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progettare

399

GIUGNO

/

LUGLIO

2016

Misure che mirano però a risultati

a lungo termine, in contrasto con

la convergenza verso il modello a-

mericano di governance”.

Innovazione e investimenti

Nel contesto economico attuale,

nuove forze direttive indicano per-

tanto la strada verso la potenziale

adozione di un nuovo modello di

governance e crescita nelle imprese.

“L’innovazione sembra essere un

fattore positivo per la crescita delle

aziende - spiega l’economista -, ma

nei fatti lo è solo per alcune. Inno-

vare è determinante per la crescita

delle cosiddette gazzelle, che tramite

un processo di esplorazione contri-

buiscono alla crescita tecnologica.

Innovare è passare da una tecnologia

A e una tecnologia E, molto diversa

da quella di partenza. Processo che

non avviene d’un balzo: per poter

mantenere aumento di fatturato e

occupazione, le gazzelle esplorano

infatti il panorama tecnologico con

cautela, procedendo per piccoli bal-

zi, da una tecnologia A, a una B,

C, fino a giungere alla tecnologia

E”. Dibattuta è quindi la relazione

tra governance e innovazione: per

alcuni economisti, la governance ha

un impatto positivo nell’orientare gli

investimenti, ivi inclusi quelli innova-

tivi. Di contro, la governance avrebbe

un impatto dannoso in quanto privi-

Ciò è fondamentale per definire un

nuovo paradigma nella relazione tra

governance ed eco-innovazione, a-

spetto ancora poco indagato dagli

economisti: in contrasto con quello

americano, sarebbe infatti possibi-

le prospettare un nuovo modello

che guardando all’interesse degli

stakeholder privilegi comportamen-

ti atti a creare benessere a carico

dell’ecosistema, all’insegna della re-

lazione tra le aziende e il territorio in

cui sono inserite e operano. “Questo

potrebbe avvenire agendo sia sul

fronte delle sanzioni per le realtà

che non adottano comportamenti

sostenibili - conclude Krafft -, sia so-

prattutto sul fronte dei finanziamenti

pubblici, privilegiando l’accesso per

le aziende verdi, più attente a svi-

luppare il ‘capitale paziente’ green a

lungo termine, piuttosto che quello

impaziente a breve termine”. Un

cambiamento di modello che sta

avvenendo, se pur lentamente, ma

che potrebbe rappresentare la via

per l’Europa per uscire dalla crisi,

tornando a correre e a crescere a

tassi significativi.

@marcocyn

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