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rmo

novembre/dicembre 2016

Il professor Christian Brecher dirige

il laboratorio di macchine utensili al

politecnico Rwth di Aquisgrana ed

è titolare della cattedra di macchine

utensili.

fase successiva, quella del funzionamento. Le future

macchine utensili dovranno avere delle interfacce

semantiche per poter disporre dei dati di processo

con una risoluzione maggiore, per analisi più vaste

da effettuarsi possibilmente in tempo reale oppure

da integrarsi in modo funzionale nei sistemi con-

catenati”.

Come si ripercuote la crescente automatizzazione dei

processi sulla realizzazione di una macchina utensile,

specialmente utilizzando i robot?

“Esistono già delle celle di processo automatizzate,

la costruzione di utensili e stampi ne è un esempio.

Noi però abbiamo identificato una sfida importante

nel funzionamento redditizio di tali celle (robot, mac-

chine utensili, magazzino) in particolare nelle piccole

serie ricche di varianti; quindi nella tipica gamma di

prodotto delle piccole e medie imprese. Molte volte

i processi non possono essere attivati nei tempi ma-

scherati, in altri casi non si dispone della perizia ne-

cessaria. Inoltre, a tutt’oggi esistono ancora pochi

approcci per definire un’ampia interfaccia funzionale

fra la macchina utensile e il robot, che possa essere

integrata fino alla catena CAD/CAM-NC ossia RC. Ciò

è particolarmente interessante quando pensiamo

all’automatizzazione flessibile, ad esempio mediante

i robot collaborativi. Anche qui vediamo grandi po-

tenzialità per le piccole e medie aziende e per le pic-

cole serie. Attualmente stiamo fondando un gruppo

di lavoro che illustri con precisione la questione, sia

dal punto di vista della ricerca sia da quello della co-

operazione diretta fra le industrie.

Una volta si prevedeva un grande futuro per gli esapodi.

Che ne è di questa idea oggi alla luce di Industria 4.0?

“L’idea della cinematica parallela, ossia delle solu-

zioni ibride, si è potuta affermare pienamente solo

in alcuni campi e questo per vari motivi. Oltre che per

la manipolazione e il montaggio esistono anche mac-

chine utensili i cui vantaggi sono sfruttati con molto

successo. Ad esempio, la dinamica altamente conver-

tibile di progetti specifici; un altro esempio è costi-

tuito da Ecospeed, la macchina altamente dinamica

dell’impresa Dörries Scharmann per una prestazione

altamente produttiva nel campo aerospaziale. Sicu-

ramente il futuro delle macchine utensili ci riserverà

progetti specifici per applicazioni speciali”.

Le macchine diventano sempre più complesse, la nuova

generazione pensa in termini di APP. Come sarà il loro

impiego in futuro?

“La progettazione di nuove macchine umane e inno-

vative ha una lunga storia al WZL. Infatti, l’idea di un

funzionamento orientato all’azione - motivato dagli

odierni smartphone - è stato validato con successo con

le interfacce multimodali riducendo in modo signifi-

cativo la complessità delle odierne Human Maschine

Interfaces. Celos della DMG Mori segue un approccio

molto simile. All’interno del progetto MaxiMMI, che

prevede la collaborazione di produttori e fornitori

leader di macchine utensili, stiamo prendendo anche

in considerazione l’integrazione di nuovi dispositivi di

comando come gli smart watch, i tablet e gli occhiali

multimediali per ambiente WZM. Le potenzialità sono

molte tuttavia gli approcci non andrebbero perseguiti

per amor proprio. Bisognerebbe invece generare sem-

pre un riferimento applicativo realistico”.

Da alcuni anni l’efficienza energetica è un argomento

costante anche per le macchine utensili. Qual è l’ultimo

aggiornamento?

“Il campo tematico dell’efficienza energetica continua

a essere oggetto di bandi di concorso. Se inizialmente

siamo riusciti a realizzare con maggiore efficienza i

gruppi principali, come il mandrino, tenendo in consi-

derazione i modelli fisici, attualmente ci stiamo concen-

trando più sui gruppi complementari e su una gestione

termica trasversale e intelligente. Gli studi attuali del

WZL si occupano della riduzione dei tempi di riscalda-

mento improduttivi in cui poter spegnere temporane-

amente e flessibilmente la macchina anche nelle brevi

pause di produzione. Osservando il tema dell’efficienza

energetica nel suo complesso, essa va considerata all‘in-

terno di un contesto produttivo finalizzato ad abbat-

tere il consumo di energia per ciascun componente”.

@lurossi_71