STRATEGIE
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rmo
novembre/dicembre 2016
prima delle quali si chiama Mechatronics Concept
Designer. Questa soluzione consente di progettare
un prodotto lavorando in un ambiente completa-
mente meccatronico, completo di elettronica, soft-
ware, sensoristica e meccanica, tutto incluso in un
solo ambiente progettuale, senza dover ricorrere a
diversi software di progettazione per ogni ambito.
L’altra applicazione, che abbiamo da poco presen-
tato, si chiama Automation Designer e permette di
progettare tutta la parte afferente l’automazione
di una macchina a partire dal progetto dei sistemi
di meccanica ed elettronica. Facilita enormemente
la progettazione concettuale del software, una
sfida sempre più ardua in virtù della quantità cre-
scente di sensori e controlli che oggi entrano nella
progettazione di una macchina”.
Tra le tecnologie emergenti, che potenziale
pensate avrà l’additive manufacturing nel
mondo industriale?
“Si prevede per l’additive manufacturing una
crescita annua del 30-40% nei prossimi 5/6 anni,
raggiungendo un valore tra i 22 e i 40 miliardi di
dollari, pari a circa 1/3 dell’intero valore del mer-
cato delle macchine utensili. Il costo della tecnolo-
gia, inoltre, che finora ne ha impedito l’adozione, si
pensa possa scendere in maniera significativa anche
nelle applicazioni industriali, come già accaduto nel
mondo consumer. Le tecnologie additive nell’indu-
stria porteranno grandi progressi, consentendo la
produzione flessibile di nuovi componenti con de-
sign innovativi e complessi impossibili da realizzare
con le tecniche tradizionali, senza contare i bene-
fici nella riduzione del peso delle parti. Si tratta
di un mercato emergente in rapida affermazione,
che sta già trasformando in modo radicale i mo-
delli di business: un esempio è il progetto 3D della
chiave a cricchetto fornito a una base spaziale,
che ha risolto il problema di inviare l’utensile con
uno shuttle alla stazione orbitante, con incredibile
semplificazione e risparmio di costi. L’esempio è ap-
plicabile anche alle stazioni offshore, che con una
stampante 3D possono produrre da sé componenti
e ricambi, garantendo piena autonomia e conti-
nuità del business. I grandi costruttori, come DMG
Mori, Okuma e Mazak, stanno già costruendo mac-
chinari additivi, ma non sono ancora in grado di
soddisfare la richiesta dei grandi utilizzatori indu-
striali. GE Aviation, sussidiaria di General Electric,
ha sviluppato una bocchetta per immissione del
carburante dal design ottimizzato e alleggerito del
40% e il progetto ha ottenuto l’approvazione della
FAA (Federal Aviation Administration). Le opportu-
nità prospettate sono uniche, e Siemens PLM Soft-
ware punta a questo mercato, innanzitutto nella
progettazione: la produzione additiva di un com-
ponente implica a ritroso la possibilità di pensare
la fase progettuale già in maniera diversa, immagi-
nando non solo la parte esterna del componente,
ma anche come viene realizzata la parte interna.
Ciò comporta requisiti progettuali e di design
completamente nuovi, e lo stesso vale per la simu-
lazione delle caratteristiche di resistenza e durevo-
lezza di un oggetto, e fino alla simulazione dello
stesso processo additivo di produzione. Su questi
temi il dipartimento R&S di Siemens sta lavorando
moltissimo per sviluppare un’offerta completa di
soluzioni innovative CAD, CAE e CAM specifiche per
l’additive manufacturing”.
Vi sono altre tecnologie cui Siemens PLM Soft-
ware guarda con interesse?
È opinione condivisa che Industry 4.0 avrà un ruolo da protagonista nel futuro dell’industria manifatturiera.