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rmo

giugno/luglio 2016

testano attorno a 1,7milioni di autovetture, conun range

di crescita tra il 7 e il 9% rispetto al 2015. Questo trend

lascia prevedere comunque una crescita nel secondo se-

mestre più contenuta.

Ci vuole fiducia.

A febbraio 2016 l’indice del clima di

fiducia dei consumatori, espresso in base 2010=100, dimi-

nuisce a 114,5 da 118,6 del mese precedente; nonostante

la flessione, l’indice si mantiene sui livelli elevati registrati

negli ultimi mesi; per quanto riguarda, invece, le imprese,

l’indice composito del clima di fiducia (Iesi, Istat economic

sentiment indicator), in base 2010=100, sale a 103,1 da

101,4. Tutte le stime delle componenti del clima di fiducia

dei consumatori diminuiscono.

La flessione risulta più sensibile per le componenti eco-

nomica (a 141,8 da 152,4) e futura (a 120,5 da 127,1),

più contenuta per le componenti personale (a 105,8 da

107,6) e corrente (a 110,7 da 113,5). Peggiorano signifi-

cativamente i saldi dei giudizi e delle attese sull’attuale

situazione economica del Paese (a -37 da -26 e a 4 da 23,

rispettivamente), come pure quelli dei giudizi sui prezzi

nei passati 12 mesi (a -26 da -25) e delle attese future sui

prezzi (-20da -13). Aumentano leattesedi disoccupazione

(a 12 da 1). Riguardo le imprese, il clima di fiducia mostra

un calo contenuto nella manifattura (a 102,0 da 103,0),

un andamento stabile nei servizi di mercato (a 106,6) e un

miglioramento nelle costruzioni (a 119,3 da 114,6) e nel

commercio al dettaglio (a 106,5 da 102,0).

L’indagine Istat sulle intenzioni di acquisto delle autovet-

ture nei prossimi 12 mesi conferma il trend in corso del

mercato auto. L’indagine rileva il 9,3% di risposte ‘certa-

mente sì’ e ‘probabilmente sì’, che era di 8,4% a gennaio

2015 e di 5,1%a gennaio 2014. Ordini e immatricolazioni

per ora confermano il trendpositivo: modelli nuovi, cam-

pagne promozionali aggressive, sostituzione dell’auto

non rinviabile all’infinito.

Il problema dei giovani.

Una parte della popolazione

rimane comunque esclusa dalla possibilità di acquistare

un’automobile: i giovani.

Il tasso di disoccupazione giovanile è sceso al 37,9%a di-

cembre2015,maèdimolto superiore siaallamediaUE28

del 19,7%, che alla media Area Euro del 22%1 (peggio

dell’Italia solo Grecia, Spagna e Croazia).

L’esclusione dal lavoro di una parte della popolazione, a

cui è inibita di fatto la possibilità di emanciparsi dalla fa-

miglia, permancanzadi unproprio reddito, ‘congela’ una

fascia di consumatori, la cui indipendenza favorirebbe

proprio il consumo di beni durevoli, essenziali per una

vita autonoma. Lo sharing, che sicuramente può risultare

congenialeamolti giovani, rappresentauna rispostaabi-

sogni che altrimenti resterebbero insoddisfatti. Soluzioni

come il car sharing, daun lato, offronoun servizio, dall’al-

tro, un’opportunitàdi business, sostenibile se l’utilizzodel

bene è alto. La maggior parte delle città italiane però ha

dimensioni tali che potrebbero rendere poco remunera-

tivo il servizio per gli operatori, a differenza delle grandi

città emetropoli europee.

In Italia il prezzo industriale dei carburanti ha subìto

invece una contrazione, nel 2015 rispetto al 2014, del

21%per la benzina, del 24%per il gasolio e del 26%per

il GPL. Il peso della componente fiscale, invece, ha conti-

nuato a salire e a incidere sempre di più sul prezzo alla

pompa dei carburanti, di conseguenza il prezzo medio

annuale alla pompa è quindi diminuito solo del 10%per

la benzina, del 13%per il gasolio e del 20%per il gpl.