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marzo 2015
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Conti in ordine e tecnologia avanzata
Rita Rigamonti (in foto), amministratrice delegata di Monzesi, esprime la propria opinione sull’organizzazione dell’azienda e
come fare business oggi: “Le imprese hanno la necessità di presentarsi al mercato non solo con prodotti industriali innovativi e
funzionali, ma hanno l’obbligo di avere un rating adeguato alla loro dimensione e giro d’affari. Non è pensabile oggi organizzare
un’azienda solo sul proprio know-how tecnologico”.
Ormai da un decennio le regole di Basilea 2 impongono alle imprese strategie più articolate. È necessario effettuare un salto
di qualità e passare da bravi artigiani a industriali nel vero senso della termine: prodotto innovativo, processi moderni in
produzione, ricerca e sviluppo, internazionalizzazione dei mercati, reparto finanziario organizzato e un’amministrazione del
conto economico attenta e coerente al business.
“Solo così si garantisce un futuro all’impresa, anche per le generazioni future - ha proseguito Rigamonti -. L’imprenditore
italiano è davanti a una scelta importante: creare l’impresa per gli azionisti, oppure, sviluppare l’azienda per chi ci lavora e per
il mercato di riferimento. Monzesi ha scelto la seconda opportunità. Ma non è tutto. È vero che nel prossimo
futuro la politica monetaria decisa dalla BCE potrebbe allontanare questa stagnazione prolungata, ma per
garantire un impulso positivo alle imprese, occorrono riforme strutturali nel campo del finanziamento”. Ecco
allora la necessità di un cambio di mentalità sia da parte degli imprenditori sia da parte degli Istituti di credito. Se
in passato la patrimonializzazione dell’impresa era esclusivamente basata sull’innovazione tecnologica, la parte
immobiliare e il magazzino; ora non è più così. La parte finanziaria è fondamentale nella capitalizzazione della
società.
“Se le sofferenze delle imprese - ha concluso la manager - sono esplose per effetto della crisi è anche perché le
aziende italiane hanno accumulato nel tempo condizioni di fragilità finanziaria, che sono state drammaticamente
amplificate dalla caduta dei margini di profitto determinata dalla crisi. È giunto il momento di aprire le imprese a
una nuova finanza, a una nuova azione di sviluppo prodotto, ma anche di credito all’impresa”.
Dallepremessesoprariportate,qualisonoiprincipalipara-
metri per fare impresaoggi?
“Nel nostro Paese è molto carente l’uso della leva più
importante per la crescita delle aziende, la finanza
aziendale. È un comparto nel quale siamo in forte ri-
tardo; la struttura finanziaria delle nostre PMI è meno
evoluta rispetto ai concorrenti europei. Solo così si può
coniugare la creatività italiana, la tecnologia Made in
Italy e le adeguate risorse economiche per fare ricerca,
sviluppo, pianificare nuovi investimenti e cercare nuovi
mercati. È su questi principi e fatti concreti che si fonda
Monzesi.
Insomma, fare impresa oggi è diverso rispetto a dieci
anni fa. In passato il cuore della fabbrica era quasi uni-
camente il reparto tecnologico e produttivo. L’idea in-
novativa del singolo tecnico talentuoso aveva un ruolo
molto importante. Oggi non è più così. Per essere più
preciso posso affermare, che non è più solo in questi ter-
mini. Che piaccia o no, la gestione dell’impresa è forse
più complessa, ma anche più affascinante. L’aspetto
finanziario/amministrativo ha recuperato terreno ed
è strategico per il successo dell’azienda. Nel secondo
decennio degli anni Duemila sono cambiati i rapporti
tra impresa e istituti di credito e/o soggetti finanziari;
relazionarsi con lo Stato è mutato radicalmente; il ter-
reno su cui opera un’impresa italiana è decisamente
accidentato, dal costo dell’energia, alle materie prime,
fino al costo del lavoro meno competitivo rispetto ai
concorrenti stranieri. Ecco allora la necessità di svilup-
pare prodotti industriali avendo ben chiaro l’aspetto
economico degli investimenti, i ritorni, i margini e il ri-
schio. Insomma, ogni azienda deve avere un profilo, il
rating, di affidabilità nel ripagare un prestito. Solo così
sarà possibile ottenere finanziamenti, sviluppare nuove
idee, assumere personale, generare ricchezza. Altre
strade non sono percorribili. Monzesi ha intrapreso que-
sto percorso virtuoso dalla sua costituzione”.
Si tratta quindi di un’aziendamoderna con radici nel pas-
sato. Cosa ci può raccontare di questa recente realtà indu-
striale?
“Come già accennato Officine Monzesi fu fondata
cento anni fa, il marchio Viotto, invece, fu acquisito
nella seconda metà degli anni 90. L’azienda progetta e
costruisce due tipologie di macchine: rettificatrici senza
centro e a mole contrapposte, utilizzate in molti com-
parti industriali per la finitura di componenti metallici.
Con la crisi innescata negli Stati Uniti nel 2008 (Lehman
Brothers), iniziò un periodo di estrema difficoltà per
tutti i Paesi industrializzati del mondo. L’Italia e le sue
imprese non furono al riparo da questa fase nera dell’e-
conomia. Sembrava che il mondo si fosse fermato. Of-
ficine Monzesi nel 2009 ebbe un periodo di profonda
difficoltà, soprattutto per quanto riguardava il mercato
domestico: ordini insufficienti, un importante numero
di macchine utensili pronte per la spedizione ai clienti i
quali annullavano gli ordini per mancanza di liquidità,
difficoltà a reperire la materia prima e i componenti per