fluidotecnica 370
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APRILE
2013
Belgio e Turchia, la patria del caffè.
Gli anni 90 vedono l’entrata di Opem
nel mercato libico e nel bacino del
Mediterraneo. Ancora una volta, O-
pem compie una scelta coraggiosa:
partecipa alle fiere in America del
Nord. Sono manifestazioni costose,
si pensi solo all’onere di spostare gli
impianti, ma la costanza di questi
signori di Parma è premiata: la Lip-
ton acquista la macchina esposta, il
primo piccolo passo è compiuto. La
verità è che la tecnologia Opem era
troppo avanzata per il mercato ame-
ricano e solo anni dopo, nel 1997, la
società è contattata da un esponente
di Sara Lee, colosso mondiale del
food. “Producevamo macchine per
cialde con carta filtro per la Migros,
Sara Lee ci chiese un impianto per
le loro capsule Senseo. Creammo
per loro una macchina precisa e
veloce, entrammo definitivamente
nel mercato USA, fu per noi il vero
salto di qualità”, entra nel dettaglio
Sarassi.
Sarassi, oggi general manager di
Opem -. Durante i primi anni ci sia-
mo concentrati sulle macchine per
la pasta, un settore primario della
nostra zona, qui abbiamo pastifici
come la Barilla e proprio per loro
realizzammo un impianto per la pe-
satura degli spaghetti”.
Ascesa costante
Opem continua nella sua ascesa ed
è così che “a seguito di un’impor-
tante vendita di un macchinario in
Yugoslavia, mi presentai in banca
con la lettera di credito in mano
e feci una pazzia, acquistai questo
terreno, questo dove oggi sorge
la nostra sede - continua con un
sorriso Sarassi - a quel tempo le
banche non davano credito se non
in base ai bilanci, non esistevano
ancora favoritismi. Credettero in
noi e non sbagliarono”. Nella nuova
sede i dipendenti diventano in breve
tempo 50, il fatturato si verticalizza
tanto da permettere l’acquisto di
altri due capannoni.
Contemporaneamente il core bu-
siness dell’azienda si sposta dalla
pasta alla pasta fresca: “Ho un bel-
lissimo ricordo di Giovanni Rana,
eravamo tutti giovani e si scherzava
molto mentre si progettavano per
la sua azienda un impianto per i
tortellini e uno per gli gnocchi”,
ricorda Sarassi.
“Un giorno arriva questo dott. Rubi-
no, che ci mette tutti in soggezione:
la Kimbo era già una grossa realtà,
noi eravamo piccoli e non sape-
vamo molto del caffè se non che
era un settore difficile, esteta, con
una clientela esigente - continua la
genaral manager -. Questa persona
ha visto in Opem ciò che cercava
ed è iniziata una proficua collabo-
razione”.
Tre quindi i settori dove Opem ope-
ra: pasta fresa, pasta secca e caffè. In
breve tempo il settore della torrefa-
zione diventa primario, si comincia
ad esportare in Germania, Francia e