Rivista_Meccanica_Oggi_174 - page 22

Barometro
a cura di
rmo
novembre/dicembre 2013
22
Dall’ultimo censimento dell’industria,
dei servizi e delle istituzioni non profit
condotto dall’Istat nel 2011 e reso noto
pochi giorni fa, è emerso che tra le mo-
dalità di finanziamento privilegiate dalle
imprese, il credito bancario (sia di breve
sia di medio/lungo termine) e l’autofinan-
ziamento sono le fonti di gran lunga più
utilizzate. L’autofinanziamento è la capa-
cità che ha l’azienda di produrre al suo in-
terno le risorse finanziario-monetarie che
servono per la gestione, senza fare ricorso
a fonti esterne di finanziamento. Ebbene,
ben il 60% delle imprese ha dichiarato di
ricorrere all’autofinanziamento, con una
maggiore diffusione tra le microimprese
(62,0%) rispetto alle piccole (53,4%), alle
medie (56,8%) e alle grandi (59,9%), per
quelle che si rivolgono al mercato locale
(61,2%) e che non appartengono a gruppi
(circa 60%).
Questi dati confermano anche il quadro
tracciato dall’indagine presso le imprese
industriali e dei servizi condotta annual-
mente dalla Banca d’Italia: nell’ultimo
sondaggio, ben il 64% delle imprese ha
dichiarato che per finanziare i propri in-
vestimenti utilizzerebbe in modo preva-
lente l’autofinanziamento (erano il 53%
nel 2007). L’incidenza delle aziende che
ritiene invece di ricorrere soprattutto a un
incremento dell’indebitamento è andata
riducendosi durante gli anni della crisi.
Tuttavia, questa tendenza non è dettata
da un inasprimento del credito bancario,
tanto che oltre il 70% delle imprese ope-
ranti nei settori dell’industria e dei servizi
intervistate dalla Banca d’Italia hanno
affermato di considerare invariate le con-
dizioni di accesso ai finanziamenti e al
contempo continua a diminuire la quota
di aziende che le considerano peggiorate.
Dunque l’aspetto finanziario non rappre-
senta più il principale fattore di ostacolo
agli investimenti. Anche i giudizi sull’an-
damento della domanda dei propri pro-
dotti sono in progressivo miglioramento:
nel terzo trimestre la quota di aziende
che la reputa migliorata è passata al 15%
rispetto alla quota del 10% rilevata nei
tre mesi precedenti; inoltre nello stesso
periodo è diminuita l’incidenza delle im-
prese che la giudicano peggiorata.
L’unico forte ostacolo è la debolezza della
domanda interna, a cui un’importante
quota di imprese si rivolge esclusivamente
quale destinazione dei propri prodotti.
Infatti, dal censimento dell’Istat è emerso
che ben il 29,1% delle imprese manifattu-
riere si rivolge principalmente al mercato
locale e ben il 24,5% al mercato nazionale
mentre il restante 46,5% opererebbe su
scala internazionale. Tuttavia il settore
dei beni strumentali è fortemente export-
oriented: nel comparto dei macchinari ed
attrezzature la quota di aziende che ha
dichiarato di ampliare il proprio raggio
d’azione soprattutto sul mercato estero
è di gran lunga superiore alla media
(75,4% delle imprese censite per questo
settore). Dunque l’aspetto finanziario e la
domanda dei prodotti non è più un pro-
blema evidente per gli investimenti: è il
momento di farli ripartire.
Meno
problemi
per
gli
investimenti?
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