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rmo
ottobre 2017
Emanuele Morandi,
business developer
manager di Pneumax.
Centri di lavoro
all’interno della nuova
Unità 6.
O
ggi la cultura economica si crea partendo dalla
convinzione che il futuro del nostro Paese sia
strettamente legato alla capacità che avremo di man-
tenere sul territorio nazionale le nostre attività ma-
nifatturiere. In modo diverso forse dal passato, ma
comunque saranno sempre luoghi dove la produzione
si crea e si organizza, per il benessere della collettività
e della comunità. Siamo localizzati in una delle prime
regioni manifatturiere del Paese caratterizzata da un
tessuto particolarmente ricco e variegato di attività
manifatturiere e per questo possiamo essere orgogliosi
di ‘mantenere’ nella nostra comunità la produzione.
La possibilità di mantenere e accrescere le attività ma-
nifatturiere non può dipendere solo da qualche prov-
vedimento fiscale o da decisioni di politica economica
bensì dal fatto che continuino a esservi persone con la
volontà, la tenacia, l’ambizione e la passione di ‘intra-
prendere’. Secondo Emanuele Morandi, business deve-
loper manager di Pneumax, “Il vantaggio competitivo
delle imprese italiane, in qualunque settore operino,
non deriverà solo dall’applicazione delle più avan-
zate tecnologie produttive, ormai disponibili a tutti,
ma sempre più dalla qualità del capitale umano, da
quello relazionale e dal capitale innovativo, in sintesi
dalla capacità di suscitare creatività e cambiamento.
Per acquisire, mantenere e sviluppare questi nuovi
fattori di competitività le imprese italiane possono
contare su un eccezionale e unico patrimonio storico
e culturale, di cui il nostro Paese è ricco, a patto di
saperlo riconoscere, rispettare e valorizzare. E nel pa-
trimonio culturale italiano vi è il felice connubio fra
cultura umanistica e cultura tecnica: la cultura che ci
ha contraddistinto fin dal Rinascimento”.
La cultura e le persone.
Pneumax vede la cultura
umanistica e la cultura d’impresa come due facce
della stessa medaglia. Gli obiettivi e gli interessi di
un’azienda, per poter parlare di cultura di impresa e
non semplicemente di realtà industriale, sono neces-
sariamente legati a quelli delle persone che vivono
e operano nell’impresa stessa costituendone la com-
ponente umana. Si tratta di una situazione che più si
avvicina a un rapporto simbiotico; la comprensione e
soprattutto la condivisione delle reciproche aspetta-
tive ed esigenze, rende più forti e crea la possibilità
di ampliare un patrimonio di ‘ricchezza di cono-
scenza’, facendo crescere indistintamente le singole
persone e l’azienda. E da qui ne discende un impe-
rativo: l’impresa è cultura e mai come oggi l’insieme
dei valori e delle conoscenze che sono alla base del
fare impresa costituisce l’espressione principale (e
direi migliore) della cultura di una collettività. “Da
sempre nel Dna di Pneumax - spiega Morandi - è
presente questo connubio tra cultura umanistica e