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rmo

settembre 2016

tandoli in particolare al sostegno di start-up. Per un

processo così complesso, conclude la Commissione

nella sua relazione, serve una governance associata

che possa orientare e indirizzare il sistema.

Il piano del Governo.

Il Governo instituirà una ca-

bina di regia che si muoverà con finalità analoghe

a quella creata in Germania, con una struttura però

più snella e flessibile. Per il Governo, tra gli obiet-

tivi prioritari spicca come indispensabile la cabla-

tura delle aree a forte presenza industriale. Il punto

di partenza sarebbe quello di assicurare all’85%

della popolazione la connessione ad almeno 100

mbps entro il 2020. Ma questo è solo il punto di

partenza per recuperare il ritardo rispetto ad altri

competitor. L’Italia punta anche sullo sviluppo delle

reti wireless e sul 5G, su reti elettriche intelligenti.

Secondo la strategia governativa occorre creare di-

versi Digital Innovation Hub: ecosistemi nei quali

operino a stretto contatto R&D, imprese innova-

tive, grandi imprese, start-up e investitori. Anche la

pubblica amministrazione ricoprirà un ruolo impor-

tante nel processo di digitalizzazione, non solo per

modernizzare i processi amministrativi ma anche

per una funzione di stimolo di processi innovativi

nel pubblico e nel privato.

Nel comparto della formazione l’obiettivo è colmare

il gap, con la riqualificazione del personale che svolge

attività a rischio di obsolescenza e nel recupero della

cosidetta generazione Neet. Lo stesso sistema scola-

stico dovrà al contempo colmare i suoi ritardi sia nei

contenuti trasversali sia nelle competenze.

Ultimo tassello del piano governativo riguarda la

presenza di un digital single market europeo, un

paradigma fondamentale per garantire un sistema

aperto e interoperabile.

@lurossi_71

parlamentari con i principali attori di questa catena

del valore: imprenditori, associazioni di categoria,

sindacati, università e centri di ricerca. Secondo la

relazione, la trasformazione del sistema è una neces-

sità più che una opportunità perché il nostro sistema

manifatturiero continui a rimanere competitivo.

Cinque dunque sono i pilastri della via italiana a In-

dustria 4.0: una governance chiara, infrastrutture

abilitanti, poter contare su competenze digitali, spa-

zio alla ricerca e all’innovazione che sia però open.

La Commissione Attività Produttive della Camera

segnala anche i punti di forza italiani che vanno va-

lorizzati, e tra questi il piano per la banda ultralarga

del Governo. A fianco a questo, devono essere anche

esaltate le competenze del nostro Paese. Il nostro

manifatturiero, segnala la Commissione, non com-

prende però player di sistema di dimensione globale

e software vendor nazionali, per questo motivo ser-

vono delle piattaforme e degli standard aperti per

poter cogliere risultati concreti evitando al con-

tempo di subire iniziative altrui.

Tra i fattori critici, la Commissione segnala la diffi-

coltà ad acquisire cultura manageriale e personale

qualificato nelle gestione dell’impresa e nella R&D:

un aspetto che riguarda il sistema formativo giudi-

cato ancora non pienamente in grado di incrociare la

domanda delle imprese. in merito a questo tema, la

Commissione aggiunge anche la difficoltà del nostro

Paese a trattenere le alte professionalità create dal suo

sistema formativo e non è in grado di attirare profes-

sionalità dall’estero a causa di una domanda ancora

insufficiente e remunerazioni giudicate non adeguate.

Altro aspetto critico è la limitatezza della dimen-

sione delle nostre imprese, e per ovviare a questo la

Commissione suggerisce di ‘fare rete’, individuando

anche strumenti di finanziamento innovativi, orien-