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gennaio/febbraio 2015
grado di soddisfare, con la ripetibilità congenita nella
tecnologia robotizzata, la richiesta di precisione e di
standard elevati, ovvero quanto è necessario per pro-
durre con continuità e qualità”.
Ghigi, infatti, esporta al 90% il proprio prodotto che,
per mantenere una qualità costante anche nel tra-
sporto a destinazione, deve essere manipolato con cura
e posizionato in maniera impeccabile quando viene
palettizzato. “I nostri imballaggi - spiega Aprea - si
modificano in funzione della pasta che devono conte-
nere - lunga, corta, di diverso peso - del tipo di scatola
che usiamo (alcuni imballaggi speciali riducono l’uso di
cartone e hanno forme particolari) e anche in funzione
del Paese in cui spediamo la merce”. Vietato sbagliare a
gestire palettizzazione e imballaggio, quindi. “Proprio
così - continua Aprea -. Tutte queste variabili fanno sì
che il robot a fine linea debba essere in grado di mo-
siamo italiani, crediamo in questo Paese nonostante la
difficoltà, investiamo, creiamo valore e innovazione in
questo Paese e per questo Paese”. Queste le parole di
Paolo Santoni, direttore generale, che suonano da ma-
nifesto e monito per l’attività imprenditoriale targata
Ghigi. Lo stesso Santoni aggiunge “La nostra linea auto-
matizzata, al termine, ha 4 robot palettizzatori Comau.
La scelta di Comau, al di là dell’italianità dell’azienda, è
dovuta alle ottime referenze che ha in termini di affi-
dabilità e precisione”.
Ghigi, infatti, è un’azienda che ha nella capacità pro-
duttiva fin oltre i 750 mila quintali di pasta secca l’anno
e ciò significa aver bisogno di una tecnologia che non
tradisce mai, in grado di compiere cicli su cicli senza fer-
marsi e senza sbavature. “Esattamente quanto accade
con la tecnologia Comau che è affidabile - interviene
Bartolo Aprea, direttore delle Operations - ed è in
BartoloApreaèdirettoreOperations
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