progettare
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SETTEMBRE
2017
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responsabilità e ci rende una parte
importante dell’industria mondiale,
proprio per questo abbiamo in-
cominciato da tempo a preparare
soluzioni per il futuro, infatti ab-
biamo già installato presso i nostri
clienti oltre due milioni di sensori
collegati ai nostri prodotti e siamo
attivi a livello di monitoraggio delle
performance e analisi predittive sui
sistemi già dal 1986”.
Secondo Bernie van Leeuwen, di-
rector product management digita-
lization SKF, la capacità di acquisire
ed elaborare una grande quantità di
informazioni digitali determinerà la
produzione del futuro. “Adottando
un approccio orientato alla digita-
lizzazione - ha spiegato - SKF sta
ottimizzando la sua offerta princi-
pale, ovvero tecnologie per cusci-
netti e servizi correlati, per aiutare
i clienti a migliorare ulteriormente
le prestazioni delle loro macchine
rotanti. Inoltre, attraverso questo
orientamento alla digitalizzazione
industriale, SKF mira a favorire
l’ulteriore ottimizzazione di costi
ed efficienza nell’intera catena di
creazione del valore, compresa l’in-
tegrazione della metodologiaWorld
Class Manufacturing and Supply
Chain”.
Gestire i dati
La digitalizzazione, ritiene van
Leeuwen, avrà effetti sull’intera ca-
tena di creazione del valore, dalla
progettazione e produzione fino
all’acquisto e alla manutenzione.
“SKF monitora le macchine in re-
moto da circa quindici anni ormai
e ora i cuscinetti collegati al cloud
sono approssimativamente un mi-
lione - ha affermato Bernie van
Leeuwen - i dati vengono acquisiti
e interpretati giornalmente, spesso
con l’assistenza dei nostri esperti.
La capacità di gestire questi dati
consente analisi avanzate: SKF è in
grado di rilevare, in fase precoce,
potenziali cedimenti delle macchine
rotanti, che si possono ripercuo-
tere sull’affidabilità globale, e di
comprendere meglio i requisiti di
progettazione per prodotti e siste-
mi critici. Abbiamo già sviluppato
Un salto culturale:
vendere produttività
I nuovi modelli di business e il livello di profondità che deve raggiungere una moderna
partnership con il cliente espongono le aziende ai rischi di furto o uso improprio dei dati;
e da qui possono derivare comprensibili timori da parte di chi deve mettere a disposizione
proprie informazioni sensibili. Abbiamo chiesto a Victoria Van Camp, CTO & president, in-
novation and business development di SKF (nella foto) se, di fronte a queste problematiche,
ci siano anche da superare delle resistenze, nel mercato, di tipo culturale…
“Quando stipuliamo un accordo che noi chiamiamo ‘performance contract’, che, detto
in maniera semplice, è basato sul fatto che noi siamo pagati solo a risultati produt-
tivi ottenuti, stiamo in realtà portando a termine un processo di preparazione che è
durato un anno, e questo lo facciamo in ogni parte del mondo. Naturalmente questi
contratti vengono normalmente firmati con clienti coi quali esiste già un buon livello
di fiducia reciproca e con un management che sa intravedere quali possono essere i
vantaggi concreti che ne possono derivare. Da parte del cliente si deve capire che anche
il nostro guadagno deriverà dai risultati economici che sapremo apportare e quindi
siamo totalmente coinvolti: non ci interessa vendere qualche prodotto punto e basta, ci
interessa invece portare risultati concreti che saranno la base anche dei nostri ricavi”.
Quindi durante i dodici mesi di preparazione va fatto un lavoro molto attento…
“Certamente - risponde Van Camp - abbiamo esperti che raccolgono dati di produzione
e di conduzione degli impianti del cliente e team qualificati che questi dati li sanno leggere e interpretare e questo avviene con la massima col-
laborazione del committente. Possiamo rilevare se ci sono criticità nell’uso o nella manutenzione di certi sistemi e siamo in grado di proporre le
giuste correzioni o innovazioni. Se le nostre proposte sono sensate non c’è motivo per cui il management del cliente si debba opporre, oltretutto
questo processo si basa appunto sulla scrupolosa analisi di dati concreti che, una volta accettati, diventano oggetto di lavoro in comune”.
Quindi, per tornare al quesito iniziale, possiamo dire che esistono molte realtà industriali portatrici di una nuova cultura, diciamo così, più aperta
e collaborativa…
“Questa nuova cultura diventerà sempre più decisiva in futuro - conclude Victoria Van Camp - e a noi piace pensare di essere fra coloro che la
stanno espandendo”.