A proposito di riduzione di spesa, quando
lei ricoprì il ruolo di Commissario per la
spending review avete fatto una sorta di
radiografia dei macro-problemi endemici
italiani. Su questo ha peraltro scritto un
libro lo scorso anno: come si dovrebbe in-
tervenire secondo lei?
“Sì, il libro fornisce in modo più dettagliato
l’elenco delle cose che si potrebbero fare:
prima di tutto, sarebbe meglio non intro-
durre spese nuove, a meno che non siano
strettamente necessarie e a meno che non
sia provato e quantificato quali sono gli
obiettivi che si vogliono ottenere con certi
aumenti di spesa. Bisognerebbe poi prose-
guire con le riforme che si stanno portando
avanti, come la riforma degli acquisti della
pubblica amministrazione che avevo inizia-
to quando ero commissario appunto della
spesa, e che sta andando avanti, anche se
pure questa un poco lentamente. La rifor-
ma della pubblica amministrazione se la
si fa bene dovrebbe portare dei risparmi,
dal momento che concerne il modo in cui
lo Stato è organizzato, quanti uffici ha lo
Stato, quanto è presente sul territorio e co-
sì via. Vi sono poi delle voci che riguardano
l’occupazione pubblica: io ritengo che ci sia
ancora la necessità di ridurre ulteriormente
l’occupazione pubblica, in parte appunto
con strumenti come la riforma della pubbli-
ca amministrazione. Vi è poi la grande que-
stione, politicamente molto difficile, che
è la spesa per le pensioni, e io misi anche
questa nell’elenco delle cose che dovevano
essere riviste”.
Rimaniamo in tema di riforme: qual è il
suo giudizio su quelle varate dal Governo
in quest’ultimo anno soprattutto, e in par-
ticolare il Jobs Act? E quali sarebbero le
riforme importanti, nell’odierno contesto
internazionale economico, che secondo lei
mancano ancora all’Italia da fare?
“Il Fondo Monetario ha dato un giudizio
positivo lo scorso anno, immediatamente
al termine della missione fatta in Italia a
maggio, delle riforme che sono state fatte,
soprattutto del Jobs Act, indicando che si
trattava poi di implementarlo. E ora que-
sto è stato anche implementato. Io credo
che le cose più importanti da fare al mo-
mento siano innanzitutto la riforma della
pubblica amministrazione, che è in corso,
e che però sta procedendo piuttosto len-
tamente: la Legge Delega era stata infatti
presentata in Parlamento a luglio 2104, è
stata approvata un anno dopo, a gennaio
sono stati presentati 11 decreti legislativi,
che sono ora in corso di discussione. Vedia-
mo quando potranno finalmente essere
pubblicati in Gazzetta Ufficiale, e per que-
sto ci vorrà ancora un po’ di tempo. Per-
tanto questa sta procedendo un po’ lenta-
mente, e poi naturalmente ci sarà tutta la
fase di realizzazione della riforma. Un’al-
tra cosa importante secondo me è quindi
continuare il processo di riforma della giu-
stizia, su cui si sono fatte alcune cose, co-
me il processo civile telematico, ma vi sono
tante altre cose che devono esser fatte per
velocizzare il corso della giustizia, soprat-
tutto quella civile, in Italia ma in generale
direi. Per terzo, metterei il processo di ri-
duzione della tassazione: questo però ri-
chiede un procedimento di contenimento
e taglio della spesa. Come ho detto per pa-
reggiare il bilancio nel giro di tre-quattro
anni, bisogna mantenere ferma la spesa in
termini reali. Se però si vogliono anche ri-
durre le tasse, occorre allora ridurre anche
la spesa”.