progettare
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MARZO
2016
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locarsi all’interno di una catego-
ria tra le seguenti: produttore di
componentistica/servizi per auto-
mazione industriale, costruttore di
macchinari automatici industriali,
utilizzatore di macchinari automatici
industriali per altre produzioni finali.
In tal modo si è potuto suddividere
il campione tra un gruppo di azien-
de fornitrici di componentistica per
automazione, un gruppo costruttrici
di macchinari meccatronici e un
gruppo di end user.
Il livello di innovazione
Per quanto riguarda la divisione
R&S, 28 aziende su 45 (pari al 62%)
posseggono un reparto ricerca e
sviluppo all’interno dell’azienda, 16
(pari al 36%) non lo posseggono e 1
(2%) dichiara di affidare le ricerche
a enti esterni. La quota di capitale
investita in ricerca e sviluppo, intesa
come percentuale del fatturato tota-
le, è stata dichiarata da 29 aziende
sulle 45 che hanno risposto al que-
stionario. Essa risultaminore dell’1%
per 7 aziende su 29, compreso fra 1%
e 5% per 15 aziende, compreso fra
5% e 10% per 6 aziende e maggiore
di 10% per una azienda.
Una domanda ha riguardato la clas-
sificazione del proprio livello di au-
tomazione dei processi produttivi in
una delle quattro categorie proposte
(assente, basso, alto, totale), emerge
che circa il 60% delle aziende presen-
ta a oggi un livello di automazione
assente o basso, mentre circa il 40%
dichiara un livello alto.
Quando è stato chiesto quanto l’a-
zienda senta l’impatto che l’Indu-
stria 4.0 porta con sé in termini di
trasformazione digitale, circa il 70%
del campione sostiene di non averne
percepito l’influenza, mentre solo il
13% dichiara di sentire gli effetti di
questa trasformazione in maniera
elevata o sostanziale.
Anche se circa l’80% delle aziende
ha dichiarato di essere a conoscen-
za dell’esistenza delle rivoluzioni in
atto nel mondo manifatturiero, circa
il 60% del campione dichiara che la
sua azienda non si sta muovendo
per attuare le trasformazioni verso
l’Industria 4.0, il 13% si sta muoven-
do in maniera media, mentre solo il
15% è molto o fortemente orientato
in quella direzione.
Una ulteriore domanda ha eviden-
ziato una visione eterogenea delle
possibilità future che la ‘fabbrica
intelligente’ potrebbe dare alle a-
ziende del settore manifatturiero in
termini di successo economico e
commerciale. Infatti, una buona par-
te delle aziende intervistate (il 20%)
non sembra credere che la trasfor-
mazione verso l’Industria 4.0 possa
dare significativi contributi alla loro
competitività nazionale e interna-
zionale, la maggior parte (il 33%) la
considera mediamente importante,
mentre il 23% sembra credere for-
temente nel progetto. Sembrerebbe
quindi non esistere, in questo senso,
una direzione comune intrapresa dal-
le politiche aziendali delle industrie
del territorio.
Per quanto riguarda l’utilizzo del-
le ultime tecnologie innovative, le
cosiddette ‘tecnologie abilitanti’, e-
merge dalle risposte del campione
che il loro utilizzo non è diffuso; ben
poche aziende intervistate stanno già
utilizzandole (20%), mentre quasi il
50% dichiara di non utilizzarle in
assoluto. Tuttavia, una buona parte
di aziende (quasi il 70%) prevede di
effettuare investimenti, anche solo
parziali, nell’utilizzo di queste tecno-
logie in futuro.
Altro fattore che si è voluto indagare
è quanto le aziende si sentano pronte
ad affrontare la trasformazione verso
la ‘smart factory’, in termini di fabbi-
sogni di personale qualificato e/o delle
risorse informatiche. Si nota come
soltanto il 16%del campione abbia già
a disposizione il personale qualificato
necessario e il 13% le risorse IT. Il
29% non ha a disposizione le persone
necessarie e ben il 42% non possiede
le risorse IT adeguate. Un’altra buona
parte delle aziende possiede solo in
maniera parziale le risorse.
@dapascucci