giugno 2015
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Boom del buyout
Secondo l’Aifi, l’associazione italiana del
private equità e venture capital, nel primo
semestre 2014 si è assistito all’exploit delle
operazioni di buyout (acquisizioni di quote
di maggioranza o totalitarie): l’ammonta-
re ha registrato un +24,8% a 1.152 milioni
di euro, rispetto ai 923 milioni dello stesso
semestre 2013; in forte crescita anche il nu-
mero delle operazioni che segna un +81,8%
con 40 deal rispetto ai 22 del primo semestre
2013. Prosegue l’andamento positivo e in
crescita nel segmento expansion (opera-
zioni di minoranza finalizzate a sostenere i
programmi di sviluppo di imprese esistenti),
dove abbiamo un +69,5% nell’ammontare
investito che si attesta a 703 milioni di euro
(erano 415 milioni di euro nel primo seme-
stre 2013), mentre cala del 37,5% il numero
delle operazioni, 40, rispetto alle 64 opera-
zioni nello stesso periodo dell’anno prece-
dente. “I dati dimostrano che l’attività di
sensibilizzazione verso i fondi istituzionali
inizia a dare qualche segnale positivo”, af-
ferma Innocenzo Cipolletta presidente Aifi.
“La raccolta per i fondi è stata realizzata
grazie anche al loro apporto, in aumento
rispetto a quanto fatto nel primo semestre
del 2013. Cresce anche l’attenzione degli
operatori stranieri sulle società nel nostro
Paese, che portano capitali indispensabili
per la crescita del nostro tessuto impren-
ditoriale: in questo semestre infatti il 51%
dell’ammontare investito deriva da soggetti
internazionali. Anche su questo fronte l’im-
pegno di Aifi è stato massimo”. Da segnala-
re che i deal in seed/startup (attività nelle im-
prese nelle prime fasi di vita) continuano ad
attrarre la maggior parte degli investimenti:
54 operazioni, il 38,8% del totale, anche se
è diminuito il taglio medio sull’investimento;
l’ammontare totale registra infatti un -37,2%
a 18milioni di euro; anche nel primo semestre
dello scorso anno si erano registrati decre-
menti simili. Dal punto di vista delle dimen-
sioni delle imprese oggetto d’investimento,
prevalgono ancora una volta le aziende con
meno di 50 milioni di fatturato, che rappre-
sentano il 69,1% del totale (85,7% nel primo
semestre del 2013); leggero aumentodegli in-
vestimenti nelle aziende con più di 250 milio-
ni di fatturato (9,4%nel primo semestre 2014
rispetto al 3,1%dei primi sei mesi del 2013).
@stefano_belviol
I pneumatici Pirelli diventano cinesi
La Pirelli parla cinese. È stato siglato l’accordo in base al quale il controllo della società, attiva nel settore dei pneumatici,
passa al gigante statale della chimica ChemChina che apporta ingenti capitali, anche se la governance, almeno per i prossimi
cinque anni, resterà italiana. L’accordo è l’ultima di una serie di acquisizioni fatte in Italia da compratori cinesi ricchi di liquidità,
che possono trarre vantaggio dall’euro debole mentre l’Europa dà segnali di uscita dalla recessione. La parte pneumatici
industriali di Pirelli, quinto produttore al mondo, sarà scorporata e unita a quella della controllata ChemChina Aeolus,
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restano investiti nella società e aprono la strada a fare entrare nella Pirelli non più quotata uno o più partner che non avranno
peso nella governance. L’unione delle attività nelle gomme industriali di Pirelli e Aeolus consentirà il raddoppio dei volumi
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consentito alla società cinese di avere accesso alla tecnologia dei prodotti premium, che hanno margini più alti, anche se ci
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