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progettare

408

SETTEMBRE

2017

25

responsabilità e ci rende una parte

importante dell’industria mondiale,

proprio per questo abbiamo in-

cominciato da tempo a preparare

soluzioni per il futuro, infatti ab-

biamo già installato presso i nostri

clienti oltre due milioni di sensori

collegati ai nostri prodotti e siamo

attivi a livello di monitoraggio delle

performance e analisi predittive sui

sistemi già dal 1986”.

Secondo Bernie van Leeuwen, di-

rector product management digita-

lization SKF, la capacità di acquisire

ed elaborare una grande quantità di

informazioni digitali determinerà la

produzione del futuro. “Adottando

un approccio orientato alla digita-

lizzazione - ha spiegato - SKF sta

ottimizzando la sua offerta princi-

pale, ovvero tecnologie per cusci-

netti e servizi correlati, per aiutare

i clienti a migliorare ulteriormente

le prestazioni delle loro macchine

rotanti. Inoltre, attraverso questo

orientamento alla digitalizzazione

industriale, SKF mira a favorire

l’ulteriore ottimizzazione di costi

ed efficienza nell’intera catena di

creazione del valore, compresa l’in-

tegrazione della metodologiaWorld

Class Manufacturing and Supply

Chain”.

Gestire i dati

La digitalizzazione, ritiene van

Leeuwen, avrà effetti sull’intera ca-

tena di creazione del valore, dalla

progettazione e produzione fino

all’acquisto e alla manutenzione.

“SKF monitora le macchine in re-

moto da circa quindici anni ormai

e ora i cuscinetti collegati al cloud

sono approssimativamente un mi-

lione - ha affermato Bernie van

Leeuwen - i dati vengono acquisiti

e interpretati giornalmente, spesso

con l’assistenza dei nostri esperti.

La capacità di gestire questi dati

consente analisi avanzate: SKF è in

grado di rilevare, in fase precoce,

potenziali cedimenti delle macchine

rotanti, che si possono ripercuo-

tere sull’affidabilità globale, e di

comprendere meglio i requisiti di

progettazione per prodotti e siste-

mi critici. Abbiamo già sviluppato

Un salto culturale:

vendere produttività

I nuovi modelli di business e il livello di profondità che deve raggiungere una moderna

partnership con il cliente espongono le aziende ai rischi di furto o uso improprio dei dati;

e da qui possono derivare comprensibili timori da parte di chi deve mettere a disposizione

proprie informazioni sensibili. Abbiamo chiesto a Victoria Van Camp, CTO & president, in-

novation and business development di SKF (nella foto) se, di fronte a queste problematiche,

ci siano anche da superare delle resistenze, nel mercato, di tipo culturale…

“Quando stipuliamo un accordo che noi chiamiamo ‘performance contract’, che, detto

in maniera semplice, è basato sul fatto che noi siamo pagati solo a risultati produt-

tivi ottenuti, stiamo in realtà portando a termine un processo di preparazione che è

durato un anno, e questo lo facciamo in ogni parte del mondo. Naturalmente questi

contratti vengono normalmente firmati con clienti coi quali esiste già un buon livello

di fiducia reciproca e con un management che sa intravedere quali possono essere i

vantaggi concreti che ne possono derivare. Da parte del cliente si deve capire che anche

il nostro guadagno deriverà dai risultati economici che sapremo apportare e quindi

siamo totalmente coinvolti: non ci interessa vendere qualche prodotto punto e basta, ci

interessa invece portare risultati concreti che saranno la base anche dei nostri ricavi”.

Quindi durante i dodici mesi di preparazione va fatto un lavoro molto attento…

“Certamente - risponde Van Camp - abbiamo esperti che raccolgono dati di produzione

e di conduzione degli impianti del cliente e team qualificati che questi dati li sanno leggere e interpretare e questo avviene con la massima col-

laborazione del committente. Possiamo rilevare se ci sono criticità nell’uso o nella manutenzione di certi sistemi e siamo in grado di proporre le

giuste correzioni o innovazioni. Se le nostre proposte sono sensate non c’è motivo per cui il management del cliente si debba opporre, oltretutto

questo processo si basa appunto sulla scrupolosa analisi di dati concreti che, una volta accettati, diventano oggetto di lavoro in comune”.

Quindi, per tornare al quesito iniziale, possiamo dire che esistono molte realtà industriali portatrici di una nuova cultura, diciamo così, più aperta

e collaborativa…

“Questa nuova cultura diventerà sempre più decisiva in futuro - conclude Victoria Van Camp - e a noi piace pensare di essere fra coloro che la

stanno espandendo”.