando test virtuali basati su

software, supportati da dati acquisiti

mediante test reali, è stato messo a

punto da InDesA (Integrated Design

Analysis). InDesA è un’azienda di

Monaco di Baviera specializzata in

servizi di consulenza ingegneristici,

in particolare nella simulazione e

analisi di flussi complessi e sistemi

di scambio termico. L’approccio di

InDesA è basato su un dettagliato

modello di motore Star-CCM+ in-

corporato in un ambiente di vano

motore virtuale. Le temperature di

combustione e di scarico sono de-

rivate da una simulazione del pro-

cesso del motore, mentre il calore

generato dall’attrito viene misurato

in test reali.

Il metodo convenzionale per misu-

rare la dispersione del calore con-

siste nell’utilizzare un prototipo di

motore reale nelle prime fasi di

sviluppo. Per cominciare, il motore

è attrezzato con manometri nella

testata dei cilindri. Ciò fornisce una

Un prototipo di motore reale nelle prime fasi di sviluppo.

FOTO CONCESSIONE BMW