16
giugno 2016
diLucaRossi
Quellocheèconsiderato
unmacignoperl’economia
italiana,ildebitopubblico,
sipotrebbeazzerarecon
un’azionedicontenimento
dellaspesa.Edalìpoiattivare
politicheespansive.Carlo
Cottarelli,ExecutiveDirector
delFondoMonetario
Internazionale,cihaillustrato
lasuaricetta.Conluiabbiamo
parlatoanchedelfuturo
dell’UE,delleriformedel
Governoedelleprospettive
dell’economiamondiale
D
opo la parentesi nel ruolo di
Commissario alla spending re-
view del Governo italiano, Car-
lo Cottarelli è tornato a Washington. Ha
ripreso possesso del suo ufficio al Fondo
Monetario Internazionale dove attualmen-
te è Executive Director. L’Italia resta però
nel suo cuore, tornandoci costantemente,
soprattutto a Cremona dove è nato, ma an-
che nella sua mente. Nel libro in uscita due
mesi fa, dal titolo ‘Il macigno’, l’economista
analizza i problemi endemici del nostro Pa-
ese ed arriva a formulare una ricetta per az-
zerare in quattro anni quello che è appun-
to il macigno della nostra economia: uno
dei tre debiti più alti al mondo. Lo abbiamo
incontrato a Milano, al termine di un con-
vegno. Uno dei tanti, che Cottarelli tiene
soprattutto nelle scuole. Il suo approccio
educato e il suo linguaggio colloquiale gli
fanno rendere le analisi macroeconomiche
un argomento semplice ma non banale.
Così si azzererebbe
ildebitopubblico
Nel suo libro appena uscito, dal titolo ‘Il
macigno’, lei fornisce una sorta di ricetta
con cui l’Italia, uno dei Paesi con il debito
più alto al mondo, potrebbe arrivare al pa-
reggio di bilancio. Quale sarebbe questa
ricetta?
“L’obiettivo è abbastanza semplice in ter-
mini aritmetici anche se poi ovviamente in
termini di politica economica le cose si fan-
no sempre più complicate. Sostanzialmente
è necessario mantenere la spesa primaria,
cioè al netto degli interessi, costante in
termini reali, ossia al netto dell’inflazione:
non deve aumentare per tre-quattro anni.
A questo punto, dal momento che l’econo-
mia in questo periodo dovrebbe continua-
re a crescere seppur non a tassi sorpren-
denti, ciò dovrebbe essere sufficiente per
portare il deficit dal livello previsto per il
2016, che è del 2,4%, più o meno allo 0%
nell’arco appunto di tre-quattro anni. Da
quel punto in poi si tratterebbe di mante-