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fluidotecnica
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MAGGIO
2016
ELETTROIDRAULICA
La sfida di Ethernet
L’integrazione dell’elettronica digitale
a livello attuatore sta portando ad un
progressivo abbandono delle soluzio-
ni analogiche, i comuni protocolli in
tensione e corrente per il controllo
delle valvole oleodinamiche. Seguen-
do la filosofia già ampiamente condi-
visa nell’ambiente dell’elettronica di
potenza, dove ormai la maggior parte
dei controlli assi è supportata da un
bus di dati unico, anche i componenti
dell’oleodinamica tradizionale ven-
gono sempre più equipaggiati con
elettronica intelligente chemutuando
il termine informatico, li ‘mette in rete’
in una soluzione unica.
Questo passaggio, già visto con la
diffusione dei bus di campo (il più
famoso è il ProfiBus di Siemens), si
sta concretizzando nella diffusione di
interfacce che sfruttano il protocollo
Ethernet anche a livello valvola. Il
problema della messa in rete di tut-
to il sistema in realtà è molteplice
e presenta numerose sfaccettature
che ne rendono una completa analisi
pressoché impossibile in poche pa-
gine. Innanzitutto la denominazione:
Industrial Ethernet (IE) si riferisce
all’uso di protocolli standard Ether-
net con connettori robusti e range di
temperatura estesi, adeguati all’im-
piego in un ambiente industriale,
nulla è sottinteso, l’uso di Ethernet
può anche solo riguardare i servizi
di IT, ma nell’accezione più comune
ci si riferisce all’automazione e al
controllo di processo.
Esulando quindi dalla trattazione il
problema dei cablaggi e dei com-
ponenti, ampiamente risolto dal-
la tecnologia moderna, rimane il
problema della comunicazione: per
garantire una comunicazione deter-
ministica e adeguata all’impiego in
sistemi di controllo, devono essere
implementate logiche innovative di
gestione del segnale che superano le
limitazioni intrinseche dei protocolli
attualmente in uso. Se l’utilizzo di
Internet, da non confondersi con
Ethernet, ha dato la falsa convinzione
che tramite un cavo rete sia possibile
collegare tutto, la realtà con cui ci si
scontra nell’ambiente dell’automa-
zione industriale è ben più amara.
Ogni sviluppatore ha implementato,
secondo le proprie filosofie, una ge-
stione proprietaria della comunica-
zione e ciò ha portato alla definizione
e alla diffusione di un numero molto
alto di standard di comunicazione
che ha superato la decina. Lo stes-
so problema che fu affrontato negli
anni 80 con l’introduzione dei bus
di campo. In questo caso, però, la
tipologia di collegamento ha dato
l’impulso che non vi fu mai nella
tecnologia dei fieldbus, l’impulso a
sviluppare un protocollo di comuni-
cazione compatibile uniformando o
rendendo intercompatibili gli stan-
dard di gestione del dato.
Sistemi aperti
Questo ha portato alla condivisione
di informazioni sulla comunicazione
e alla possibilità di sviluppare sistemi
in grado di comprendere i differenti
linguaggi, una volta superato il gap
costituito dalla differente tecnologia
di trasmissione del dato il problema
di interpretare il dato stesso è stato
ampiamente risolto dal software. Al
giorno d’oggi sempre più costruttori di
macchine convertono la loro automa-
zione alle interfacce Ethernet aperte. In
questo modo si rendono indipendenti
da singoli fornitori, aumentando il gra-
dimento in tutti i mercati regionali. Un
esempio illustre è costituito da Bosch
Rexrothchedaalcuni anni haesteso tali
possibilità per le nuove valvole con in-
terfacciamulti Ethernet per azionamen-
ti idraulici. Queste valvole supportano,
subasesoftware identica, praticamente
tutti i protocolli Ethernet comunemente
utilizzati, inserendosi nei più diversi
ambienti di automazione.
Centralina elettronica per la gestione della componentistica oleoidraulica.
FOTO CASAPPA
Valvole proporzionali digitali.
FOTO ATOS