30
giugno 2015
Innovazione e rispetto delle persone, dun-
que. C’è qualche altra lezione da imparare
dal passato?
“L’attenzione e l’ascolto costante dei
clienti, con l’obiettivo di allineare il pro-
prio portafoglio prodotti alle nuove con-
dizioni di mercato. Durante la grande cri-
si, GM lanciò il programma ‘a car for eve-
ry purse’, focalizzando tutta l’azienda sul
brand Chevrolet. Nonostante la gamma
Chevrolet fosse più cara di quella di Ford,
GM riuscì ad aumentare significativamen-
te le vendite. GM capì che i suoi clienti
non compravano le sue auto, che erano
migliori, soprattutto perché avevano pro-
blemi di accesso al credito. Per risolvere
questo problema, creò specifici pacchetti
di finanziamento per i clienti che aveva-
no difficoltà a ottenere finanziamenti
dalle banche.
Le vendite creerebbero velocemente e
GM ne beneficiò. P&G si mosse anche
meglio. P&G comprese per prima le nuo-
ve esigenze delle casalinghe americane
facendole intervistare direttamente dal-
le proprie impiegate, in un momento in
cui tutte le aziende riducevano i budget
di pubblicità e licenziavano le impiegate
non occupate. Tramite queste interviste,
P&G fu in grado di comprendere e, poi,
sfruttare il nascente fenomeno della pub-
blicità via radio e decise di promuovere
la propria nuova gamma di saponi du-
rante i programmi diurni regolari, molto
seguiti dalle casalinghe. Fu la nascita di
quello che ora tutti noi chiamiamo ‘soap
operas’. I social media attuali offrono le
stesse opportunità”.
tutto a Lui e a Lui mi affido giornalmente.
La vera dote è il rispetto degli altri che viene
dalla fede in Lui”.
Qual è il bilanciopersonaledel suoprimoan-
noacapodi un’azienda fondata162anni fa?
“Un grande onore. Una grande responsabi-
lità. Professionalmente sono cresciuto tantis-
simo. Sono cresciuto managerialmente, ma
soprattutto come persona. Imparo ogni gior-
nodai colleghi, dai clienti e dal tessuto sociale
in cui opero. Ovviamente a tali benefici attivi
si contrappone - come la partita doppia inse-
gna - anche la parte passiva: dormo di meno
e viaggio di più. Ma non sono il solo. Siamo
in 4mila inAnsaldo STS a fare così”.
Rifarebbe tutto quello che ha fatto fino a
oggi in Ansaldo STS?
“Certamente. Il merito spetta ai colleghi
di Ansaldo STS. Non dimentichiamoci che
quotidianamente milioni di viaggiatori
in tutto il mondo si muovono in sicurezza
grazie alla nostra tecnologia. Anch’io so-
no un viaggiatore. Nessun viaggiatore è in
grado di intraprendere il proprio viaggio
da solo. Per questo devo la mia ricono-
scenza ai colleghi, che mi accompagnano
giornalmente. Al pari dei miei predeces-
sori, mi sto impegnando a far sì che quello
che ho trovato sia più grande di quello che
lascerò, soprattutto perché lo avrò fatto
crescere assieme ai colleghi. Lucrezio ce lo
ricorda con la sua famosa frase: ‘Et quasi
cursores vitai lampada tradunt’, tutti ab-
biamo ricevuto da altri un patrimonio che
dovremo a nostra volta trasmettere”.
Alla luce della sua esperienza maturata
negli Stati Uniti, cosa manca all’Italia dal
punto di vista dell’organizzazione del lavo-
ro per superare l’attuale recessione?
“Il coraggio di investire e innovare. So-
prattutto, la determinazione necessaria
per raggiungere l’obiettivo. Non vorrei
che ci stessimo sedendo vedendo i primi
deboli segnali di ripresa. La storia insegna.
Nel giugno del 1930, il presidente degli
Stati Uniti, Hoover, accolse una delegazio-
ne di banchieri e autorità sociali che erano
preoccupate della crisi, dicendo: ‘Signori,
siete arrivati con 60 giorni di ritardo. La
crisi è finita’. Allora come oggi si vedeva-
no i primi deboli segnali di ripresa e, addi-
rittura, l’Harvard Economic Society aveva
previsto una possibile crescita. Sappiamo,
poi, che la vera crisi iniziò solo in seguito”.
Valeadireche il peggiodeveancoravenire?
“Sicuramente il futuro non è certo, ma
quello che il modello americano ci insegna
è che le aziende devono avere il coraggio
di innovare, leggere diversamente il merca-
to, rivedere in modo competitivo la propria
struttura di costo senza far soffrire i propri
lavoratori. Dal rispetto per i colleghi nasce la
fierezza che fa guardare con serenità al fu-
turo. Sono convinto che Ansaldo STS sia una
di queste aziende”.
Ci può fare degli esempi concreti?
“Nella grande crisi solo le aziende che han-
no rispettato e investito nei colleghi sono
uscite vincitrici. GE, ad esempio, tagliò il
proprio costo del lavoro del 14% durante
il primo anno della crisi e, nel secondo del
67%. Westinghouse lo fece più lentamen-
te. La chiave vincente di GE non fu il taglio
dei costi in sé, ma il proprio approccio in-
novativo nel rispetto per le persone e per i
propri valori: GE ridusse il costo del lavoro
con il chiaro obiettivo di proteggere i propri
talenti. GE accorciò la settimana lavorativa,
riposizionò temporaneamente la propria
forza lavoro in mansioni anche inferiori ri-
ducendone la paga, mentre Westinghouse,
costretta ad inseguire, licenziò drasticamen-
te il personale, ipotecando la propria cresci-
ta futura. IBMseguì l’esempio di GE, ma fece
anche di più: introdusse premi sia per man-
tenere i propri talenti che per attrarne nuovi
dalla concorrenza. In Ansaldo STS abbiamo
fatto lo stesso nel 2014”.