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fluidotecnica

398

MAGGIO

2016

ELETTROIDRAULICA

La sfida di Ethernet

L’integrazione dell’elettronica digitale

a livello attuatore sta portando ad un

progressivo abbandono delle soluzio-

ni analogiche, i comuni protocolli in

tensione e corrente per il controllo

delle valvole oleodinamiche. Seguen-

do la filosofia già ampiamente condi-

visa nell’ambiente dell’elettronica di

potenza, dove ormai la maggior parte

dei controlli assi è supportata da un

bus di dati unico, anche i componenti

dell’oleodinamica tradizionale ven-

gono sempre più equipaggiati con

elettronica intelligente chemutuando

il termine informatico, li ‘mette in rete’

in una soluzione unica.

Questo passaggio, già visto con la

diffusione dei bus di campo (il più

famoso è il ProfiBus di Siemens), si

sta concretizzando nella diffusione di

interfacce che sfruttano il protocollo

Ethernet anche a livello valvola. Il

problema della messa in rete di tut-

to il sistema in realtà è molteplice

e presenta numerose sfaccettature

che ne rendono una completa analisi

pressoché impossibile in poche pa-

gine. Innanzitutto la denominazione:

Industrial Ethernet (IE) si riferisce

all’uso di protocolli standard Ether-

net con connettori robusti e range di

temperatura estesi, adeguati all’im-

piego in un ambiente industriale,

nulla è sottinteso, l’uso di Ethernet

può anche solo riguardare i servizi

di IT, ma nell’accezione più comune

ci si riferisce all’automazione e al

controllo di processo.

Esulando quindi dalla trattazione il

problema dei cablaggi e dei com-

ponenti, ampiamente risolto dal-

la tecnologia moderna, rimane il

problema della comunicazione: per

garantire una comunicazione deter-

ministica e adeguata all’impiego in

sistemi di controllo, devono essere

implementate logiche innovative di

gestione del segnale che superano le

limitazioni intrinseche dei protocolli

attualmente in uso. Se l’utilizzo di

Internet, da non confondersi con

Ethernet, ha dato la falsa convinzione

che tramite un cavo rete sia possibile

collegare tutto, la realtà con cui ci si

scontra nell’ambiente dell’automa-

zione industriale è ben più amara.

Ogni sviluppatore ha implementato,

secondo le proprie filosofie, una ge-

stione proprietaria della comunica-

zione e ciò ha portato alla definizione

e alla diffusione di un numero molto

alto di standard di comunicazione

che ha superato la decina. Lo stes-

so problema che fu affrontato negli

anni 80 con l’introduzione dei bus

di campo. In questo caso, però, la

tipologia di collegamento ha dato

l’impulso che non vi fu mai nella

tecnologia dei fieldbus, l’impulso a

sviluppare un protocollo di comuni-

cazione compatibile uniformando o

rendendo intercompatibili gli stan-

dard di gestione del dato.

Sistemi aperti

Questo ha portato alla condivisione

di informazioni sulla comunicazione

e alla possibilità di sviluppare sistemi

in grado di comprendere i differenti

linguaggi, una volta superato il gap

costituito dalla differente tecnologia

di trasmissione del dato il problema

di interpretare il dato stesso è stato

ampiamente risolto dal software. Al

giorno d’oggi sempre più costruttori di

macchine convertono la loro automa-

zione alle interfacce Ethernet aperte. In

questo modo si rendono indipendenti

da singoli fornitori, aumentando il gra-

dimento in tutti i mercati regionali. Un

esempio illustre è costituito da Bosch

Rexrothchedaalcuni anni haesteso tali

possibilità per le nuove valvole con in-

terfacciamulti Ethernet per azionamen-

ti idraulici. Queste valvole supportano,

subasesoftware identica, praticamente

tutti i protocolli Ethernet comunemente

utilizzati, inserendosi nei più diversi

ambienti di automazione.

Centralina elettronica per la gestione della componentistica oleoidraulica.

FOTO CASAPPA

Valvole proporzionali digitali.

FOTO ATOS