novembre 2014
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secondo le istruzioni del governo russo e
i relativi codici doganali. Le regole di ori-
gine, in particolare, sono materia consue-
tudinaria nel commercio internazionale,
ma con un certo grado di discrezionalità
nell’applicazione. In caso di dubbio è pos-
sibile presentare una domanda ufficiale
alla relativa Authority federale per otte-
nere la chiarificazione del Paese di origine
di una particolare merce (art. 109 l. fed.
311-FZ) riportando informazioni dettaglia-
te sulle merci, compresa la descrizione del
processo tecnologico; l’Autorità è tenuta
a rispondere entro 90 giorni, con efficacia
della risposta per tre anni, vincolante per
tutte le dogane russe. Le sanzioni agroali-
mentari vietano l’importazione di tali pro-
dotti e materie prime originati dai Paesi
elencati, definiti con le regole di origine e
i relativi codice doganali, anche attraverso
Paesi non in lista. In alcuni casi è a rischio
l’attività degli investitori stranieri con pro-
duzione locale se i prodotti vengono rea-
lizzati con materie prime importate dai
Paesi elencati.
Le sanzioni russe sono concettualmente
semplici, ma con un ampio grado di discre-
zionalità da parte delle Dogane russe nella
valutazione delle dichiarazioni e certificati
di origine oltre a essere di natura politica
(d. pres. n. 560) e quindi difficilmente su-
perabili per motivi tecnici.
Quali conseguenze?
Alla luce dell’attuale situazione, l’iniziale
scenario di una stabilizzazione della crisi
ucraina con conseguente allentamento
del quadro sanzionatorio sembra essere
superata dall’escalation delle violenze. Se-
condo Sace una evoluzione negativa della
situazione vedrebbe la chiusura delle pi-
peline russe che attraversano l’Ucraina, la
fuga dei capitali dalla Russia e l’aumen-
to dei tassi di interesse, con conseguente
inasprimento del quadro sanzionatorio
da parte degli USA. L’attività economica
russa potrebbe dunque frenare (-2,2% nel
2014 e -4,5% nel 2015) a causa del calo di
investimenti e consumi mentre l’instabilità
sarebbe trasmessa alla valuta locale con un
forte deprezzamento del rublo. In questo
scenario pessimistico si prevede una con-
Chi è soggetto a sanzioni?
Ecco un elenco delle imprese soggette a sanzioni commerciali ex art. 2bis
Reg. 833/2014 come modificato dal Reg. 960/2014: JSC Sirius (optoelettronica
per fini civili e militari); Ojsc Stankoinstrument (ingegneria meccanica per fini
civili e militari); OAO JSC Chemcomposite (materiali per fini civili e militari);
JSC Kalashnikov (armi leggere); JSC Tula Arms Plant (sistemi di armi); NPK
Technologii Maschinostrojenija (munizioni); OAOWysokototschnye Kompleksi
(sistemi antiaerei e anticarro); OAO Almaz Antey (impresa di proprietà dello
Stato; armi, munizioni, ricerca); OAO NPO Bazalt (impresa di proprietà dello
Stato, produzione di macchine per la produzione di armi e munizioni).
Banche e imprese russe soggette a specifici provvedimenti sanzionatori
(ex art. 5 Reg. 833/2014 come modificato dal Reg. 960/2014): Sberbank,
Gazprombank, VTB Bank, Rosselkhozbank, Vneshekonombank, OPK
Oboronprom, United Aircraft Corporation, Uralvagonzavod, Rosneft, Transneft,
Gazpromneft.
Inoltre, 119 persone fisiche e varie persone giuridiche russe, ucraine e crimeane
coinvolte negli eventi verificatisi in Ucraina dall’inverno scorso ed elencate nella
versione consolidata del Regolamento UE 269/2014
trazione dell’export italiano del 12% nel
2014 e dell’11% nel 2015, con una perdita
totale nel biennio di 2,4 miliardi di euro, di
cui 1 miliardo nella meccanica strumentale.
Per ICE Mosca il danno diretto derivante
dal mancato approvvigionamento è desu-
mibile dai flussi commerciali 2013 e 2014:
dall’analisi dei dati Dogane Russe (peraltro
discordanti da quelli Istat), emerge che l’I-
talia nel 2013 ha esportato prodotti oggi
interessati dalle sanzioni per 108 milioni
di euro (-3% rispetto al 2012), mentre nel
primo quadrimestre 2014 il valore è stato
di 26 milioni di euro. Il FMI prevedeva una
crescita del PIL russo dello 0,2% nel 2014 in
seguito al calo degli investimenti e alla cre-
scita globale moderata, rallentamento che
secondo Sace sarà esacerbato dalle sanzio-
ni con effetti sul settore bancario russo e
ripercussioni sulla capacità delle banche di
concedere prestiti corporate con possibile
contrazione dell’investimento privato. Sul
fronte russo potrebbe venire disincentiva-
to l’afflusso di capitali dall’Europa, princi-
pale regione di origine degli investimenti
diretti, con accelerazione del deflusso di
capitali e della svalutazione del rublo. Nel
primo trimestre dell’anno sono fuoriusciti
dalla Russia circa 51 miliardi di dollari, che
secondo il FMI potrebbero salire a 100 mi-
liardi di dollari.
Ulteriori ripercussioni potrebbero verifi-
carsi sulle aziende russe di beni energetici,
che esportano in Europa circa il 50% del-
le vendite all’estero. Secondo Sace l’irrigi-
dimento dei rapporti tra Russia e Europa
potrebbe inoltre determinare un ritardo
nei grandi progetti energetici e spingere la
Russia a rivedere gli accordi di fornitura di
energia all’Europa mentre Bruxelles sareb-
be spinta a diversificare nel lungo periodo
gli approvvigionamenti energetici. La Far-
nesina riporta la presenza stabile in Russia
di oltre 400 imprese italiane di cui circa 70
con stabilimenti produttivi. Importanti so-
no gli investimenti nel settore energia (Eni,
Enel) nell’aerospaziale e telecomunicazioni
(Finmeccanica), elettrodomestici (Indesit,
Candy e Merloni), agroalimentare (Ferrero,
Cremonini) e altri (Iveco, Pirelli e Gruppo
Marcegaglia). Sono presenti otto banche
italiane.